Fidanzati morti in autostrada La sentenza
Decisa la pena per l'investitore dei fidanzati morti in autostrada.
Fidanzati morti, la condanna
"E’ come se fossero morti due volte, questa sentenza li ha uccisi ancora di nuovo". Sono amareggiati e arrabbiati i familiari di Francesca Squeo, 23enne di Cassano d’Adda, e Giuseppe Algeri, 27enne di Pessano con Bornago, per tutti "Fra e Gis", i fidanzati che hanno perso la vita nell’agosto del 2015 lungo l’autostrada A4, tra Dalmine e Capriate. A provocare l’incidente era stato l’imprenditore Cristian Vitali, amministratore delegato dell’omonima impresa di costruzioni di Cisano Bergamasco.
La sentenza
La sentenza, pronunciata dal giudice Massimiliano Magliacani, è stata emessa giovedì mattina. Un anno e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo (con pena sospesa perché incensurato) e il ritiro della patente per quattro anni. Una vera e propria delusione per i parenti delle vittime e per il pubblico ministero Carmen Pugliese che, al termine della requisitoria, aveva chiesto una condanna a cinque anni.
La rabbia dei familiari
"Questa non è la giustizia che volevamo e che abbiamo più volte chiesto - hanno detto Vincenzo Squeo e Maria Russo, i genitori di Francesca, residenti a Cascine San Pietro - La pena è troppo bassa, avrebbero dovuto dargli molti più anni. Con noi non si è fatto sentire, non ha mai pronunciato una parola di pentimento, non si è mai fatto vedere in aula. Il comportamento di una persona tutt’altro che addolorata. Non c’è stata nessuna considerazione per il nostro dolore".
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