Il candidato alle Regionali Majorino per parlare di mafie e di infiltrazioni in Lombardia
Al fianco del candidato del Pd alla Regione Lombardia c'erano i sindaci di città che hanno toccato con mano cosa significhi il termine "infiltrazioni" mafiose
Una scelta non casuale quella di presentarsi a Pioltello per affrontare un tema molto delicato: la presenza delle mafie in Lombardia. Il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali Pierfrancesco Majorino ha affrontato il tema di fronte al Municipio di piazza dei Popoli, con al suo fianco amministratori che nella quotidianità hanno vissuto il significato della parola "infiltrazioni".
Il candidato Majorino a Pioltello
Stamattina, mercoledì 18 gennaio 2023, Majorino era presente a Pioltello per una chiacchierata con cittadini e stampa. Al suo fianco la padrona di casa, la sindaca di Pioltello Ivonne Cosciotti, ma anche il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti e il coordinatore regionale di Avviso pubblico e sindaco di Trezzano sul Naviglio Fabio Bottero. Amministratori non scelti casualmente: infatti i tre Comuni sono accomunati dalla radicata presenza di associazioni a delinquere, salite agli onori della cronaca per operazioni dell'antimafia in tempi più o meno recenti.
Con loro è stato affrontato il tema della presenza delle cosche in Lombardia, un tema di stretta attualità anche a seguito della recente cattura di Matteo Messina Denaro, capoclan di Cosanostra latitante da oltre 30 anni.
Il caso di Pioltello
Restando alla cronaca locale, impossibile non riportare l'attenzione su quanto accaduto nel corso delle ultime elezioni amministrative del 2021, sugli incontri e sui colloqui che sono finiti sotto i riflettori della Procura di Milano e della Squadra Mobile nell'ambito dell'inchiesta "Caino" che proprio prima di Natale ha portato all'arresto di dieci persone, tra cui il capoclan dell'Ndrangheta pioltellese Cosimo Maiolo.
Nel nostro Comune il candidato sindaco del centrodestra ha incontrato il capoclan, si è seduto al tavolo con lui, ha parlato di elezioni e di possibile sostegno, sino ad arrivare a prendere parte a un banchetto interamente finanziato da una famiglia malavitosa. Con la mia vittoria alle scorse Amministrative abbiamo dimostrato che questo sistema non funziona, che il nostro territorio ha gli anticorpi per rispondere alle ingerenze della criminalità.
ha commentato la sindaca Cosciotti.
Lombardia terra di mafiosi
Impossibile non tenere conto dei tanti, troppi casi di cronaca e di giudiziaria che hanno visto interessate famiglie mafiose, 'ndranghetiste o camorriste che ormai hanno messo radici in Lombardia e che hanno scelto questa regione come terreno fertile per i loro loschi traffici. Che non sono più fatti di "lupara e moschetto", ma che svariano dalla finanza, all'imprenditoria, all'insinuarsi illegalmente in bandi e gare pubbliche.
Entrambi i miei rivali, in tempi diversi, hanno detto che in Lombardia la mafia non esiste. Questo non perché volevano coprire qualche fenomeno criminale, ma perché pensavano in questa maniera di fare il bene della Regione. Io non sono d'accordo. Bisogna essere consapevoli della presenza di organizzazioni malavitose sul nostro territorio per poterla combattere con diverse modalità: la gestione trasparente degli appalti, i beni confiscati, il sostengo alle Amministrazioni locali che sono territori di frontiera maggiormente esposti e troppo spesso lasciati da soli. La mia intenzione, in caso di vittoria alle Regionali, è di istituire un Assessorato alla Trasparenza e alla Cultura della legalità per aprire un tavolo di riflessione permanente, un laboratorio di buone pratiche per sviluppare gli anticorpi necessari a contrastare le infiltrazioni.
ha chiosato Majorino.
Le foto dell'incontro
Politici e cittadini
La presenza di Majorino ha richiamato gli organi di informazione, i candidati del centrosinistra che stanno sostenendo la sua corsa verso il Pirellone, ma erano anche presenti gli amministratori di Pioltello e dei Comuni del circondario che hanno voluto ascoltare le parole del candidato. Lo stesso vale per cittadini e curiosi che sono stati attirati dalla "confusione", specialmente quando il gruppo di è spostato su via D'Annunzio per scattare una simbolica foto con alle spalle il murale che raffigura Peppino Impastato, uno dei volti della lotta alla mafia e alla criminalità.