Avviso di garanzia alla presidente del Consiglio di Cassina de' Pecchi, Capizzi: "Non me ne vado"
La maggioranza aveva chiesto le dimissioni della sua ex alleata
Non si dimette. Eliana Capizzi presidente del Consiglio di Cassina de' Pecchi ha replicato in modo netto alla richiesta dei suoi vecchi compagni di viaggio della maggioranza che le hanno chiesto di dimettersi dopo che ha ricevuto un avviso di garanzia in relazione ai fatti della seduta del parlamentino del 23 gennaio 2024.
"Grazie alle minoranze"
Anzitutto Capizzi ha espresso un ringraziamento verso le minoranze, che all'indomani dell'avviso di garanzia, hanno espresso piena vicinanza alla presidente:
Ringrazio di vero cuore i capigruppo di minoranza consiliare per il sostegno pubblico espresso.
Massimo Tognoni (Progetto Cassina Domani), Sandro Medei (Comitato Civico Cassina), Fabrizio Di Costanzo (Fratelli d'Italia - Uniti per Cassina), Andrea Parma (Cassina Democratica - Cultura Inclusione Solidarietà), Luigi Pietro Ferrarini (Insieme Miglioriamo Cassina) e Gianluigi De Sanctis (Partito Popolare del Nord Autonomia e Libertà) si erano detti certi che la presidente avrebbe avuto modo di chiarire i fatti che la riguardano, relativi ad un provvedimento preso a fronte di un Consiglio comunale che secondo loro era chiuso ufficialmente.
L'accusa del segretario comunale Massimo Seminari, che ha denunciato Capizzi per interruzione di pubblico servizio, è che Capizzi abbia troncato(o cercato di farlo, visto che poi la maggioranza ha proseguito i lavori comunque) la discussione arbitrariamente del Piano di governo del territorio.
"Non mi dimetto"
Capizzi si è rivolta anche ai suoi ex compagni di maggioranza:
Non nego, al contempo, stupore nei confronti del gruppo di maggioranza, del quale ho fatto parte per più di 4 anni, che in un così lungo lasso di tempo non si è mai dogliato della mia gestione consiliare e che con il comunicato stampa di oggi mi chiede invece dimissioni, sulla scorta di una denuncia (non equivalente a condanna) sporta non da un suo componente ma da un organo che per legge è fiduciariamente nominato dal sindaco, il segretario generale.
Colgo occasione per comunicare che non mi è possibile accogliere la richiesta di dimissioni, in quanto non ne sono ravvisabili i presupposti, avendo io emesso un atto di revoca di un punto di odg in autotutela amministrativa come tanti colleghi presidenti (con Regolamenti simili se non uguali) han fatto prima di me e ancora faranno, in totale aderenza ai propri poteri e prerogative di legge.
Ho sempre confidato nella Magistratura e nella Giustizia e sono certa che gli organi inquirenti faranno efficienti accertamenti e chiarezza sul punto di odg revocato (Pgt) e su ciò che è avvenuto in Sala consiliare quell'ormai famoso 23 gennaio.