Tribunale

Pensionato di Cologno Monzese investito e ucciso mentre era in vacanza: rinviato a giudizio l'automobilista

L’automobilista, ritenuto l’esclusivo responsabile dell’incidente accaduto il 21 agosto 2020, deve rispondere di omicidio stradale: prima udienza del processo il 26 settembre.

Pensionato di Cologno Monzese investito e ucciso mentre era in vacanza: rinviato a giudizio l'automobilista
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Riscontrando la richiesta del Pubblico Ministero della Procura di Crotone titolare del relativo procedimento penale, la dott.ssa Ines Bellesi, all’esito dell’udienza preliminare tenutasi mercoledì 27 aprile 2022, in Tribunale, il Gup dott.ssa Romina Rizzo ha rinviato a giudizio per il reato di omicidio stradale F. A., il crotonese di 45 anni accusato di aver investito e ucciso con la sua vettura l’ottantatreenne pensionato di Cologno Monzese Antonio Leonardo. 

A darne notizia è lo Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, a cui si sono rivolti i familiari dell'83enne.

Pensionato di Cologno Monzese investito e ucciso mentre era in vacanza: rinviato a giudizio l'automobilista

Il tragico incidente è accaduto il 21 agosto 2020 a Crotone, città di origine della vittima. Il giudice ha quindi fissato per il 26 settembre 2022 la prima udienza del processo a carico dell’imputato, che per ora non ha chiesto riti alternativi: un processo da cui i familiari di Leonardo, che si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano giustizia.

Leonardo, ex operaio della Magneti Marelli, aveva mantenuto solidi legami con la sua città natale dove aveva vissuto per quarant’anni ed era molto conosciuto anche per aver gestito, prima di trasferirsi in Lombardia, un noto negozio d’abbigliamento: ogni estate vi faceva ritorno per trascorrere qualche settimana di vacanza.

L'incidente

La sera del 21 agosto l’83enne che, fatalità, il giorno prima aveva compiuto 83 anni, alle 21 stava attraversando a piedi via Miscello Da Ripe, strada urbana con il limite di 50 km/h, per raggiungere dall’altro lato della strada “piazzale Nettuno”.

"Non era sulle strisce pedonali - sottolinea lo Studio 3A - ma ciò non ha alcun rilievo nello specifico in quanto nel raggio di centro metri non vi era alcun altro attraversamento pedonale, come ha accertato anche l’ing. Luigi Lopez, il consulente tecnico incaricato dal Sostituto Procuratore di redigere una perizia cinematica per stabilire dinamica, cause e responsabilità del sinistro: alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ing. Stefano Romano quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società a cui si sono affidati i congiunti dell’anziano per tutte le attività finalizzate al perseguimento dell’iter risarcitorio, tramite il consulente legale dott. Giuseppe Cilidonio".

Il pensionato aveva quasi terminato di attraversare la strada

"Di più - si legge nel comunicato dello Studio 3A - il pedone, come ha acclarato il Ctu, “era ormai giunto nella fase finale del suo attraversamento, intrapreso da sinistra verso destra della carreggiata”, per citare la richiesta di rinvio a giudizio del magistrato, quand’è stato centrato dalla Toyota Auris condotta dall’indagato che procedeva con direzione centro-periferia a una velocità di 52 km/h (dato certo, la vettura era dotata di scatola nera che ha registrato il “crash” a quell’ora e a quell’andatura) e che, per sua stessa ammissione, non ha proprio visto il pensionato: sull’asfalto non è rimasta alcuna traccia di frenata se non dopo l’urto, né l’automobilista ha compiuto alcuna manovra di emergenza. E questo nonostante il tratto stradale fosse rettilineo e pianeggiante, la serata bella e la strada sufficientemente illuminata, come rilevato dai periti che hanno compiuto un sopralluogo ad hoc in condizioni ambientali simili.
L’impatto, avvenuto al centro della corsia dell’auto, è stato terribile: Leonardo, come ricostruito dall’ing. Lopez, è stato prima urtato all’altezza della gamba destra riportando la frattura della tibia, è stato caricato sul cofano, ha picchiato violentemente il capo sul parabrezza ed è stato sbalzato sull’asfalto sul lato destro della macchina".

Le sue condizioni sono parse subito disperate, è stato allertato l’elisoccorso che lo ha trasportato all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove i medici hanno fatto il possibile per salvarlo, ma i politraumi riportati erano troppo gravi: è spirato poche ore dopo, sabato 22 agosto.

“Pur avendo avuto l’automobilista sufficienti condizioni di avvistabilità e percezione del pericolo e sufficiente
spazio a disposizione per arrestare il veicolo alla velocità con cui viaggiava, non è riuscito a evitare l’investimento
della vittima - conclude la perizia del consulente tecnico della Procura citata nel comunicato dello Studio 3A - L’indagato non si è avveduto in tempo del pericolo, rappresentato dal pedone in fase di attraversamento, pur risultando quest’ultimo ben visibile da una distanza tale che una condotta di guida priva di negligenza, imprudenza e imperizia ne avrebbe impedito l’investimento. Le cause dell’evento sono da imputare alla negligente e imprudente condotta di guida tenuta dal conducente”.

La richiesta di rinvio a giudizio

Di qui dunque la richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pm, che contesta all’automobilista, iscritto da subito nel
registro degli indagati, di aver causato per colpa la morte di Leonardo, colpa consistita appunto nella “negligenza e imprudenza e nella violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”, con partitore riferimento agli articoli 141 e 191 del Codice cella Strada, “per aver omesso di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza onde evitare l’impatto con il pedone, in particolare di frenare e di arrestare tempestivamente la marcia, entro i limiti del suo campo di visibilità”, e per ”non aver consentito ad Antonio Leonardo, che aveva già iniziato l’attraversamento impegnando la carreggiata, di raggiungerne il lato opposto in condizioni di sicurezza”. Richiesta ora accolta dal Giudice per l’udienza preliminare.

La figlia Alessandra e i due amati nipoti dell’anziano, attraverso Studio3A, sono già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma ora si aspettano anche una risposta in sede penale per rendere almeno un po’ di giustizia al papà e al loro nonno.

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