Settala, l'autovelox sulla Rivoltana è tarato male: sanzioni annullate
Una società di trasporti ha fatto ricorso contro Città metropolitana per i verbali ricevuti e il giudice le ha dato ragione
L'autovelox ha esagerato. Il dispositivo Celeritas Evo 1506 installato in territorio di Settala ha registrato velocità superiori rispetto a quelle a cui viaggiavano i veicoli. Piovono multe, ma il giudice ha dato ragione ai ricorrenti. Città metropolitana dovrà pagare.
Lo strano caso del velox tra Rodano e Settala
L’apparecchiatura Celeritas Evo 1506 installata sulla Sp 14 Rivoltana registra una velocità dei mezzi di 5 o 6 chilometri orari superiore a quelle riportate sia dal tachimetro del veicolo sia dall’autovelox manuale posti alla verifica nonché dai dati registrati dal cronotachigrafo.
Questa la conclusione della relazione tecnica dell’ingegnere Silvio Aquino, che incaricato dal Tribunale di Milano ha rivelato il malfunzionamento dell’apparecchiatura Celeritas Evo 1506 ubicata al chilometro 8+039 in direzione Brescia, in territorio di Settala, poco dopo i confini con Rodano.
Il caso si era aperto per sanzioni troppo frequenti ricevute da una società di trasporti con sede a Parma, che ha fatto ricorso avvalendosi del supporto dell’avvocato Carlo Pollini contro Città metropolitana, ente responsabile dell'apparecchio.
Nello specifico, l’azienda ha notificato che nelle multe i conti non tornassero. Considerata la tolleranza dei 5 chilometri obbligatoria per legge, in entrambi i casi l’autovelox ha registrato una velocità di 71 chilometri orari (che sarebbero stati 76 effettivi), mentre sia il cronotachigrafo in dotazione ai mezzi sia i rilievi satellitari evidenziavano una velocità inferiore, entro il limite previsto su quella carreggiata, che è di 70 chilometri orari per i mezzi pesanti e 110 per tutti gli altri.
La perizia ha dato ragione alla ditta
E' stato predisposto l’incarico per il Ctu (Consulente tecnico d’ufficio) di accertare se le rilevazioni fossero corrette o meno. Alla fine, il giudice di pace Giorgio Di Giorgi ha dato ragione all’attività ricorrente, e con la sentenza depositata martedì 6 giugno 2023 ha determinato l'annullamento dei verbali.
Nel corso degli approfondimenti, oltretutto, è emersa un’altra problematica: dal 25 novembre 2019 Città metropolitana ha dato in concessione la gestione e la supervisione dell’occhio elettronico a una società, che avrebbe la possibilità di intervenire da remoto sull’autovelox, lasciando alla Polizia Locale dell’ex provincia solo la convalida dei dati e degli illeciti rilevati. Il che costituisce un’aperta violazione del Codice della strada.
Il verdetto costringe Città metropolitana a pagare le spese sostenute dalla Ctu, sommate a quelle legali, oltre ad annullare le multe. L'ex Provincia, tuttavia, ha affermato che ricorrerà in appello.
Ne parliamo in maniera approfondita sul numero della Gazzetta della Martesana e della Gazzetta dell'Adda in edicola da domani, sabato 23 giugno 2023.