Ex sacerdote consigliere in casa di riposo accusato di molestie su minori
Nuovi guai giudiziari a Sesto San Giovanni per il 57enne Gabriele Corsani. Più grave la posizione del 41enne Daniele Cannone, che deve rispondere di violenza sessuale

L'ex sacerdote e membro in carica della Fondazione La Pelucca di Sesto San Giovanni Gabriele Corsani, 57 anni, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di molestie su minori. A presentare denuncia sono stati due ragazzini, all'epoca dei fatti (nel 2024) avevano 15 e 16 anni, sospesi dalla loro scuola superiore per varie intemperanze e motivi disciplinari. Avevano dato vita a una violenta rissa. Per questo motivo erano stati assegnati a un programma di volontariato alla Rsa sestese, dove invece, secondo i reati contestati, si sono ritrovati vittime di abusi.
Rinvii a giudizio per molestie e violenza sessuale su minori
Nei guai anche il 41enne Daniele Cannone, che deve però rispondere della più pesante accusa di violenza sessuale. Come "tutor" dei due minorenni, li avrebbe palpeggiati a più riprese nelle parti intime.
Corsani avrebbe inviato "numerosi messaggi osceni" sul cellulare di uno degli adolescenti, chiedendogli se si fosse lavato le parti intime e se avesse voluto dormire nel "lettone" con lui e "altri tre minorenni". Il tutto "approfittando della sua qualità di responsabile della Rsa", ha evidenziato la Procura.
Corsani, nei suoi anni da religioso durante i quali era stato vicino alla famiglia Berlusconi, per la quale aveva celebrato i funerali della madre del Cavaliere, era finito sotto processo per altri reati di natura sessuale contro alcuni allievi di un istituto scolastico del Milanese, per episodi avvenuti una decina di anni fa durante un soggiorno estivo di gruppo in Romagna. Vicenda che lo aveva visto condannato in primo grado al Tribunale di Rimini a tre anni e quattro mesi e assolto in appello a Bologna, per il mancato riconoscimento di un’aggravante che aveva fatto cadere l’accusa per tardività della querela.
Si torna in aula a ottobre
Si tornerà al Tribunale di Monza a ottobre, quando la difesa discuterà il processo abbreviato per Corsani, che vuole essere sentito dal giudice, mentre nessun rito alternativo è stato chiesto da Cannone, che si proclama innocente.
Le ripercussioni politiche
La vicenda giudiziaria incentrata su Corsani è diventata anche un caso politico. Il Pd, all'opposizione in Consiglio comunale, ha parlato di "sgomento e profonda preoccupazione".
"Sebbene Corsani non sia stato nominato direttamente dal sindaco (Roberto Di Stefano, ndr), ma da terzi, resta una figura da tempo vicina al centrodestra cittadino e all’attuale Amministrazione - ha evidenziato Ernesto Guido Gatti, capogruppo del Pd - Per questo ci rivolgiamo al primo cittadino, al presidente della Fondazione Pelucca Giuseppe Nicosia e alla Giunta tutta: eravate all’oscuro di tutto, e quindi inconsapevoli di ciò che accadeva all’interno di una partecipata del Comune, coinvolgendo anche minori, oppure eravate a conoscenza e avete taciuto? Qualora dovesse essere confermata la seconda ipotesi, si configurerebbe una responsabilità politica di sconvolgente gravità. Chiediamo al sindaco Di Stefano di riferire immediatamente in Consiglio comunale, assumendosi la responsabilità politica e morale di fronte a un fatto che mina la dignità di una partecipata comunale. Almeno fino al completo accertamento dei fatti, non può restare in carica. Non ci fermeremo fino a che non verrà fatta piena luce su quanto accaduto e sulle responsabilità ad ogni livello. La tutela dei minori, la trasparenza amministrativa e la dignità delle istituzioni non sono negoziabili".
"Siamo fermamente convinti della presunzione di innocenza, un principio cardine dello Stato di diritto che difendiamo con forza - ha aggiunto Marco Tremolada, segretario cittadino dei dem Tuttavia questo principio non può e non deve diventare un alibi per l'immobilismo politico. In gioco c’è l’integrità morale di una partecipata pubblica, la credibilità delle istituzioni cittadine, la fiducia dei cittadini".