la seduta della discordia

Cassina de' Pecchi, il segretario ha denunciato la presidente del Consiglio comunale

L'accusa che le muoverebbe è di interruzione di pubblico servizio, per avere interrotto il Consiglio comunale sul Pgt

Cassina de' Pecchi, il segretario ha denunciato la presidente del Consiglio comunale
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Non capita tutti i giorni che un segretario comunale denunci la presidente del Consiglio. Accade a Cassina de' Pecchi, dove il Consiglio comunale della discordia, quello sull'approvazione del Pgt, tra segnalazioni al prefetto, polemiche e accuse gli strascichi sono molto velenosi.

Il Consiglio... interrotto

Il Consiglio comunale del 23 gennaio 2024 aveva come quinto punto all'ordine del giorno la trattazione del Piano di governo del territorio. Ma la presidente del Consiglio Eliana Capizzi, ravvisando gravi irregolarità che ne avrebbero reso improcedibile l'approvazione, aveva ritirato il punto la mattina dello stesso giorno.

Una decisione che il segretario comunale, Massimo Seminari, aveva contestato. Così quando durante la seduta, al termine del punto 4, Capizzi aveva dichiarato chiusi i lavori, Seminari l'aveva ammonita a badare bene a quello che stava facendo.

I lavori erano poi proseguiti con la sola maggioranza in aula ed il Pgt era stato poi approvato. E nei giorni successivi sarebbe stata depositata la denuncia per interruzione di pubblico servizio.

"Una approvazione illegittima"

Secondo Capizzi ciò violerebbe ogni regola, visto che il punto non era più presente nell'ordine del giorno della seduta. Così in un suo intervento in risposta a un comunicato della maggioranza:

La verità è molto diversa rispetto a quella che il gruppo di maggioranza vuol far apparire.

La stessa omette infatti di dare rilievo al fatto che la sera prima del Consiglio si fosse celebrata una Conferenza dei capigruppo, che la sottoscritta aveva convocato appositamente per aprire un confronto diretto tra tutte le rappresentanze dei Gruppi Consiliari in merito ai vizi emersi.

Un confronto cui la maggioranza si era volutamente sottratta, anticipando per iscritto nel pomeriggio di non voler partecipare, per poi invece presentarsi e andar via dopo non molto senza voler rispondere ad alcuna domanda né ascoltare ulteriormente i colleghi capigruppo e la Presidenza.

Non c’è stata alcuna interruzione di pubblico servizio, come non è vero che io e le minoranze siamo scappati dall’aula.

La verità è molto più semplice e chiara: il Pgt non era un punto all’ordine del giorno perché, rilevati tutti i vizi emersi durante la Conferenza della sera prima, la mattina del 23 gennaio la Presidenza aveva provveduto a protocollarne la formale revoca.

La maggioranza pretendeva invece che si votasse in Consiglio sul ritiro o meno di un punto all’ordine del giorno che tale non era già più dalla mattina. Una volta trattati in Consiglio, pertanto, i punti rimasti in ordine del giorno, non vi era più motivo per nessuno di rimanere ulteriormente in aula.

Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta della Martesana in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 3 febbraio 2024.

 

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