L'evento

Venerdì Santo la processione de Lu Signuri di li fasci di Pioltello IN DIRETTA

In diretta dal Santuario della Beata Vergine Assunta di Pioltello la tradizionale cerimonia, per quest'anno a porte chiuse.

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Nonostante la pandemia che impedisce la consueta processione per le vie della città, Seggiano si prepara a celebrare il Venerdì Santo con la cerimonia de Lu Signuri de li fasci.

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Venerdì Santo a porte chiuse

Nel 2020, in piena pandemia, il Comitato di Pietraperzia aveva deciso di non rinunciare alla tradizionale manifestazione del Venerdì Santo. Così aveva scelto di farlo a porte chiuse, con una manciata di persone presenti fisicamente: alcuni delegati del Comitato e le autorità cittadine, oltre a don Andrea Andreis che ha celebrato la funzione.

Quest’anno la situazione di emergenza non è la stessa di dodici mesi fa, ma non è ancora il tempo di organizzare una manifestazione in grado di richiamare migliaia di fedeli dalla città e dal circondario. Di conseguenza gli organizzatori hanno scelto nuovamente la strada delle porte chiuse.

A differenza del passato, però, è stata data la possibilità a una cinquantina di persone di occupare i posti disponibili all'interno del Santuario della Beata Vergine Assunta.

La storia de Lu Signuri de li fasci

Era il Venerdì Santo del 1967 quando per la prima volta questa festa fu celebrata a Pioltello. Un "dono" arrivato insieme alle centinaia di migranti in cerca di lavoro provenienti dalla Sicilia, più precisamente da Pietraperzia, coloro che hanno contribuito a trasformare Seggiano da borgo rurale nella tipica città della periferia milanese.

Lontani da casa, i migranti siciliani hanno voluto riproporre la loro festa trovando terreno fertile nel parroco seggianese dei tempi - e recentemente scomparso - padre Gianni Guzzetti.  Ovviamente la festa originale è molto più importante vista la tradizione che si porta alle spalle, ma di anno in anno i pietrini hanno aumentato il numero delle fasce, hanno  alzato il Crocifisso e realizzato le statue che accompagnano la processione

Il cerimoniale

Tutto ha inizio la Domenica delle Palme. La statua del Cristo in croce, l’urna con il corpo di Cristo e la statua della Madonna addolorata vengono tolte dalle loro nicchie, ripulite e esposte nel corridoio centrale del santuario di Seggiano, dove rimangono a disposizione dei fedeli in preghiera sino al Venerdì Santo.

Quando, intorno alle 16, le donne si radunano e creano le composizioni floreali che addobbano le statue. Quindi alle 19.30 comincia il flusso di persone che vengono a legare le proprie fasce ai piedi del Crocifisso: i proprietari vengono censiti e i drappi posizionati. Quindi alle 20.30 parte la Via Crucis che attraversa tutto il quartiere di Seggiano.

I simboli

Sono circa una trentina le fasce di seta (o di lino) che vengono attaccate ai piedi del Crocifisso. Ognuna di esse misura 18 metri in lunghezza e 30 centimetri in larghezza. I drappi vengono piegati a metà e poi fissati a un’altezza convenuta di 6 metri e 33 palmi, tanti quanti gli anni di Cristo.

Ogni fascia, anticamente, rappresentava un voto, una preghiera che la famiglia faceva per ottenere delle grazie particolari (il ritorno di un figlio dalla guerra, la guarigione da una malattia, etc...). Le più vecchie risalgono addirittura agli inizi del 1900 e sono eredità che vengono tramandate di generazione in generazione.

Tra gli altri simboli tipici della cerimonia, ci sono le "misurine": si tratta di nastri di tessuto rosso che vengono legati al braccio durante la processione. Anche in questo caso la misura è canonica: la lunghezza del corpo della statua di Gesù.

Infine c’è il Mondo, un globo colorato posto proprio sotto i piedi del Signore, appena sopra il cerchio di legno cui si legano le fasce bianche. E tra queste una sola è rossa, quella regalata dal parroco don Felice in occasione dei 25 anni della cerimonia. Durante la processione, inoltre, vengono distribuite ai fedeli delle fiaccole che accompagnano il percorso della via Crucis.

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