Cronaca

Dopo le proteste e le violenze, i licenziamenti: a casa 40 operai

Da mesi prosegue lo scontro fuori dalle logistiche di Vimodrone, Truccazzano e Pozzuolo. Ora è arrivata la prima conseguenza.

Dopo le proteste e le violenze, i licenziamenti: a casa 40 operai
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Sono stati mesi di tensione fuori dalle logistiche di Vimodrone, Truccazzano e Pozzuolo Martesana. Mesi di proteste, picchetti e spesso violenze, che hanno coinvolto da un lato i Si Cobas e dall'altro Lgd, cooperativa attiva dal 2013 nella grande distribuzione e con circa 1.200 operai. Alla base dello scontro, uno stato di agitazione proclamato dalla sigla sindacale per presunte irregolarità da parte dell'azienda. Ora è arrivato il primo risultato di queste tensioni: 40 licenziamenti.

Licenziati 40 operai dopo le proteste alle logistiche

A confermare l'allontanamento di 40 operai è stata la stessa Lgd in una nota diffusa oggi, giovedì 14 ottobre 2021.

Su basi assolutamente inconsistenti, alcuni lavoratori della Lgd hanno bloccato per ben diciotto volte in un mese le piattaforme logistiche di Truccazzano, Vimodrone e Pozzuolo Martesana, non permettendo l’entrata e l’uscita di mezzi, merci e persone e quindi la regolarità delle operazioni commerciali - si legge nel documento - Il forte impegno della Prefettura e la disponibilità dell’azienda a numerosi incontri, non sono bastate a trovare soluzioni conservative a valle di una assunzione formale di responsabilità dei lavoratori per i gravi fatti commessi, che i lavoratori si sono più volte rifiutati di sottoscrivere. Tali manifestazioni, illecite e spesso violente, pongono Lgd di fronte al concreto rischio di sopravvivenza economica, considerando che la Cooperativa occupa altri 1.200 lavoratori, tra dipendenti e soci.

Anche il presidente della cooperativa Giuseppe Ghezzi ha confermato la linea Lgd.

Ancora oggi non comprendiamo la ragione della violenza delle azioni poste in essere, sfociate anche in una aggressione fisica nei confronti di un dipendente che si recava al lavoro nel sito di Pozzuolo Martesana. Questi comportamenti illeciti e violenti, che stigmatizziamo con decisione, certamente non rientrano nel diritto di sciopero, come sostenuto dai rappresentanti dei lavoratori, istituto che per noi ha un grande significato e valore. Questa decisione, seppur difficile, è la conseguenza di azioni irresponsabili, senza alcun fondamento concreto, che non possono non essere sanzionate anche nel rispetto degli altri lavoratori che hanno subito queste continue provocazioni senza far mancare mai il loro impegno. 

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