Vertenza

Siae Microelettronica tra incubo esuberi e rischio delocalizzazione in Cina: interrogazione parlamentare del Pd

I dem hanno portato a Roma i destini dell'azienda di Cologno Monzese. Sulla testa dei lavoratori pende una pesante ristrutturazione societaria

Siae Microelettronica tra incubo esuberi e rischio delocalizzazione in Cina: interrogazione parlamentare del Pd
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Da mesi i lavoratori della Siae Microelettronica di Cologno Monzese sono in fase di mobilitazione con scioperi, presidi e tavoli di confronto sindacali.

Ritardi negli stipendi e il timore per il pesante piano di ristrutturazione

Dal ritardo nei pagamenti degli stipendi, ai mancati versamenti al fondo pensionistico, passando per il non riconoscimento del welfare contrattuale. Ma sullo sfondo si staglia il pericolo forse più grande: la volontà di operare una ristrutturazione pesante, Con un'ipotesi di 140 esuberi da realizzare ad aprile 2024, al termine della scadenza del contratto di solidarietà.

Dopo aver ottenuto il sostegno dell'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Zanelli e l'interessamento del Gruppo regionale del Pd, nell'ambito delle audizioni in Regione Lombardia degli scorsi mesi (ce n'è un'altra in programma il 25 gennaio), la questione dell'azienda metalmeccanica di via Buonarroti è finita anche a Roma.

Interrogazione parlamentare del Pd sulla Siae Microelettronica

I deputati del Partito Democratico Silvia Roggiani e Matteo Mauri hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, per sapere "quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere a tutela dei lavoratori e se non ritenga necessario affrontare la situazione attivando immediatamente un tavolo nazionale presso la struttura per le crisi di impresa del Dicastero, al fine di prevenire pesanti conseguenze sociali per 650 famiglie e la delocalizzazione produttiva di un'azienda di interesse nazionale", hanno sottolineato dal partito metropolitano.

"Noi ci battiamo per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nelle istituzioni e nella società - ha sottolineato il segretario dem milanese Alessandro Capelli - Per questo il 25 gennaio saremo al fianco dei sindacati sotto Palazzo Pirelli. Chiediamo un tavolo nazionale, di rivedere il piano di ristrutturazione e di tutelare l’occupazione di questa importante azienda dell’area metropolitana milanese, da anni attiva nel settore strategico delle telecomunicazioni".

L'interrogazione parlamentare parte da un presupposto, per poi allargare l'ambito d'azione fino a toccare il tema dell'interesse nazionale che verrebbe intaccato nel caso in cui dovesse compiersi la ventilata esternalizzazione della produzione.

Ambito di intervento strategico

"La Siae Microelettronica è un’azienda multinazionale di proprietà italiana strategica a livello nazionale nel settore delle telecomunicazioni, che in passato ha beneficiato e continuerà a farlo del supporto governativo e di finanziamenti pubblici destinati a sostenere l'innovazione e la competitività dell’industria italiana - hanno sottolineato Roggiani e Mauri - All’interno dell’azienda, che si occupa di ponti radio e trasmissioni ed è attiva nell'ambito della ricerca mantenendo una forte vocazione anche produttiva, lavorano complessivamente 650 addetti tutti specializzati".

Nonostante questa strategicità, e complice una mancanza di liquidità,  "i lavoratori hanno più volte denunciato le difficili condizioni di lavoro a causa del ritardo sui pagamenti degli stipendi, dei mancati versamenti al fondo pensione dei lavoratori e del mancato riconoscimento del welfare contrattuale. Sono già state utilizzate forme di ammortizzatori sociali e al termine della cassa integrazione ordinaria si è optato per un contratto di solidarietà di un anno".

Ed è a questo punto che si inserisce l'annunciato piano "di rilancio" esposto a inizio dicembre 2023, con una ricapitalizzazione di 43 milioni di euro, che però si è tramutato anche in altro.

Rischio delocalizzazione per l'ingresso di un nuovo socio cinese

"Siae ha annunciato la volontà di operare una ristrutturazione pesante, con un'ipotesi di 140 esuberi da realizzare ad aprile 2024, al termine della scadenza del contratto di solidarietà - hanno proseguito i due parlamentari - Con il passare del tempo si consolida l'ipotesi che nell’assetto societario possa entrare con un peso significativo un socio cinese. La stessa azienda ha fatto trasparire in modo netto la volontà di delocalizzare quasi completamente, in tempi molto brevi, la produzione".

Da qui la "viva preoccupazione" per le ricadute che questo passaggio porterebbe non sé non solo sui lavoratori di Siae, ma anche su quelli delle controllate Sm Optics e Sm Tecno.

"Ci risulta che l'azienda abbia anche contestualmente attivato canali per ottenere prestiti da Istituzioni a controllo pubblico - hanno concluso Roggiani e Mauri - Il Decreto legge Aiuti ter 144/2022 prevede un'ulteriore stretta sui datori di lavoro che intendono delocalizzare o cessare le attività. Sarebbe molto importante che, alla luce della dimensione e della strategicità dell'azienda, la situazione della Siae Microelettronica Spa venga portata immediatamente all'attenzione del Governo".

I quesiti posti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Da qui l'interrogazione per sapere se il ministero "sia a conoscenza dei fatti esposti, quali iniziative urgenti intenda assumere a tutela dei lavoratori della Siae Microelettronica Spa e se non ritenga necessario affrontare la situazione attivando immediatamente un tavolo nazionale presso la struttura per le crisi di impresa, al fine di prevenire pesanti conseguenze sociali per 650 famiglie e la delocalizzazione produttiva di un'azienda di interesse nazionale".

La questione affrontata anche in Regione, aspettando il 25 gennaio

"Massima solidarietà ai lavoratori della Siae Microelettronica di Cologno Monzese a cui la proprietà prospetta una razionalizzazione da 140 esuberi, una eventualità che va assolutamente scongiurata - ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Simone Negri - Avremo i rappresentanti dei lavoratori in audizione in Commissione attività produttive del Consiglio regionale il 25 gennaio e mi auguro che questa volta, a differenza della precedente, gli esponenti del centrodestra in Regione siano meno superficiali rispetto a quanto accaduto il 30 ottobre 2023, quando di fronte a un semplice annuncio di una possibile ricapitalizzazione avevano cantato vittoria e lodato l’intervento della Giunta Fontana, senza che fosse presentato il nuovo piano industriale né alle istituzioni né alle rappresentanze dei lavoratori. Mancavano proprio i presupposti. Purtroppo situazioni come queste non si risolvono con le chiacchiere, ma con un lavoro molto concreto, quello che la Regione evidentemente non è stata fin qui in grado di fare. Siamo a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie e continueremo a fare pressione perché le istituzioni si occupino di loro e del loro futuro".

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