Processo

Ha ucciso la compagna annegandola nell'Adda. Chiesti 22 anni per Carlo Fumagalli

Il processo tornerà in aula il 30 maggio per le conclusioni e la Camera di Consiglio

Ha ucciso la compagna annegandola nell'Adda. Chiesti 22 anni per Carlo Fumagalli
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Venerdì 12 maggio 2023 al Tribunale di Bergamo udienza per l’omicidio di Romina Vento, avvenuto il 19 aprile di un anno fa. Chiesti 22 anni di carcere per il compagno della donna Carlo Fumagalli.

Niente ergastolo

Alla Corte, presieduta da Giovanni Petrillo, il pubblico ministero non ha chiesto l’ergastolo per l’omicida reo confesso, Carlo Fumagalli, il compagno di Romina e padre dei loro due figli. L’istanza è stata invece di 22 anni di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche, che vanno a compensare così aggravante per avere ammazzato la convivente.

Secondo il pm Carmen Santoro Fumagalli ha compiuto effettivamente un percorso di progressiva presa di coscienza di quanto ha commesso. E’ nato tutto in un contesto di fortissima depressione comprovata dai fatti e dalla perizia psichiatrica cui è stato sottoposto già nelle prime fasi dopo il delitto.

 

Nessun dubbio sulla dinamica

L’accusa ha spiegato che non sussistono dubbi sulla dinamica. L’imputato si era lanciato in acqua con l’auto per la compagna. L’unico dubbio che resta, a suo dire, è se inizialmente volesse anche suicidarsi. Dopo l’arresto subito ha subito parlato e confessato.

Il suo percorso è iniziato dopo che ha detto “ho ucciso la mia compagna non so perché”. E’ una persona con una estrema fragilità emotiva che si appoggiava in tutto e per tutto alla sua compagna. Quando questa gli aveva ha detto “Non ti amo più”, il suo equlibrio psicologico era crollato. Aveva interrotto anche l’assunzione dei farmaci che gli erano stati prescritti come terapia. Fragile dunque, ma è sempre stato capace intendere e volere. Ora Fumagalli sta facendo conti con la sua realtà interiore.

ha aggiunto

Le parti civili

Le parti civili hanno condiviso sostanzialmente il delicato discorso dell’accusa.
Elena Radaelli, legale della madre della vittima, Sofia Venerina.

E’ una donna che sta sopravvivendo all’omicidio della figlia.  L’elaborazione del lutto è molto difficile perché è legata alle cause drammatiche della morte. Emblematico a questo riguardo che ripeta spesso “Chissà che freddo ha avuto mia figlia nel fiume”.

ha spiegato il legale.

Secondo l’avvocato la donna ha perso anche diritto invecchiare perché, insieme all’altro figlio, deve occuparsi della crescita dei nipoti come una madre. Radaelli ha rimesso alla Corte la quantificazione del danno. Matteo Anzalone, che assiste Luca Vento, il fratello di Romina, ha invece quantificato danni non patrimoniali in 176.520 euro e chiesto una provvisionale di 90mila.

I figli

Toccanti le parole dell’avvocato dei due ragazzi Rachele Lodetti.

Sono vittime che meritano molto di più rispetto a un risarcimento economico. Avrebbero bisogno di trovare un senso di quanto accaduto, che non può avvenire in un processo pensale. Meritano un futuro senza odio. Mi auguro che da adulti riescano a ricostruire un rapporto con il padre. Lo incontrino, lo guardino negli occhi gli chiedano “perché?” e da lì avviare un percorso di giustizia riparativa come quello intrapreso a suo tempo da Agnese Moro, figlia di Aldo, ucciso dalla Brigate rosse".

ha detto.

Anche la difesa dell’imputato (rappresentata da Luca Bosisio e Carmelo Catalfamo) ha sostanzialmente concordato con l’accusa, sottolineando il percorso intrapreso da Fumagalli.

Il destino ora per lui conta poco e pensa in continuazione a quello che è avvenuto. Era in uno stato di depressione gravissimo.

ha spiegato. La sua richiesta è di 21 anni.

Si tornerà in aula il 30 maggio per le conclusioni e la Camera di Consiglio.

Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta dell'Adda in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 13 maggio 2023.

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