Ernesto Bassini ha smesso di combattere: Caleppio piange il reduce di guerra
Aveva 103 anni ed era l’uomo più anziano della frazione, che l’ha salutato commossa

Ernesto Bassini e la guerra erano una cosa sola. Forse grazie alle sofferenze e alle fatiche che ha dovuto affrontare è riuscito a raggiungere la veneranda età di 103 anni. Ma sabato scorso, 16 agosto 2025, la frazione di Caleppio si è trovata a doverlo salutare per l’ultima volta.
Tutta la frazione lo ha salutato
Ernesto Bassini, classe di ferro 1922, è cresciuto a Paullo e poi, dopo aver incontrato l’amata moglie Maria Melotti, si è trasferito a Settala. Prima in via Turati, poi in via Salvemini e infine in via Giovanni XXIII dove, circondato dall’affetto dei figli Fabrizio, Tiziana, Graziella e Manuela e di tutta la frazione, proprio negli ultimi anni ha trascorso i compleanni a tre cifre, ogni 9 agosto, in pompa magna. Perché era in strada che la frazione festeggiava il suo cittadino più anziano con musica e un pezzo di torta.
Un testimone della Seconda guerra mondiale
Ma il paese lo ricorda per motivi ancora più importanti. A partire dal fatto che è stato uno dei pochi e preziosi testimoni della Seconda guerra mondiale, sopravvissuto alla ritirata dalla Russia dopo la battaglia sul fiume Don e alle ripercussioni dei nazisti. A soli 19 anni fu chiamato dal distretto militare di Lodi per recarsi a Fossano, in provincia di Cuneo, dove rimase fino al maggio del ’42, quando vennero chiesti rinforzi per il fronte sul Don in Russia.
La sorte però gli ha voluto bene. Infatti la fortuna ha messo sul cammino di Bassini una coppia russa, che l’ha protetto e ospitato sino al maggio del ’43, quando li aveva salutati commosso per poi fare ritorno a Settala solo nell’ottobre di quell’anno.
L’associazione Combattenti, reduci e simpatizzanti, col patrocinio del Comune, aveva anche consegnato la benemerenza a Bassini in occasione del suo centesimo compleanno, anticipando i primi festeggiamenti alla simbolica data del 25 aprile.
Il ricordo della famiglia e dei cari
Papà era un uomo tutto d’un pezzo. Ha sempre detto che non tollerava la falsità, aveva la faccia pulita. Ed è riuscito a trasmetterci gli stessi valori. Lui e la mamma dicevano di essere una cosa sola, lo stesso corpo e la stessa anima. Tant’è che è riuscito a starle distante, dopo la sua dipartita, per soli sei anni.
hanno raccontato i figli.
Ordine e pulizia erano i pochi argomenti di discussione in famiglia.
La sua passione era l’orto. Lo coltivava come se fosse un giardino. Era un guardiano, rigoroso e ordinato, preciso e quasi maniacale. Riprendeva la mamma per questo. Diceva sempre che era arrivato fino a quell’età perché non aveva mai lavorato. Ma tutti sapevamo che non si era mai risparmiato, nemmeno un giorno.
hanno proseguito.
Sabato scorso, nonostante fosse il giorno successivo a Ferragosto, c’era tantissima gente a portargli l’ultimo saluto. Tra queste Luana Moglia, la nipote acquisita, con cui trascorreva le domeniche pomeriggio giocando a carte nella sua trattoria e che lo ha ricordato con affetto: "Ciao nonno Basso, grazie per avermi insegnato a vivere".