La storia

"Ci piacerebbe conoscere chi ha ricevuto gli organi di nostro figlio"

Mamma Barbara Taormina e papà Nicola Picone hanno lanciato un appello per cercare di entrare in contatto con chi ha ricevuto gli organi del 23enne di Pioltello scomparso ad aprile.

"Ci piacerebbe conoscere  chi ha ricevuto gli organi di nostro figlio"
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«Non si tratta di curiosità morbosa, anzi non sappiamo nemmeno cosa ci spinge a lanciare questo appello. Eppure ci piacerebbe conoscere chi ha ricevuto gli organi di nostro figlio, Pasquale ». Quando parlano non riescono a nascondere la commozione Barbara Taormina e Nicola Picone, mamma e papà del 23enne che ad aprile ha perso la vita a seguito di un malore che lo ha colpito mentre si trovava nella sua abitazione. A nulla era valsa la corsa sino al Pronto soccorso del San Raffale di Segrate, Pasquale si era spento qualche giorno dopo nel letto dell’ospedale.

L’assenso alla donazione

Un cerchio che si è aperto proprio mentre si trovavano al capezzale del figlio, mentre i medici dicevano loro che per il 23enne non c’era più niente da fare. «Ci hanno detto di valutare la possibilità della donazione degli organi - ha raccontato papà Nicola - Sinceramente io non l’avevo neanche mai presa in considerazione, più per motivi irrazionali che per altro. E’ stata la mamma che ha trovato le parole giuste per convincerci a firmare il nullaosta».

Anche perché Barbara aveva accompagnato Pasquale a rinnovare la carta d’identità e in quell’occasione avevano discusso proprio sul consenso al trapianto degli organi. «Non aveva una posizione, ma mi sono resa conto che la questione lo aveva toccato - ha proseguito Barbara - Come tutti i ventenni si sentiva invincibile e quindi ha detto che ci avrebbe pensato quando sarebbe stato il momento».

Così in quella corsia ospedaliera sono stati i genitori a dover decidere al posto suo. «Ho subito dato il consenso perché da sempre ho questa convinzione», ha aggiunto Barbara, che ha dovuto poi convincere Nicola che era più titubante. «Alla fine mi sono messo nei panni di genitori che hanno un figlio che aspetta un trapianto come unica speranza di sopravvivenza e ho firmato - le ha fatto eco l’ex marito - Devo dire che abbiamo avuto pochissimo tempo per decidere. Anzi, prima avevo detto di “no”, poi sono tornato sui miei passi e ho firmato. Ancora oggi faccio fatica a spiegare le emozioni che ho provato in quel momento, ma anche le sensazioni che tutt’ora sento».

Dove sono andati gli organi

A Pasquale sono stati prelevati i reni, il fegato e le valvole del cuore. Operazione che è stata eseguita al San Raffaele tra il 12 e il 13 aprile. «Ci è arrivato un documento in cui ci ringraziavano della scelta che avevamo fatto e ci dicevano a che ospedali erano diretti gli organi: i reni sono rimasti al San Raffaele di Segrate, il fegato è andato a Niguarda a Milano e le valvole cardiache al Monzino - hanno proseguito - Sin da subito ci sarebbe piaciuto sapere a chi erano destinati gli organi, ci avrebbe reso felici. Forse avrebbe attenuato il dolore che in quel momento stavamo provando. Passati i mesi ci siamo resi conto che questo pensiero ce lo abbiamo ancora: non vogliamo essere assillanti, non vogliamo nemmeno creare un legame “forzato” con chi ha ricevuto la donazione, ci piacerebbe soltanto guardare queste persone negli occhi e sapere che stanno bene».

Chiaramente sono consapevoli che la legge vieta al personale sanitario o alle associazioni che si occupano di donazioni di rivelare questi dati. «Abbiamo visto in rete video di incontri tra donatori e riceventi e sono state esperienze fantastiche - hanno proseguito - Per noi forse sarebbe come chiudere un cerchio. Basterebbe anche un contatto anonimo, una mail o una telefonata che ci arriva anche per interposta persona».

Una pagina Facebook per lui

Per ricordare il figlio hanno aperto una pagina Facebook dal titolo «Pasquale sempre con noi», uno spazio aperto a tutti coloro che hanno conosciuto il 23enne e che vogliono condividere ricordi, messaggi e fotografie di momenti vissuti insieme. Proprio questa pagina potrebbe diventare il tramite giusto per avere informazioni su chi ha ricevuto gli organi di loro figlio.

«Oggi siamo ancora più convinti della scelta fatta in quelle poche ore e tornando indietro firmeremmo di nuovo per quel “sì”, anche se non dovessimo mai conoscere chi ha ricevuto gli organi - hanno concluso Barbara e Nicola - Come detto questo incontro, fisico o no, sarebbe un modo per chiudere un cerchio intorno a questa esperienza senza che necessariamente debba nascere qualcosa dopo».

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