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Cassina de' Pecchi, Eliana Capizzi lascia Forza Italia

La presidente del Consiglio comunale e segretaria cittadina in dura polemica con il partito: "Non siamo bandierine"

Cassina de' Pecchi, Eliana Capizzi lascia Forza Italia
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Si è dimessa. Eliana Capizzi ha lasciato il gruppo di Forza Italia a Cassina de' Pecchi di cui era coordinatrice cittadina. Una scelta maturata dopo il suo passaggio dalla maggioranza all'opposizione e dopo che il partito, che nel 2019 aveva sostenuto Andrea Maggio di Uniti per Cassina, ha recentemente fatto il percorso inverso appoggiando insieme a Fratelli d'Italia la sindaca leghista Elisa Balconi a caccia del secondo mandato.

Dimissioni sofferte

Così la stessa Capizzi in una lettera che ha inviato al segretario provinciale Graziano Musella:

nella mia qualità di segretario cittadino di Forza Italia di Cassina de’ Pecchi, sono con la presente a comunicare le mie formali dimissioni dall’incarico conferitomi.

Una comunicazione, la mia odierna, da considerarsi per ultima volta sunto e megafono del pensiero dei tantissimi azzurri cassinesi che sino ad ora mi sono pregiata con entusiasmo di rappresentare e coordinare, in costante aderenza con gli ideali del nostro movimento.

Un movimento, come noto, di cui sono stata militante attiva per decenni e cui ho manifestamente e costantemente dedicato estrema passione, tempo, dedizione, portando peraltro a casa ad ogni tornata elettorale di ogni livello (amministrative, regionali, politiche) eccellenti inconfutabili risultati.

Anche oggi, sino quindi alla fine, voglio dare voce a tanti forzisti locali, rimasti negli ultimi tempi silenziosamente estremamente delusi e traditi nelle volontà.

Quei forzisti che vivono il territorio, ogni momento, e che per questo più di chiunque lo conoscono sotto ogni profilo, dettagliatamente.

Una situazione beffarda, quella venutasi a creare nel nostro comune, proprio pochi mesi dopo la perdita del nostro amato presidente Berlusconi, che tanto teneva all’ascolto dei suoi simpatizzanti e militanti e che proprio per questa sua peculiarità era riuscito a conquistare il cuore di tantissimi.

Il commissariamento

Lo scorso autunno, infatti, come ormai notorio, la nostra segreteria veniva commissariata elettoralmente (è stato nominato l'assessore regionale ai sistemi verdi Gianluca Comazzi, ndr): depauperata, cioè, dei suoi principali poteri, quelli inerenti lo svolgimento di trattative politiche locali e stringere alleanze in vista delle elezioni amministrative cassinesi del prossimo giugno.

Una figura, quella del commissario elettorale, nel quale avevamo comunque sin da subito fiducia e riposto speranze di ascolto e confronto, anche per aver io per prima contribuito in maniera determinante al suo ruolo di primo degli eletti a Cassina alle ultime due tornate elettorali regionali.

Speranze però vanificate sul nascere, dinanzi a quasi immediati suoi comunicati pubblici su testate giornalistiche, in sostegno dell’attuale Sindaco leghista, a priori ed a prescindere.

Avremmo voluto far sentire la nostra voce, voce di chi vive il territorio ogni giorno, e far conoscere la situazione locale, ma non ci siamo riusciti.

Una situazione che, colgo oggi occasione per esprimerla, aveva visto Forza Italia nel 2019 candidarsi a Cassina proprio in contrapposizione a quel sindaco che non si era alleato al nostro movimento a causa di un veto personale sull’allora nostro commissario cittadino (che allora era Emilio Calabretta, ndr).

Una situazione che aveva visto ed ancora vede Forza Italia rappresentata e seduta tra i banchi delle opposizioni consiliari.

Il commissariamento ha contribuito a irreparabilmente peggiorare una situazione già a priori delicata, sia a livello amministrativo che politico, sino (anche a causa dei comunicati ai giornali di cui sopra si è accennato) a determinare il mio passaggio senza indugio alla minoranza consiliare, proprio nel gruppo consiliare di cui Forza Italia faceva parte dal 2019.

Io e tutti coloro che sino ad ora ho rappresentato siamo ben coscienti delle dinamiche decisionali di prassi dei “piani alti”, frutto di riunioni dinanzi a cartine geografiche raffiguranti i Comuni al voto ed in cui le sorti di ciascuno di questi sono segnate con una bandierina, che rimane fissa o si sposta a seconda dell’importanza che a quel Comune viene di volta in volta data.

"Non siamo bandierine!"

Ed è proprio questo che mi auspico un giorno cambi.

Non siamo bandierine, siamo persone! Persone che nel nostro movimento ci han messo cuore ed impegno! Persone che volevano far sentire la propria voce e che si sentono invece aver urlato al vento.

Il tutto, peraltro, contro ogni principio di democrazia e confronto tramandatoci dal Presidente, che sino alla fine non ha esitato a sostenere che “La nostra politica si fonda sulla persona e sulla libertà. La libertà abbatte ogni muro.

Ed è, quindi, per i muri trovati nella nostra strada, e per poter riprenderci il nostro giusto ruolo di persone e la nostra libertà di espressione, che oggi ci siamo tutti determinati con convinzione alle mie dimissioni.

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