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Un nuovo impianto di trattamento rifiuti a Inzago? Occorre dimostrarne la sostenibilità

Le motivazioni della bocciatura con richiesta di integrazione dell'attuale progetto presentato dalla società Systema ambiente

Un nuovo impianto di trattamento rifiuti a Inzago? Occorre dimostrarne la sostenibilità

La Città metropolitana ha bocciato, così come è attualmente, la proposta di realizzare un impianto di trattamento rifiuti all’interno della discarica di Inzago. Ha infatti inviato una richiesta di integrazioni a Systema Ambiente, proponente del progetto, molto articolata e dettagliata dimostrando tra l’altro la sostenibilità, anche economica, dell’impianto e considerando il contesto territoriale.

Se l’azienda vorrà procedere nel progetto, dovrà adeguare l’attuale pianificazione alle richieste di Palazzo Isimbardi.

Le fasi della vicenda

Per capire meglio i dettagli del provvedimento di Città metropolitana è bene richiamare le diverse fasi della vicenda.

La Società Systema Ambiente, che gestisce un’installazione esistente in località Cascina Redenta, ha presentato una richiesta per ottenere il Provvedimento Autorizzatorio Unico (Pau). Questo permesso è finalizzato alla realizzazione di un nuovo impianto per il trattamento e recupero di rifiuti speciali non pericolosi, da ubicare all’interno del sito già esistente. L’istanza è stata presentata alla Città metropolitana l’11 novembre 2024.

Il progetto, pur rientrando nelle tipologie per le quali la Valutazione di impatto ambientale non sarebbe obbligatoria è stato volontariamente assoggettato a Via dalla società.

Il  15 maggio 2025 è stata indetta e si è conclusa una Conferenza di servizi in modalità sincrona e telematica, con l’obiettivo di acquisire tutte le autorizzazioni e pareri necessari per il progetto.

A seguito di questa conferenza e delle osservazioni pervenute, tra cui quelle dei Vigili del Fuoco, Ats, Settore Rifiuti e Bonifiche di CMMi, Arpa Lombardia e il Comune di Inzago 6, la Città metropolitana di Milano ha ritenuto necessario richiedere integrazioni documentali ai proponenti.

Le principali richieste di integrazione

Ecco le principali richieste di integrazione da parte della Città Metropolitana:

  • Lo Studio di Impatto Ambientale (Sia) deve chiarire le motivazioni alla base della scelta progettuale e dimostrare la sostenibilità, anche economica, dell’impianto, considerando il contesto territoriale della Città metropolitana di Milano.
  • È richiesta un’analisi approfondita delle alternative considerate, inclusa l’opzione “zero” (mancata realizzazione del progetto), evidenziando l’impatto su diverse componenti ambientali e come la domanda di trattamento rifiuti sia oggi gestita e come evolverebbe negli scenari futuri.
  • Particolare attenzione deve essere dedicata all’interrelazione tra il nuovo impianto e l’attuale discarica autorizzata, sviluppando scenari di mercato futuri con e senza l’impianto e le motivazioni per la sua realizzazione sia a discarica attiva che a discarica chiusa.
  • Devono essere valutati gli scenari di progetto anche sulla base di indagini di mercato e analisi costi/benefici (economici e ambientali), per dimostrare la sostenibilità della gestione, in particolare per la vendita dei Cer (Codici Europei Rifiuti) nei quantitativi ipotizzati.

I riferimenti urbanistici da tenere presente:

Secondo Città metropolitana il progetto deve dimostrare la sua ammissibilità alla luce del quadro programmatico esistente e la coerenza delle destinazioni urbanistiche del sito con i criteri del Piano Regionale Gestione Rifiuti.

È necessario approfondire la necessità di una variante urbanistica agli atti del Piano di governo del territorio vigente del Comune di Inzago, eventualmente tramite la definizione di una nuova Convenzione edilizia che stabilisca le variazioni degli accordi esistenti e le condizioni per la realizzazione dei nuovi impianti.

Il contesto territoriale

Non è finita. Lo studio deve adeguatamente valutare il cumulo degli impianti presenti nel territorio, ricostruendo uno scenario di riferimento attendibile che includa le attività esistenti e gli impianti autorizzati ma non ancora realizzati (ad esempio impianto di captazione e recupero energetico del biogas a Masate).

Le valutazioni devono essere sviluppate per scenari temporali e impiantistici diversi, considerando anche l’incidenza su particolari segmenti di mercato.

È fondamentale poi esplicitare le valutazioni negli scenari di “discarica attiva” e “discarica chiusa”, in quest’ultimo caso considerando l’importante traffico generato dall’impianto.

La dispersione degli inquinanti atmosferici

Secondo Palazzo Isimbardi lo studio modellistico di dispersione degli inquinanti atmosferici deve essere approfondito, includendo lo stato ante operam, stime previsionali ai recettori con valori emissivi più cautelativi e il funzionamento massimo teorico dell’impianto.

La valutazione sanitaria del rischio per l’esposizione dei recettori deve essere effettuata con un approccio epidemiologico, anziché solo tossicologico.

È richiesto uno studio previsionale sulle emissioni odorigene in atmosfera, dato che il progetto introduce nuove sorgenti non ancora valutate.

Infine, è necessario approfondire lo scenario di funzionamento dell’impianto a discarica chiusa, l’impatto delle emissioni da traffico verso/dall’impianto e delle emissioni acustiche a discarica in funzione.