Dall'allattamento allo svezzamento, quanti dubbi: i consigli del primario di Pediatria
Il dottor Giovanni Traina dell'ospedale di Melzo e Cernusco risponde alle domande dei lettori
Come gestire l’allattamento del neonato? E’ meglio al seno o con latte artificiale? E sullo svezzamento quale strada è meglio seguire? Sono alcune delle domande arrivate in redazione, che abbiamo girato al «nostro» esperto, il primario di Pediatria e Neonatologia degli ospedali di Melzo e Cernusco, il dottor Giovanni Traina.
Allattamento, quante domande...
Il latte materno è un alimento trans-culturale, il suo consumo avviene a chilometro zero rispetto al luogo di produzione ed è il primo vero "slow food" che incontriamo nel percorso alimentare. Rafforza il sistema immunitario, riduce la possibilità di infezioni, previene lo sviluppo di patologie respiratorie, allergiche e di malattie croniche in età adulta. Favorisce lo sviluppo sensoriale e cognitivo del bambino, incidendo nella vita sociale e nel rendimento scolastico futuro.
Dubbi da sfatare sull'allattamento
Tanti i dubbi e i miti da sfatare però. Il mio latte andrà bene? E’ troppo grasso? E’ poco nutriente? Mamma, il tuo latte è il miglior alimento possibile per il cucciolo d’uomo: lo nutre in modo completo, è sempre disponibile ed economico. Semplicemente perfetto. E’ il prototipo degli alimenti sostenibili.
Per quanto tempo devo darlo? L’ideale sarebbe per il primo anno, minimo per i primi 6 mesi.
Qual è la posizione giusta per allattare? La posizione più comoda per te, mamma. Seduta con la schiena dritta e sostenuta, piedi appoggiati, magari sollevati, un cuscino che ti aiuti a mantenere il bambino vicino al seno. Oppure sdraiata, utile subito dopo il parto o quando sei stanca. Non esiste una posizione sola per allattare. Tieni il suo volto, soprattutto naso e labbro superiore, di fronte al capezzolo, di modo che sia lui ad essere avvicinato al seno e non il contrario.
Come posso essere sicura che sia attaccato bene? La bocca è bene aperta e riempita dal seno, il mento che lo sfiora, il labbro inferiore rovesciato in fuori e la lingua appoggiata all’areola. Lo vedrai succhiare con movimenti brevi o lunghi, intervallati da pause. Sentite dolore quando si attacca? Le prime volte è normale, ma tale fastidio scomparirà presto.
Subito dopo il parto non ho latte, come si nutrirà? Inizialmente c’è il colostro, una sorta di latte concentrato ipernutriente. Gli basteranno poche gocce per essere soddisfatto. Nell’arco di pochi giorni arriverà la montata lattea.
Quante poppate deve fare? Ogni volta che lo chiede e ricorda: il latte è come l’appetito, vien allattando.
Come capisco se è sazio? Dorme sereno, le urine sono chiare e abbondanti, le feci frequenti, giallo uovo e di odore acido, seno e capezzoli non fanno male.
Posso uscire con lui durante l’allattamento? Certo, l’allattamento materno è da sempre «street food».
Devo smettere quando inizio il divezzo? Assolutamente no.
Posso conservare il mio latte? Certo, goditi una serata con le amiche, conserva il tuo latte nella parte più fresca del frigo a circa 2-5 °C fino a 3 giorni, puoi anche congelarlo per 3-6 mesi. Scongela lentamente senza mai usare il microonde.
Posso riprendere a lavorare? Sicuro, hai diritto all’allattamento per tutto il primo anno di vita, con pause dedicate.
E se non posso allattare al seno?
Utilizza un latte formulato la cui composizione si avvicina molto a quello materno. Mai prima del 12esimo mese di vita il latte vaccino intero non formulato. Esistono formule liquide, in polvere, più economiche e facili da trasportare o in tabs semplici da ricostituire.
Svezzamento, che esperienza...
Quando iniziare lo svezzamento e come? Tradizionale, misto, autosvezzamento… che confusione. «Keep calm»: per prima cosa allontana tensioni e ansia! E’ uno dei momenti belli della maternità e ancora una volta sarà magia! Non iniziare prima dei 4 mesi, meglio nel suo seggiolone, magari a tavola con noi: i bambini apprendono per imitazione. Il cibo deve essere un’esperienza sensoriale per lui: forme, colori, consistenza, odori.
Ma quali sono le giuste quantità? Così come per noi adulti, ogni bambino è perfettamente in grado di autoregolarsi. L’importante è non forzarlo, niente distrazioni per indurlo a mangiare di più, No a tablet, Tv, smartphone, etc. Siamo noi a dovergli proporre un piatto nutrizionalmente valido, ma appetibile e gustoso. Introduciamo tutto con gradualità, secondo le indicazioni che il pediatra saprà darci, ricordando di escludere solo miele, mitili e funghi. Evitiamo di aggiungere sale e zuccheri. Ricordiamo anche la massima: tanta energia in poco volume. Attrezziamoci di stoviglie resistenti e colorate, grembiulini impermeabili, accettiamo che tocchi e manipoli: l’alimentazione è un vero e proprio esercizio multisensoriale e di psicomotricità. Imparerà a passare dalla grossolana suzione semplice a movimenti sempre più complessi e fini. E’ la sublimazione della relazione mamma-bambino, ma papà: lasciati coinvolgere! Il carattere del bambino ha un ruolo anche durante il divezzo: quello goloso e aperto accoglierà il cibo con entusiasmo e curiosità, quello diffidente e poco entusiasta avrà bisogno di tempo.
«Datemi genitori migliori e vi darò un mondo migliore», diceva Aldous Huxley.
Testo a cura del dottor Giovanni Traina
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