Un anno dalla scomparsa

Fu uccisa dal compagno. La mamma: "La Giustizia non ci restituirà la mia Romina"

Il 12 maggio 2023 ci sarà una nuova udienza, Al banco degli imputati Carlo Fumagalli, originario di Vaprio

Fu uccisa dal compagno. La mamma: "La Giustizia non ci restituirà la mia Romina"
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Mercoledì 19 aprile 2023 a Inzago, paese in cui vive la mamma, si è tenuta una Messa in ricordo di Romina Vento, uccisa dal compagno un anno fa a Fara Gera d'Adda.

Romina vive ancora nei cuori di quanti l'hanno amata

"Giustizia ci dev’essere, terrena o divina che sia". Sofia Venerina, mamma di Romina Vento, la 44enne uccisa dal compagno il 19 aprile 2022, sa che Carlo Fumagalli, originario di Vaprio, pagherà per ciò che ha fatto, ma resta una magra consolazione.

Mercoledì, nell’anniversario della scomparsa, parenti e amici hanno ricordato la vittima di femminicidio durante la Messa in suo suffragio delle 17 nella chiesa parrocchiale. Un messaggio è stato condiviso sulle carte funebri:

Un anno è passato. Sarai sempre accanto a noi. Sentiremo sempre vicino il tuo ricordo. Tu vivrai per sempre nel nostro cuore. Ci manchi.

Decine di persone hanno partecipato alla funzione, provenienti dal paese ma anche da Fara, dove la donna viveva.

La mamma pensa sempre a lei:

Romina era dolce. La nostra vita è stravolta, distrutta. Lei vive ancora nei nostri cuori, ma è dura andare avanti. Ha lasciato un’impronta in chiunque l’abbia conosciuta. Come un raggio di sole che lascia calore anche se è andato via, il suo dono per noi è l’amore che sapeva dare nella sua semplicità, in primis ai figli, per cui rappresentava il punto di riferimento, ma anche a tutti i parenti e gli amici. Per lei famiglia e amicizia erano capisaldi. So che ci sarà giustizia, ma questa comunque non ci farà riavere la mia dolce bimba tra noi.

Prosegue il processo

Prosegue il processo a carico di Fumagalli, reo confesso del brutale assassinio maturato nel contesto di una separazione. Durante l’ultima udienza lui stesso aveva chiesto di fare delle dichiarazioni davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Bergamo per spiegare cosa l'aveva spinto a dirottare l'auto su cui viaggiava insieme alla compagna, facendola finire nell'Adda, per poi annegare la donna tenendole la testa sott'acqua.

Il capo di accusa è omicidio volontario con l'aggravante del rapporto di convivenza con la vittima. Il 50enne rischia una condanna al carcere a vita. Si tornerà in aula il 12 maggio 2023.

Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta dell'Adda in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 22 aprile 2023.

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