Una melzese argento europeo nel tiro al piattello
Giulia Maria Pedrolini, classe 1992, ha raggiunto il secondo gradino del podio nella competizione a squadre

E' tornata a casa dal Portogallo, dopo la sua prima manifestazione internazionale con la divisa della Nazionale italiana, con una medaglia d'argento al collo. Meglio di così non poteva andare per la melzese Giulia Maria Pedrolini, vicecampionessa europea di Tiro al volo fossa universale a squadre.
Vicecampionessa di trio al volo
Pedrolini, classe 1992 e melzese d'adozione, è stata convocata dal selezionatore Sandro Polsinelli per prendere parte alla trasferta portoghese presso l’impianto del O Pinhal di Pêra dove si è tenuta la 52esima edizione del Campionato europeo di fossa universale a squadre. La melzese he andata a formare il terzetto della categoria lady insieme a Rachele Amighetti di Costa Volpino (BG) e Bianca Revello di Bernezzo (CN).
La squadra italiana si è ben comportata salendo sul secondo gradino del podio al termine di una competizione che si è svolta su più giornate per completare i 200 piattelli previsti. Hanno ceduto soltanto alla Francia che ha vinto grazie a soli tre piattelli colpiti in più.
Una prima volta memorabile
Per Giulia Maria Pedrolini si è trattato della prima chiamata in Azzurro che ha onorato al meglio delle su e possibilità. Nel suo palmares vanta già un secondo posto ai Campionati italiani assoluti e ora punta a migliorare ancora in vista della competizione nazionale che si terrà a inizio luglio. Una tappa propedeutica per i Mondiali di Roma, cui la melzese prenderà parte.
E pensare che la passione per il tiro al volo è cominciata quasi per caso, grazie alla frequentazione del compagno di vita e di allenamento Giorgio Pirovano che l'ha "iniziata" a maneggiare il fucile. Scoprendo da subito il talento della 33enne.
La prima volta che ha sparato ha centrato subito dei piattelli, segno del suo grande talento. Purtroppo questa disciplina richiede molto allenamento e con il fatto che entrambi lavoriamo non è facile praticare con continuità. Anche la dislocazione dei centri non aiuta, visto che dobbiamo spostarci di 70/80 chilometri per trovare un campo di allenamento. Un tempo c'era quello di Melzo, ora il più vicino è a Bereguardo
ha spiegato Pirovano che ha seguito la competizione europea da casa, "in trepidazione",
Già essere arrivata lì è un grandissimo traguardo. Quando ha ricevuto la telefonata del Commissario tecnico non ci credeva e quasi non rispondeva al telefono


