Asfalti Brianza vuole riaprire e presenta ricorso al Tar contro la chiusura
L'azienda ai confini con Brugherio, da anni al centro di battaglie per le emissioni inquinanti e le molestie olfattive, tenta la carta legale.
Asfalti Brianza vuole riaprire e presenta ricorso al Tar contro la chiusura. L'azienda con sede a Concorezzo, ai confini con Brugherio e da anni al centro di battaglie per le emissioni inquinanti e le molestie olfattive, tenta la carta legale.
Asfalti Brianza vuole riaprire e va in Tribunale
Asfalti Brianza vuole tornare a produrre bitume. Lo ha fatto capire apertamente con un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, con il quale mira a ottenere la revoca della sospensione dell’Autorizzazione unica ambientale decisa nei mesi scorsi dalla Provincia di Monza e Brianza a seguito dell’emergere di diverse irregolarità e del superamento dei limiti delle sostanze inquinanti (e potenzialmente cancerogene) liberate in atmosfera. Uno strumento, l’Aua, necessario per poter riaccendere il bruciatore.
La scelta di ricorrere al Tar è stata presa dopo anni di accese polemiche (e paure) sollevate dai cittadini a seguito delle emissioni che producevano enormi molestie olfattive.
L'intervento della Procura e il sequestro
Che potesse essere questa la strada lo si era capito subito all’indomani dell’ultima Conferenza dei servizi, durante la quale Asfalti Brianza (che ha subìto provvedimenti di sequestro da parte della Procura) non aveva nascosto il proprio malcontento davanti ai pareri negativi dei vari enti presenti al tavolo, che si erano opposti alla richiesta di aumento della produzione e all’allungamento degli orari di lavoro.
Lunga la serie di impegni che l’azienda non ha rispettato. A tornare su questo argomento è stato il Comitato Sant’Albino San Damiano.
"Vorremmo ricordare che AB è sotto sequestro non per qualche strana sanzione amministrativa di qualche ente o per le pressioni dell’opinione pubblica, come sostengono i suoi avvocati, ma per un sequestro da parte della Procura di Monza, le cui indagini sono secretate - hanno commentato dall’associazione - I veri dati di fatto accertati sono che da una verifica al camino di un anno fa, su quattordici campionamenti in nove casi emerse il superamento del benzene".
Le rilevazioni fatti dall'Arpa
Ci sono poi i dati rilevati dalle centraline Arpa posizionate a Concorezzo e a Sant’Albino. "Il rischio tossicologico è 40 volte superiore alla norma, mentre quello cancerogeno supera di 30 il limite di tollerabilità", hanno aggiunto dal comitato.