Commissione tecnica

La sentenza di morte per i 240 pioppi di Peschiera è ormai definitiva

In tanti si sono battuti per salvare i 240 pioppi cipressini dall'abbattimento, ma la decisione sembra ormai definitiva.

La sentenza di morte per i 240 pioppi di Peschiera è ormai definitiva
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La sentenza di morte delle piante di via Galvani è praticamente stata annunciata. A pesare ci sono i costi, ma anche la decisione politica.

Sentenza di morte per 240 piante

Martedì 1 settembre 2020 si è tenuta la commissione tecnica per confrontare le relazioni sulla situazione dei 240 pioppi cipressini in via Galvani a Peschiera Borromeo. Quella del tecnico incaricato dal Comune ne conferma l'abbattimento, quella dell'agronomo incaricato dai cittadini dà invece una speranza puntando sulla manutenzione. Ma, stando alle dichiarazioni politiche, la decisione è già stata presa. Ed è una sentenza di morte, considerando anche i costi previsti per le potature.

Un agguerrito confronto

I due periti si sono affrontati in un agguerrito confronto, contestando ognuno le conclusioni dell'altro basandosi soprattutto sui coefficienti utilizzati per la valutazioni. La commissione è durata oltre tre ore e i consiglieri presenti hanno espresso diverse posizioni. In particolare quelli di Pd e Forza Italia hanno chiesto di valutare ogni possibilità. "Ho letto che il sindaco Caterina Molinari non si ripresenterà alle elezioni comunali del prossimo anno, anche per questo le chiedo di lasciare alle future Amministrazioni le valutazioni del caso", ha detto Carla Bruschi di FI.

La posizione del sindaco

Il primo cittadino non ha lasciato spazio ad altre possibilità. "Le responsabilità civili e penali sono mie, l'anno prossimo saranno di qualcun altro - ha replicato - Davanti a una relazione tecnica con parametri e progetti che forniscono respiro al futuro di quell'area e riparano a errori del passato, non c'è altro da dire. So che è una decisione impopolare. Saremmo più tranquilli a chiudere la strada quando c'è vento, ma poi i problemi resteranno a carico di chi governerà. E questo non è il mio modo di fare politica".

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