il caso

Pestò un giovane di Brembate al Number: indagini chiuse

Intanto continua la raccolta fondi per sostenere il ragazzo vittima del pestaggio.

Pestò un giovane di Brembate al Number: indagini chiuse
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Si sono chiuse le indagini a carico di Giancarlo Gramendola, 22enne di Calusco d’Adda accusato di tentato omicidio per aver pestato selvaggiamente un giovane di Brembate al termine di una serata in discoteca fino a ridurlo in fin di vita.

Pestò un giovane al Number, chiuse le indagini

I fatti sono ormai noti. La vittima, Carlo Ferrandi, ha 33 anni e vive a Brembate insieme alla sua fidanzata Marica Betta. Il 7 novembre dello scorso anno era andato con la compagna al «Number One», noto locale in provincia di Brescia, quando nel tornare a casa è rimasto coinvolto in un incidente stradale di poco conto che ha interessato anche quattro ragazzi di Calusco. Per cause che non sono state ancora chiarite con precisione, tra i coinvolti è nata una diatriba in cui Gramendola si è fatto spazio prendendo le difese dei suoi amici pur non essendo sulle auto incidentate. Di punto in bianco ha iniziato a sferrare una raffica di pugni violentissimi al volto di Ferrandi, facendolo cadere e sbattere la testa sull’asfalto e provocandogli una gravissima emorragia cerebrale.
Già finito agli arresti domiciliati per aver mandato in ospedale un 69enne con un pugno in una maxi rissa scoppiata nell’agosto 2020 all’esterno del Garage Pub di Paderno d’Adda, Gramendola è stato accusato di tentato omicidio aggravato per futili motivi. Nei giorni scorsi, sei mesi dopo l’accaduto, il giovane di Calusco ha ricevuto l’avviso di chiusura della indagini da parte della Procura di Brescia. Ora avrà un paio di settimane per chiedere di essere interrogato, ma se questo non avverrà la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio.

Raccolta fondi per sostenere le spese mediche per la vittima

Nel frattempo, il 33enne residente a Brembate sta pian piano cercando di riprendersi. «Dopo esser stato dimesso dagli Spedali Civili di Brescia è stato ricoverato alla casa di cura «Domus Salutis» di Brescia, ma da un mesetto è tornato a casa - ha raccontato la fidanzata, che per prendersi cura di lui ha deciso di mettere temporaneamente da parte la sua carriera di modella e influencer - Il problema è che ora deve proseguire con la riabilitazione e, visto che tramite il servizio sanitario pubblico dovremmo aspettare mesi, abbiamo dovuto ricorrere al privato. Questa è un’ulteriore ingiustizia: oltre ad aver pagato fisicamente le conseguenze dell’aggressione, ora Carlo deve pagarsi anche le visite».
Ad oggi le condizioni del 33enne, che ha compiuto gli anni proprio venerdì scorso, non sono ancora buone. «I primi di febbraio ha subito un intervento di ricalottamento cranico e al momento è ancora in prognosi riservata. Riesce a parlare, ma ogni tanto fa fatica, e ha ripreso a camminare ma il piede sinistro è totalmente paralizzato... I disagi sono ancora molti e i medici hanno detto che per avere un quadro più chiaro della situazione dobbiamo aspettare che passi almeno un anno».

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