La carta d’identità, alla voce luogo di nascita, recita Recanati, in provincia di Ancona. Lorenzo Caferri, però, è un talento al 100% “made in Martesana”. Cresciuto a Melzo, dopo la trafila in vari settori giovanili è arrivato in prima squadra alla Tritium per poi fare il grande salto alla Giana. A Gorgonzola ha fatto il suo esordio tra i professionisti e ha vissuto quattro stagioni sulle montagne russe. Non soltanto per la sua velocità, una delle specialità della casa, ma anche per i risultati raggiunti con la società biancazzurra: una retrocessione, seguita da un campionato di Serie D vinto, due finali di Coppa Italia perse (una tra i dilettanti e una in C), due playoff per la Serie B centrati, con l’incredibile corsa della passata stagione, arrivata al Secondo turno nazionale. Poi, quest’estate, alla scadenza del contratto la possibilità di fare un ulteriore step di crescita: la firma col Vicenza, attuale capolista del Girone A e prossimo avversario della Giana (domani, domenica, alle 14.30).
Verso Vicenza-Giana: l’intervista a Lorenzo Caferri
L’impressione è che ti sia ambientato subito con i nuovi colori…
«Mi trovo molto bene e sto bene, anche perché ho trovato un gruppo bellissimo che mi ha accolto subito. Non potevo chiedere di meglio da questa nuova esperienza. I risultati, certo, hanno aiutato a stare sereni però voglio continuare così».
Hai sempre detto che avresti lasciato la Giana solo per fare un ulteriore salto di qualità e la chiamata giusta alla fine è arrivata…
«L’esperienza a Gorgonzola mi ha permesso di diventare quello che sono oggi e di giocarmi questa opportunità, di vivere una piazza così importante. La dimensione del Vicenza l’ho percepita subito. Sono in un club che per organizzazione e tifo è di un altro livello…».

Certo, Gorgonzola non è Vicenza e dover fare i conti con la pressione non deve essere facile, no?
«Ero consapevole di ciò che avrei trovato, ma fin dal primo momento mi sono messo in testa di venire qui a giocarmi le mie carte con l’obiettivo di dimostrare di meritarmi questa maglia, ma senza mettermi ulteriori pressioni addosso. Mi concentro sul campo e vivo tutto con la massima serenità».
Gorgonzola non è Vicenza, e va bene. E Gallo non è Chiappella. Che differenze hai trovato?
«Le differenze ci sono, com’è normale, ma io come sempre mi metto a completa disposizione. Da quando sono arrivato qui ho sempre cercato di fare ciò che il mister mi chiede. Chiappella mi ha dato tanto e con Gallo è lo stesso».

Qualcosa da Gorgonzola te lo sei portato nel bagaglio?
«Sicuramente l’umiltà e la cultura del lavoro. La consapevolezza che nessuno ti regala niente. È un punto di partenza che mi sta aiutando molto».
La segui ancora la Giana?
«Quattro anni non si cancellano di certo. Ho tanti amici e quando posso le partite della Giana le guardo ancora».
Intanto, però, c’è da pensare al Vicenza. E dopo il gol in Coppa Italia è arrivato anche il primo in campionato. Che emozione è stata?
«Fare gol è sempre bello, a maggior ragione quando è il primo con una nuova maglia. È un’emozione speciale e che ti lascia qualcosa».
Ti sei dato degli obiettivi a livello personale?
«Non sono uno che si dà degli obiettivi in termini numerici. La volontà è sempre quella di migliorare e, come ho detto, di mettermi in gioco in questa nuova avventura e meritarmi spazio in una realtà come Vicenza».
La sensazione è che tu ti senta già a casa…
«Vicenza è una città con grande fascino. Mi trovo bene. Sono arrivato qui con umiltà e mettendomi a completo servizio della squadra. Quanto ti trovi bene con i compagni anche fuori dal campo tutto ne trae beneficio, anche quando inizi una nuova avventura e devi fare i conti con molti punti di domanda».