Teneva un gheppio chiuso in gabbia: denunciato per furto venatorio
Il controllo eseguito a Brembate dal Nucleo Cites Bergamo: nei guai un 50enne
![Teneva un gheppio chiuso in gabbia: denunciato per furto venatorio](https://primalamartesana.it/media/2025/02/gheppio-1-e1739093537637-420x252.jpg)
Un gheppio in una gabbia e trenta uccelli d'allevamento: sono questi gli animali dei quali si sono presi cura nell'ultima settimana i Carabinieri per la Tutela forestale della Bergamasca, coordinati dal gruppo di difesa.
Un gheppio in gabbia
In particolare, a Brembate, il Nucleo Cites Bergamo è intervenuto a seguito di una segnalazione circa una probabile illecita detenzione di un falco. Effettivamente l'uomo, un cinquantenne, deteneva senza alcuna autorizzazione un gheppio (falco tinnunculus) all'interno di una gabbia posta nel giardino di proprietà.
Ne parlano anche i colleghi di Prima Bergamo. In Italia il gheppio è uniformemente distribuito dall'arco alpino fino alle estreme latitudini meridionali della Penisola: nidifica in rocce, alberi, edifici, a qualunque altezza superiore al metro, si nutre di roditori, grossi insetti, lucertole e piccoli uccelli. Per la sua tutela è importante mantenere paesaggi agricoli non intensivi ed in ambito urbano (e rurale, ove la specie nidifica presso edifici o altri manufatti), tutelare i siti di nidificazione quando sono effettuati interventi di restauro o altri lavori su edifici.
Perché era lì?
Il rapace, in buone condizioni di salute, è stato quindi sequestrato e subito affidato al più vicino centro recupero animali selvatici (Oasi wwf Valpredina). Il responsabile è stato deferito alla Procura di Bergamo per il reato di furto venatorio. Ora sono in corso relativamente alle modalità con le quali l'indagato è entrato in possesso dell'animale.
![gheppio 1](https://primalamartesana.it/media/2025/02/gheppio-1-1.jpg)
![gheppio 2](https://primalamartesana.it/media/2025/02/gheppio-2.jpg)
Come comportarsi con animali selvatici
In Italia fauna selvatica è protetta e ne è vietata la detenzione. I Carabinieri avvertono:
"L'eventuale recupero di animali selvatici deve essere finalizzato esclusivamente al ritorno alla vita in natura ed è per questo sempre meglio contattare le autorità locali prima di improvvisare un intervento. Quando ci si imbatte in un animale selvatico che appare ferito o in difficoltà bisogna evitare di avvicinarsi subito; meglio restare a debita distanza e osservare la situazione da lontano per capire se ci sono effettivamente difficoltà e per valutare se e come intervenire. Si dovrebbe intervenire solo quando gli animali sono feriti, sanguinanti, tremanti, particolarmente deboli o, nel caso degli uccelli, con ali rotte oppure che siano esposti a pericoli evidenti come, ad esempio, il traffico veicolare o l’eccessiva frequentazione di una zona. Improvvisare un intervento, anche in buona fede, potrebbe essere deleterio. In tutti i casi dubbi, meglio rivolgersi ad un Centro Recupero Animali Selvatici".
Canarini "sfattati"
Diverso, invece, il caso di Paladina, dove il Nucleo Carabinieri Forestale di Curno è intervenuto in conseguenza di uno sfratto immobiliare. Il cittadino sfrattato era però anche detentore di trenta uccelli d'allevamento regolarmente detenuti in 18 gabbie e in buone condizioni di salute. Per questo, i militari del reparto Forestale si sono attivati per trovare un un provvisorio custode in grado di garantirne idonee condizioni di detenzione.