la tragedia

Incidente mortale sul lavoro a Suisio, la vittima abitava in Martesana

La vittima è un 71enne di Trezzano Rosa.

Incidente mortale sul lavoro a Suisio, la vittima abitava in Martesana
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Abitava in Martesana la vittima del tragico infortunio sul lavoro occorso questa mattina, martedì 16 febbraio 2021, a Suisio, nella Bergamasca. Si tratta di un 71enne di Trezzano Rosa.

Incidente mortale a Suisio

La vittima è un lavoratore esterno,  Ambrogio Viganò, di 71 anni, residente a Trezzano Rosa, presente come collaboratore del titolare di una ditta della provincia di Monza Brianza che si occupa di impianti elettrici, che dopo essere salito sul tetto del capannone con una scaletta e mentre stava eseguendo operazioni di manutenzione e sostituzione di lampioncini, è precipitato al suolo.

Un lucernario sfondato

La causa della caduta è stato l'appoggio di un piede del lavoratore su un lucernario della copertura, che si è sfondato sotto il suo peso. Il lucernario era comunque ben visibile e non ci sono testimoni diretti dell'accaduto che possano riferire come si stava muovendo il lavoratore.

La vittima è caduta pesantemente al suolo all'interno del capannone da un dislivello di circa 6 metri, riportando un forte trauma cranico. I lavoratori dell'azienda hanno subito allertato i soccorsi ma l'infortunato è deceduto prima dell'arrivo dei mezzi di soccorso, ambulanza ed elisoccorso, che hanno solo potuto constatarne il decesso.

Sul posto si è portato il personale tecnico di Ats, Ufficio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Bergamo Ovest-Treviglio, per gli accertamenti e la ricostruzione della dinamica dell'accaduto, in collaborazione con il magistrato di turno.

L'intervento di Ats

A parlare dell'accaduto è Sergio Piazzolla, Responsabile Area Specialistica Igiene e Sicurezza del Lavoro - Ufficio Direzione UOC Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria Ats di Bergamo:

“Dall'inchiesta di Polizia Giudiziaria in corso si chiariranno gli aspetti contrattuali e le motivazioni della presenza dell'infortunato sul tetto dell'azienda. In generale possiamo dire che la caduta dall'alto è una modalità di infortunio seppur in diminuzione come frequenza ma sempre ricorrente e di elevata gravità quando accade. L'accesso ai tetti ed alle coperture degli edifici deve avvenire con le apposite misure di sicurezza o fisse (parapetti) o individuali (imbragature collegate ai dispositivi di trattenuta detti anche "linee vita"). E' fondamentale inoltre che prima dei lavori si proceda alla ricognizione preventiva del tetto o della copertura da parte dell'operatore per individuare la presenza di lucernari o di possibili aperture, segnalarli e valutare se circoscriverli con transenne o ripari: spesso la caduta avviene infatti mentre il lavoratore si sta muovendo all'indietro sul tetto e non si avvede della presenza del lucernario”.

Cosa ci faceva lì?

A chiedersi cosa facesse la vittima sul tetto sono le organizzazioni sindacali:

La vittima aveva 71 anni: ora ci chiediamo, a quell’età, cosa facesse sul tetto, a che titolo e con che modalità fosse lì -  e soprattutto con quali tutele e messa in sicurezza. Questi aspetti andranno chiariti dalle autorità competenti” hanno commentato oggi pomeriggio Angelo Chiari per la Cgil, Danilo Mazzola per la Cisl e Angelo Nozza per la Uil di Bergamo. “Resta, intanto, il dolore per una morte tanto assurda quanto inspiegabile, sia per l’età avanzata della vittima che per i motivi per i quali si trovava sul tetto. Sappiamo che era in corso un lavoro di manutenzione affidato a una ditta esterna chiamata per un intervento sull’impianto di illuminazione. Perché la vittima stava partecipando ai lavori? Perché non è stato messo in totale sicurezza, visto il rischio di caduta?”

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