Verso il commissariamento

A Cologno Monzese cinque consiglieri leghisti non si presenteranno in Consiglio: per il "loro" sindaco Angelo Rocchi sembra essere finita

I lumbard lo hanno annunciato via Pec, alla luce del mega rimpasto di deleghe in Giunta deciso dal primo cittadino e non digerito dal suo stesso partito.

A Cologno Monzese cinque consiglieri leghisti non si presenteranno in Consiglio: per il "loro" sindaco Angelo Rocchi sembra essere finita
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A Cologno Monzese cinque consiglieri leghisti non si presenteranno in Consiglio: per il "loro" sindaco Angelo Rocchi sembra essere finita. I lumbard lo hanno annunciato via Pec, alla luce del mega rimpasto di deleghe in Giunta deciso dal primo cittadino e non digerito dal suo stesso partito, rimasto all'oscuro di tutto.

A Cologno Monzese il sindaco Angelo Rocchi è appeso a un filo (sottilissimo ormai)

I numeri per la politica colognese sono sempre stati fondamentali. E l'annuncio da parte di cinque consiglieri lumbard (su sette totali) di non volersi presentare questa sera, lunedì 4 luglio 2022, in Consiglio comunale (non garantendo quindi il numero legale) sembra segnare il destino dell'Amministrazione Rocchi bis, con il centrodestra reduce dalla vittoria elettorale del settembre 2020 e subito finito nel vortice di una crisi politica che ora potrebbe aprire le porte all'arrivo del commissario prefettizio. Il prefetto di Milano Renato Saccone aveva posto come termine ultimo per l'approvazione del bilancio consuntivo (non avvenuta dopo ben otto sedute andate deserte) ieri, domenica 3 luglio. Villa Casati aveva già preso un bel rischio fissando la seduta per oggi, 4 luglio. Ma questo potrebbe non bastare per salvare le sorti dell'Amministrazione.

Il rimpasto di deleghe in Giunta che "svuota" la Lega

Il decreto scritto da Rocchi mercoledì (prima dell'ottava seduta buca, a seguito dell'assenza del gruppo consiliare leghista) è stata considerata dal suo stesso partito una pugnalata a sorpresa alle spalle, perché redatto tenendo all'oscuro i lumbard e perché di fatto "svuota" di importanza e di peso almeno due dei tre assessori del Carroccio, formazione di maggioranza relativa all'interno della coalizione: Dania Perego e Fabio Della Vella. Di fatto Rocchi ha accolto in pieno le richieste che da almeno due mesi i consiglieri comunali "dissidenti" di Fratelli d'Italia, Noi con Rocchi e Cologno nel Cuore continuavano ad avanzare, non garantendo il numero legale (fissato a 13) che ora invece fa venire meno la Lega. I "dissidenti" di FdI e della lista civica chiedevano al primo cittadino di ridimensionare il ruolo di quello che hanno sempre chiamato "cerchio magico" e del quale farebbe parte Perego e il consigliere regionale della Lega (e marito) Riccardo Pase.

Cosa prevede il decreto firmato dal primo cittadino

Il decreto di Rocchi (pubblicato nell'albo pretorio solo venerdì 1 luglio) ha le sembianze di una vera rivoluzione.

A Perego (la più colpita dal rimpasto e la più votata nel 2020, con 739 preferenze personali) sono state tolte tutte le deleghe fin qui detenute (Sport ed Educazione, Edilizia sportiva e scolastica, Cultura e Pari opportunità), per assegnarle l’Anagrafe, lo Stato civile, la Biblioteca, il Lavoro e i Servizi cimiteriali.

Della Vella, invece, ha perso i Lavori pubblici e la Mobilità, prendendo i Servizi sociali e le Politiche abitative (che a Cologno possono assumere le sembianze di una polveriera pronta a esplodere in ogni momento).

A Daniela Dattilo (Noi con Rocchi) sono stati dati alcuni ambiti di intervento di Perego (Cultura, Sport, Pari opportunità ed Educazione), perdendo il ruolo di vicesindaco passato ora a Giuseppe Di Bari (Cologno nel Cuore). Ed è proprio quest’ultimo a uscire notevolmente rafforzato nella compagine dell’Esecutivo, nonostante abbia di fatto solo un consigliere di riferimento, Barbara Garipoli, vice presidente del Consiglio tra l’altro eletta in Noi con Rocchi e passata in Cologno nel Cuore dopo la scelta dell’ex presidente del Consiglio comunale Antonio Cirillo di lasciare la lista ed entrare nel gruppo consiliare leghista.

A Di Bari sono passati i Lavori pubblici (già detenuti nella passata Amministrazione Rocchi) e l’Edilizia cimiteriale, che vanno ad aggiungersi all’Urbanistica e all’Edilizia scolastica che sono stati della leghista.

I cambiamenti riguardano anche gli altri due assessori: Salvatore Lo Verso (Fratelli d’Italia), che lascia Sicurezza, Attività produttive e Commercio per prendere Ambiente ed Edilizia sportiva, tenendo per sé l’Edilizia privata, ed Edoardo Macchiarulo (Noi con Rocchi). Quest’ultimo, cedendo Ambiente e Lavoro, si trova ora nelle mani la Sicurezza (con la Protezione Civile), le Attività produttive, il Commercio e l’Innovazione digitale.  Diverso discorso per Rosalia Brasacchio (Lega), che mantiene Bilancio e Provveditorato e acquisisce Demanio, Patrimonio e Partecipate. È l’unico assessore lumbard a uscire rafforzato dal rimpasto.

Nessuno, però, ha firmato al momento il decreto di Rocchi

Al momento, però, nessuno degli assessori ha ancora firmato il decreto di rimpasto: né coloro che sono stati rafforzati, né tantomeno coloro ne se sono usciti indeboliti. E quest'ultimi è sicuro che non lo faranno.

L'ultima spiaggia per l'Amministrazione

Se i cinque consiglieri leghisti dovessero mantenere ferma la loro comunicazione non presentandosi oggi, lunedì, alle 20.30, nell'aula del Consiglio comunale, per l'Amministrazione non ci sarebbe nessun'altra possibilità se non lo scioglimento deciso dal prefetto per la mancata approvazione del Consuntivo.  E per Cologno si aprirebbero le porte delle elezioni anticipate, che dovrebbero tenersi l'anno prossimo, forse in primavera, in concomitanza con quelle Regionali e Nazionali.

 

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