Una terza scuola media a Cernusco sul Naviglio? Il preside Claudio Mereghetti riapre la discussione
La maggioranza che ci credeva ora ha chiuso la porta, nonostante qualche malumore interno. Il dirigente scolastico: "Sarebbero stati 8 milioni spesi per il bene dei nostri ragazzi"
Prima la maggioranza di centrosinistra era per farla. Poi ha cambiato idea. Si tratta della nuova scuola, la terza scuola media, di Cernusco sul Naviglio. A rinfocolare il dibattito ci ha pensato Claudio Mereghetti, preside all'istituto Campanella, ex dirigente al Margherita Hack di piazza Unità d'Italia e ora impegnato in un nuovo progetto politico in vista delle prossime elezioni amministrative.
Terza scuola media, farla o non farla? Questo è il problema
Convinto della necessità di un terzo edificio per una nuova scuola media era Nico Acampora, ex assessore alla Scuola e vicesindaco, dimessosi nel 2023. Una scelta fortemente criticata dalle opposizioni, che rinfacciavano dati sulla popolazione scolastica in calo.
Ad Acampora è subentrato Marco Erba e con lui la maggioranza ha fatto dietrofront, cambiando decisamente orientamento. Non senza qualche mal di pancia.
Le tensioni tra Gargantini ed Erba
In uno degli ultimi Consigli comunali Claudio Gargantini della lista Cernusco Prossima, sostenitore delle posizioni di Acampora ha così attaccato il suo assessore. Il consigliere ha rilanciato il vecchio progetto di realizzare un nuovo plesso in via Goldoni da adibire a primaria, utilizzando l’attuale elementare Martini come sede della nuova secondaria.
Non è solo una questione di numeri. Altrimenti al posto di un assessore prendevamo un commercialista. E’ un fatto di gestione di spazi e di dare al quartiere un punto di riferimento che non ha. Un po’ come accaduto al Tre Torri con il polo di via Don Milani. Ma allora a governare c’era la Democrazia cristiana
Piccata era stata la replica dell'assessore:
Avrei voluto con tutto il cuore come assessore dire che avevo fatto realizzare un nuovo plesso scolastico. Ma ho l'onestà intellettuale di prendere atto delle cose reali e se i numeri sono sballati, dopo ore e ore di studio anche col settore demografico, non posso che prenderne atto.
Ho trovato il progetto di una scuola (la Martini, ndr) che da tre sezioni doveva diventare a cinque, quando non ce n'è bisogno. L'anno scorso le sezioni tra le primarie Manzoni e Martini erano otto. Quest'anno le quinte uscenti sono sette. Saremmo andati a costruire una scuola che ci avrebbe portato, nell’ambito di un inverno demografico che colpisce anche da noi, a un sistema a dieci sezioni.
Tra fare il contabile e giocare a costruire cose a caso su Lego Worlds c'è una sottile linea di mezzo che è la saggezza amministrativa, il guardare la realtà e provare a fare il bene della città.
Inoltre chiunque insegni ed entri nella primaria Martini si rende conto che è pensata per essere una scuola elementare e non una media. Sia per come sono gli spazi comuni al di fuori delle aule, sia per le dimensioni delle classi, sia per come è strutturata. Quella non è una secondaria di primo grado.
Ma Mereghetti rilancia
In tutto ciò Mereghetti, invece, rilancia per la nuova scuola.
L’educazione non può essere solo una questione di numeri demografici: è vero che le nascite calano anche a Cernusco ed è vero che le fasce in età dell’obbligo vanno diminuendo, ma la questione è un’altra.
Non solo di numeri, ma di eccellenza didattica dovrebbe discorrere il Consiglio comunale, di sostegno alla cornice pedagogica che i due istituti si sono saputi dare, non soltanto di demografia.
Non voglio sostenere che costruire una nuova scuola sia una necessità assoluta, ma voglio sottolineare che quello che manca è una visione complessiva della scuola cernuschese, un tentativo di governare il sistema di istruzione e formazione con spazi adeguati e nuovi, mettendo a disposizione di alunni e docenti strutture all’altezza dell’eccellenza e competenza di chi ci lavora.
Certo, se è vero che si voleva costruire una nuova scuola elementare e trasferire una media nella primaria già costruita, si sarebbe fatto un errore. Ma resta il fatto che una scuola nuova avrebbe aperto alle scuole di Cernusco prospettive di sviluppo pedagogico e formativo sicuramente interessanti.
Interessanti anche per altri motivi, perché se alla nuova scuola si fosse affiancata la creazione di un terzo comprensivo con la conseguente redistribuzione delle zone di afferenza, avremmo avuto due vantaggi: istituti meno elefantiaci e traffico decongestionato in zona via Manzoni.
Si dirà: ma il Comune si sarebbe sobbarcato debiti per 8 milioni di euro. È vero, ma sarebbero stati 8 milioni per il futuro dei più piccoli, per la loro formazione e il loro avvenire. Rettificare le proprie scelte è sempre possibile, soprattutto quando si sbaglia, ma in questo caso le motivazioni non reggono, come non reggono altri voltafaccia cui questa Amministrazione ci ha abituato: la pista di pattinaggio, per esempio, “ecologica” nel 2023, con polemiche e costi conseguenti, e tornata magicamente “tradizionale” quest’anno, per la gioia di piccoli e grandi.