clamoroso colpo di scena

Il compratore si ritira. Le mucche di Cassano vanno agli animalisti

L'azienda ha rinunciato e la Procura ha affidato i capi di bestiame alle associazioni.

Il compratore si ritira. Le mucche di Cassano vanno agli animalisti
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La vicenda sembrava definitivamente chiusa, e invece è arrivato un ultimo - imprevedibile - colpo di scena. Le "mucche del sindaco" di Cassano d'Adda non andranno più all'azienda di Fara Gera d'Adda che aveva presentato l'offerta, ma agli animalisti.

"Mucche del sindaco" agli animalisti

La scorsa settimana Corrado Limentani, il legale che difende Bruno Motta, l’allevatore di Cassano d’Adda al quale nel  2019 la Procura aveva sequestrato 38 bovini perché giudicati in precarie condizioni di salute e denutriti, ha deciso di non ricorrere in Cassazione.

Dopo che qualche settimana fa il Tribunale del riesame aveva respinto l’istanza di dissequestro, al legale di Bruno Motta, l’allevatore groppellese al quale la Procura nel 2019 ha sottratto la mandria di mucche, era rimasto soltanto il ricorso in Cassazione. Ma dopo una settimana di tempo il legale e l’assistito hanno deciso di desistere.

Ma il compratore fa un passo indietro...

Sembrava dunque oramai finita la storia, con l'azienda di Fara che a novembre  aveva offerto 11mila euro per la mandria pronta a prendere ciò che le sarebbe spettato. E invece è arrivato l'incredibile colpo di scena. La ditta ha rinunciato, ritirando la propria offerta. La Procura, dunque, ha deciso di suddividere i capi di bestiame tra i gruppi di animalisti che dall'inizio della vicenda ne chiedono l'assegnazione.

Una soluzione che apre uno spiraglio anche per lo stesso Motta. Se l'allevatore infatti  dovesse uscire innocente dal processo per maltrattamenti e abbandono  le mucche, visto che non sono state vendute, torneranno in suo possesso. Ma l'udienza non è ancora stata fissata.

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