Indagini serrate

Il giallo della morte di Sharon Verzeni: la 33enne lavorava come barista a Brembate

Caccia all'assassino della donna, accoltellata nella notte tra lunedì e martedì in via Castegnate: la tragica vicenda presenta ancora molti lati oscuri

Il giallo della morte di Sharon Verzeni: la 33enne lavorava come barista a Brembate
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E' giallo sulla morte di Sharon Verzeni, accoltellata nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio 2024 a Terno d'Isola, provincia di Bergamo, in via Castegnate.

Il giallo della morte di Sharon Verzeni: la 33enne lavorava come barista a Brembate

La giovane donna, ai soccorritori che ha chiamato con le sue ultime forze, ha detto di essere stata accoltellata. Dopo essere stata trasportata d'urgenza all'ospedale Papa Giovanni, è spirata in breve tempo: troppo gravi le ferite riportate.

Il luogo dell'omicidio

Il compagno della vittima pare estraneo al delitto.

Ancora da chiarire le dinamiche della vicenda, sulla quale stanno indagando i carabinieri. Chi l'ha uccisa e cosa ci faceva Sharon in strada in piena notte? Sembra che la ragazza avesse l'abitudine di uscire in tarda serata per una passeggiata.

Sharon: trovata accoltellata di notte in strada

Sharon lavorava Brembate come barista (al bar della pasticceria Vanilla di via Veneto) dopo un passato da estetista. Era originaria di Bottanuco, dove la sua famiglia è molto conosciuta perché il padre Bruno ha lavorato per molti anni all'anagrafe comunale. Da qualche anno viveva a Terno con il compagno. Lascia un fratello, Cristopher, e una sorella, Melody. Il padre e la madre Maria Teresa Previtali erano in vacanza: stanno rientrando in queste ore.

Sharon Verzeni

Dopo aver chiamato lei stessa i soccorsi col proprio cellulare, è stata trovata prima dell'una con ferite al torace e alla schiena, dopo che aveva perso molto sangue. Sul posto è intervenuta la Croce rossa di Bonate Sotto ed è stata trasportata in codice rosso all'ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo, dove si trovava ricoverata in prognosi riservata fino al decesso a causa della sua grave situazione clinica.

Il luogo dell'accoltellamento

La donna avrebbe fatto solo in tempo ad attirare l'attenzione dei passanti, chiedendo aiuto e allertando i soccorsi telefonicamente, non sarebbe riuscita a dare indicazioni su quanto successo, visto che il suo quadro clinico si è rapidamente aggravato.

Al vaglio immagini delle telecamere

I militari della Compagnia di Zogno hanno chiesto al Comune le immagini delle telecamere di videosorveglianza pubblica, per cercare di ricostruire l'accaduto, mentre stanno anche perlustrando l'area alla ricerca dell'arma del delitto, dato che sospettano sia stata abbandonata nei dintorni.

I carabinieri hanno anche cercato a lungo l'arma del delitto, che si presume possa essere stata buttata in zona dall'assassino. A tal proposito, il sindaco Gianluca Sala, ha diramato sui social del Comune un invito a non gettare la spazzatura, spiegando che anche la piazzola ecologica resterà chiusa per favorire il corretto svolgimento delle indagini.

Il compagno non è sospettato

Il compagno della vittima, Sergio Ruocco, non è sospettato. L'uomo, nei minuti in cui la compagna veniva uccisa, si trovava a casa. Non ha rilasciato dichiarazioni, così come la famiglia della 33enne, ma a fornire un suo ritratto ci ha pensato il suo datore di lavoro, Claudio Fiorendi, titolare della ditta dove l'uomo lavora come elettricista:

"Da vent’anni lavora con noi, non è mai mancato un giorno ed è una persona affidabile. Un datore di lavoro vorrebbe avere tutti operai come lui".

I sigilli alla casa

Come riporta Prima Merate, la Procura di Bergamo, per consentire ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo di svolgere le indagini in queste ore, ha messo i sigilli all'ingresso dell'abitazione in cui la vittima abitava con il compagno.

La dimora si trova a circa 600 metri di distanza dal luogo in cui è avvenuto l'accoltellamento. Nessuna pista, al momento, viene esclusa: come quella della rapina finita in tragedia o il fatto che la vittima dovesse eventualmente incontrare un conoscente.

Sospese le ricerche tra i rifiuti

Nelle indagini sull'omicidio di Terno d'Isola l'unica novità è che dopo un confronto con i Carabinieri, l'Amministrazione ha nuovamente autorizzato l'esposizione dei rifiuti in paese, dopo che nel pomeriggio di ieri, martedì, era stata sospesa per consentire la ricerca dell'arma del delitto che ha portato alla morte della 33enne Sharon Verzeni.

Questa mattina il sindaco Gianluca Sala, attraverso i canali social del Comune, ha nuovamente autorizzato i ternesi all'esposizione dei rifiuti. "La misura non è in alcun modo indicativa di un eventuale sviluppo delle indagini sull’omicidio della nostra concittadina Sharon, su cui gli investigatori mantengono il massimo riserbo" ha specificato il primo cittadino.

 

La 33enne da circa tre anni abitava con il compagno a Terno d'Isola in via Merelli, a circa 600 metri di distanza dal luogo in cui è stata accoltellata a morte, nei pressi del civico 32 di via Castegnate.

I militari nella giornata di ieri hanno posto i sigilli al cancello dell'abitazione in cui la vittima abitava con il compagno: l'immobile è stato sottoposto a sequestro su indicazione della Procura della Repubblica di Bergamo.

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