L'appuntamento

A Brugherio si torna a parlare di Sergio Ramelli: Fratelli d'Italia presenta un libro

L'iniziativa organizzata dal partito di maggioranza: presenti, oltre agli autori, anche il sottosegretario Frassinetti e l'assessore regionale La Russa

A Brugherio si torna a parlare di Sergio Ramelli: Fratelli d'Italia presenta un libro
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Il nome di Sergio Ramelli continua ad aleggiare su Brugherio, a quasi 50 anni dal suo omicidio.

A Brugherio si parla ancora di Sergio Ramelli

Prima venne la proposta di Fratelli d’Italia d’intitolare una via o un parco al militante del Fronte della gioventù ucciso nel 1975 a Milano, a soli 19 anni, da un gruppo della sinistra extraparlamentare: l’ordine del giorno (in attesa che torni a breve al vaglio del parlamentino) a novembre non venne discusso in Consiglio comunale, con una seduta parecchio accesa terminata pure con l’intervento dei Carabinieri.

Poi fu la volta dell’esposizione di un grosso striscione sulla cancellata del Parco di Villa Fiorita, a opera del Blocco studentesco, organizzazione giovanile collegata al movimento di estrema destra Casapound.

La presentazione del libro in sala consiliare

Ora si prospetta la presentazione di un libro dedicato a Ramelli, scritto a più mani anche dall’ex assessore di Monza (e di FdI) Andrea Arbizzoni. L’appuntamento, con un dispiegamento di Forze dell’ordine che si annuncia importante, è fissato per venerdì 24 gennaio 2025, alle 21, nella sala consiliare di piazza Battisti. Oltre ad Arbizzoni saranno presenti l'altro autore del libro, Guido Giraudo, il sottosegretario all'Istruzione del Governo Meloni Paola Frassinetti, l'assessore regionale Romano La Russa e l'assessore brugherese allo Sport Vincenzo Imperato.

La presentazione del volume (come l’ordine del giorno dell’intitolazione a Ramelli) è un’iniziativa di Fratelli d’Italia.

"Non è stato chiesto il patrocinio all’Amministrazione, la sala consiliare è stata messa a disposizione a pagamento - ha messo in chiaro il sindaco Roberto Assi - Anche se fosse stata presentata la richiesta, non sarebbe stato opportuno riconoscerlo, visto che si tratta di un evento promosso da un partito politico".

FdI: "Sia in momento di riflessione collettiva"

In una lunga nota, il circolo brugherese di FdI ha spiegato il perché di questa presentazione. E del perché, a suo dire, si debba continuare a parlare di Ramelli, assunto a "simbolo" della destra italiana che affonda le radici in An e ancora prima nel Movimento sociale italiano.

"Viviamo tempi inquietanti, in cui la violenza sembra riemergere con forza, avvelenando il tessuto sociale e inquinando il dibattito pubblico. La sopraffazione, fisica e verbale, ha sostituito il confronto. È necessario fermarsi, riflettere e riscoprire il senso profondo del dialogo, della democrazia e del rispetto reciproco. In memoria di Sergio Ramelli e di tanti giovani che negli anni bui degli anni Settanta hanno perso la vita in un clima di scontro ideologico e odio politico, vogliamo lanciare un messaggio chiaro: mai più violenza. Ramelli, come altri, fu vittima di un’epoca in cui le idee non erano più strumenti di crescita, ma pretesti per annientare l’altro, per negare il diritto di esistere. Oggi, a distanza di decenni, non possiamo permettere che la storia si ripeta. Invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare a questo evento culturale, che non vuole essere una celebrazione, ma un momento di riflessione collettiva. Un’occasione per fermarsi e comprendere come la violenza, in ogni sua forma, sia l’antitesi della democrazia e della libertà. La violenza non solo distrugge vite umane, ma spezza il tessuto di una comunità, impedendo la crescita e il progresso. Rivolgiamo un appello soprattutto ai giovani, affinché comprendano che l’opposizione di idee è parte della crescita personale e collettiva. È normale avere visioni diverse, opporsi a valori costituiti, contestare. Ma il confronto, anche duro e appassionato, deve sempre fondarsi sul rispetto e sul riconoscimento dell’altro come persona. Non dobbiamo mai confondere il dissenso con l’odio. Pensare in modo diverso non rende l’altro un nemico da abbattere, ma un interlocutore con cui confrontarsi, anche restando su posizioni divergenti. È proprio nel confronto dialettico che si fortifica la democrazia: idee differenti contribuiscono, in modo alternato, alla crescita collettiva. La pluralità di pensiero è una risorsa, non una minaccia. Viviamo in un’epoca di iperconnessione, dove i social media moltiplicano le possibilità di incontro, ma anche di scontro e isolamento. È necessario recuperare il valore dell’incontro autentico, guardarsi negli occhi, ascoltare le emozioni dell’altro senza l’urgenza di prevalere. Solo così possiamo davvero costruire una società fondata sul rispetto reciproco. Questa manifestazione e le riflessioni che la accompagnano vogliono essere un monito e un invito. Un monito contro il ripetersi di tragedie che hanno già segnato la nostra storia. Un invito alla partecipazione attiva, alla presa di coscienza collettiva che solo attraverso il confronto e la comprensione reciproca possiamo costruire una società più giusta e libera. Oggi, più che mai, è tempo di risognare. Risognare una società in cui il dialogo non sia soffocato dal rancore, ma alimentato dalla voglia di comprendere. Una società in cui la diversità di pensiero non sia vista come una minaccia, ma come un’opportunità di crescita. È questo il messaggio che vogliamo lasciare: la violenza è sempre una sconfitta. La democrazia si nutre di idee, di confronto, di rispetto. Costruiamo insieme un futuro in cui il pensiero critico e il sogno di un mondo migliore siano le vere armi per cambiare la realtà. Partecipiamo, riflettiamo, agiamo. Insieme".

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