A volte il basket riesce a intrecciare destini che nessuno avrebbe potuto immaginare. È il caso di Alessandro e Lorenzo Daidone, padre e figlio, che si sono trovati uno di fronte all’altro in una partita ufficiale di Dr4 tra la Gamma Segrate e una formazione milanese che, già dal nome, affonda le sue radici nella zona del nostro giornale: la Martesana Basket.
Alessandro e Lorenzo: padre e figlio, ma avversari in campo
Alessandro, classe 1963, è il presidente della società di Lambrate e, dall’altra parte del campo, ha avuto il figlio Lorenzo, classe 2008, giovane talento che si divide tra la Dr2 e la Dr4 della Gamma Segrate.
“Ho iniziato tanto tempo fa quando ancora ci si chiamava al telefono per giocare – ha raccontato papà Alessandro – Dopo una prima stagione ebbi qualche difficoltà a continuare, perché la squadra che avevo scelto si era sciolta. Qualche tempo dopo, all’università, parlando con un compagno di corso, che non avevo mai visto prima, mi disse che giocava a basket. Gli risposi che avrei voluto tornare anch’io: andai a provare e, nel 1985, dopo un solo allenamento, mi tesserarono subito. Vincemmo il campionato e da lì partì tutto”.
Poco dopo arrivarono nuove difficoltà e una squadra da ricostruire:
“Ognuno dei superstiti riuscì a portare qualcuno in palestra e così rimettemmo in piedi la Martesana Basket. Io piano piano l’ho ricostruita prima da dirigente (ero l’unico con un po’ di tempo per seguire la parte amministrativa) e poi da presidente. L’ho tenuta in piedi con enorme fatica, ma anche con tanto amore. Oggi siamo in Dr4”.
Il basket, un amore condiviso
Un amore per la pallacanestro che Alessandro ha trasmesso anche al figlio Lorenzo.
“Ha iniziato a giocare a tre anni, grazie a un mio compagno di squadra – ha spiegato il papà – L’ho “iniziato” io al basket. È partito al Cs Basket con la povera Elena Quattrone (storica allenatrice milanese tragicamente scomparsa qualche mese fa, ndr), poi ha fatto la trafila giovanile fino ad arrivare all’Urania e al Tuminelli in categoria Gold. Dall’anno scorso è alla Gamma Segrate, dove gioca in Under 19 Gold e ha debuttato anche in Dr2, segnando 12 punti nella prima partita”.
Quando il destino ha deciso di metterli uno contro l’altro, l’emozione è stata inevitabile.
“Fino ai giorni prima ero molto agitato – ha confessato Alessandro – Poi durante la partita no, mi sono goduto il momento. Mio figlio mi aveva avvertito: ‘Se ti marco io non ti faccio segnare’. Mi ha messo una bomba in faccia e ha fatto il suo dovere, ma ero felice perché ha giocato al massimo delle possibilità”.
Tra i due c’è una sana rivalità e un rispetto reciproco che raccontano il lato più bello dello sport:
“Giocare ancora, a 61 anni, è troppo bello. È semplice, mi fa stare bene. E devo ringraziare mia moglie, una grande donna, che ogni anno spera sia la mia ultima stagione, ma alla fine mi lascia sempre continuare”.
La Martesana Basket, nata dalle “costole” del Clan ’74, è oggi una piccola ma viva realtà di Lambrate. “Non so nemmeno perché si chiami così – ha sorriso Alessandro – Ma so che per me è casa”. E quando in quella casa è entrato suo figlio, anche solo per una sera da avversario, il sogno di una vita si è realizzato davvero.