Ricostruzione del delitto

Omicidio di Cologno, l'agguato a Sofia: l'ex fidanzato era nascosto nell'armadio

Zakaria Atqaoui si sarebbe introdotto nell'abitazione della 20enne usando un mazzo di chiavi sottratto il giorno prima, poi l'ha accoltellata nel sonno

Omicidio di Cologno, l'agguato a Sofia: l'ex fidanzato era nascosto nell'armadio
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Il mazzo di chiavi sarebbe stato sottratto il giorno prima dell'omicidio, poi l'entrata nell'appartamento di Cologno Monzese mentre l'ex fidanzata non c'era. Una sicurezza garantita dalle storie su Instagram che Sofia Castelli aveva pubblicato nel corso della serata trascorsa con alcune amiche. L'ultima alle 5.58, riprendendo l'alba in corso Roma, a pochi metri dalla propria casa. La stessa dentro la quale ad attenderla a sua insaputa c'era Zakaria Atqaoui, 23 anni, l'ex fidanzato. Si era nascosto, pare dentro l'armadio della camera, per poi mettere in atto l'agguato quando la 20enne dormiva. Ma pensava che potesse tornare a casa con un nuovo fidanzato?

L'omicidio di Sofia e le chiavi sottratte per mettere in atto l'agguato

Sono agghiaccianti i nuovi dettagli che stanno emergendo in merito al delitto compiuto sabato 29 luglio 2023 nell'immobile nella quale la giovane viveva con la famiglia, assente da Cologno perché in Sardegna. Aspetto di cui Atqaoui era a conoscenza: venerdì sarebbe andato a casa di Sofia (con la quale la relazione durata tre anni era terminata da un paio di settimane) con la scusa di portarle da mangiare. E qui sarebbe scoppiata una lite, l'ultima del loro travagliato fidanzamento, al termine della quale il 23enne avrebbe sottratto le chiavi usate poche ore dopo per entrare nell'appartamento.

La 20enne avrebbe raggiunto poche ore dopo la famiglia in vacanza in Sardegna

Se la vita di Sofia non fosse stata spezzata con diverse coltellate al collo, avrebbe dovuto raggiungere i genitori e il fratello minore in provincia di Sassari, per fare loro una sorpresa e festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni.

L'interrogatorio dell'ex fidanzato 23enne

Nel pomeriggio di sabato, al termine dell'interrogatorio davanti al Pm di Monza Emma Gambardella, Atqaoui era stato ufficialmente fermato come indiziato di delitto, venendo trasportato nel carcere di Monza. Qui, nelle prossime ore, si terrà un altro interrogatorio davanti al Gip brianzolo, oltre alla convalida dell'arresto.

Stando a quanto emerso (ma al momento i Carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni stanno tenendo il massimo riserbo) si farebbe largo l'ipotesi dell'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Ad armare la mano del 23enne, residente a Vimodrone ma cresciuto e bazzicante a Cologno, ci sarebbe stata la gelosia: il non voler arrendersi alla fine della storia con Sofia, che con i genitori l'aveva anche ospitato in quello stesso appartamento per più di un anno. La famiglia Atqaoui, infatti, da tempo è tornata nel suo Paese d'origine, il Marocco.

L'amica di Sofia che dormiva in casa mentre è avvenuto il delitto

Mentre Atqaoui infliggeva i fendenti alla gola della povera Sofia usando un coltello da cucina (trovato dai militari e sequestrato), in casa c'era anche un'amica della 20enne. Anche lei dormiva e non si è accorta di nulla, almeno fino a quando nell'immobile non sono entrati i Carabinieri. Alle 6 del mattino Sofia era ancora viva. Ora c'è da ricostruire con esattezza cosa è accaduto da quando la giovane si è coricata a quando il 23enne, attorno alle 9 dello stesso giorno del delitto, ha intercettato una pattuglia della Polizia Locale. Con gli abiti sporchi di sangue, ha raccontato agli agenti quanto accaduto. Poi il sopralluogo nell'appartamento di corso Roma e la scoperta del corpo senza vita dell'ennesima vittima di femminicidio.

Il sequestro dei cellulari della giovane vittima

Il cellulare di Castelli è stato sequestrato, come pure quello dell'amica che era andata a dormire da lei. Dello smartphone del 23enne, invece, nessuna traccia.

 

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