Visita a sorpesa

L'assessore Gallera agli hotspot Covid di San Giuliano e Gorgonzola FOTO

Il commento: "Strutture efficaci. Un grazie sincero agli operatori per quanto stanno facendo".

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L'assessore Gallera si è presentato a sorpresa oggi, lunedì 14 dicembre 2020, per "constatare l’efficacia di questi centri territoriali dedicati ai cittadini con sintomi Covid".

L'assessore Gallera a Gorgonzola

Visita a sorpresa questa mattina, lunedì 14 dicembre 2020, dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ai centri territoriali Covid di San Giuliano Milanese e Gorgonzola. “Oggi ho voluto constatare l’efficacia di questi centri territoriali dedicati ai cittadini con sintomi Covid e  ringraziare personalmente gli operatori che stanno svolgendo un lavoro di presa in carico straordinario, garantendo diagnosi accurate, cure a assistenza specifica alle persone che non necessitano di un ricovero ospedaliero -  ha detto - I centri territoriali Covid rappresentano un punto di riferimento strategico per la sanità territoriale: in Lombardia ne sono stati finora attivati 40, e altri ancora prenderanno vita nelle prossime settimane”.

L'assessore Gallera agli hotspot Covid di San Giuliano e Gorgonzola
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Come funzionano gli hotspot

Due i centri territoriali Covid della Asst di Melegnano e della Martesana. Il primo, inaugurato il 16 novembre 2020, a San Giuliano Milanese, il secondo, partito il 23 novembre 2020, al Presst di Gorgonzola.
Per ogni hotspot, entrambi coordinati dalla dottoressa Renata Ghelardi, ci sono due medici e un infermiere con il compito di prendersi carico del paziente sospetto positivo o positivo in collaborazione con il suo medico di base. In meno di 45 minuti al paziente viene garantita una visita internistica completa con tampone rapido o molecolare, saturazione, esami del sangue e eco-torace. Sono inoltre previsti accertamenti radiologici su percorsi dedicati.
Per i pazienti in condizioni più delicate, si apre la strada del ricovero in ospedale attraverso un ulteriore passaggio protetto in pronto soccorso. Per gli altri c’è l’assistenza domiciliare con telemonitoraggio. In questo caso possono entrare in gioco le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale). Il Ctc può infatti avvalersi di due medici Usca che Ats ha messo a disposizione per questa attività.
A oggi sono state quasi 400 le persone visitate nelle due strutture che si aggiungono agli oltre 2mila pazienti seguiti dalla centrale servizi interna alla Asst dall’inizio della pandemia. “Noi seguiamo già a domicilio i dimessi da Pronto soccorso e da reparto attraverso la nostra centrale interna che li prende in carico e tiene contatti col medico di medicina generale fino alla negativizzazione del paziente avvalendosi di consulenze specialistiche della Asst - ha spiegato il direttore generale Angelo Cordone - Ora puntiamo a utilizzare, con questa modalità e in accordo coi medici di base, anche il centro territoriale Covid. Obiettivo primario dei due hotspot sarà diminuire la pressione sui nostri Pronto soccorso ospedalieri e dare impulso a quella presa in carico territoriale che tanto può significare nella lotta al virus”.

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