Più sport a scuola (per legge): la preside chiede spazi al Comune di Cassina de' Pecchi, ma nessuno risponde
La normativa introdotta lo scorso anno impone l'incremento delle ore di insegnamento di Educazione motoria, e la preside ha chiesto di utilizzare le tensostrutture comunali. Le minoranze ora incalzano l'Amministrazione.
E' bufera a Cassina de' Pecchi, ancora una volta sulla scuola. La questione scottante è l'insegnamento dell'Educazione motoria nella Primaria di piazza Unità d'Italia.
La dirigente scolastica ha chiesto un mese fa maggiori spazi al Comune, in particolare l'utilizzo delle tensostrutture dove si allenano pallavolo e pallacanestro, ma la risposta non è ancora arrivata.
Più sport per la scuola
A sollevare la questione sono la lista di minoranza Cassina democratica, che ha presentato un'interrogazione sull'argomento.
"Nel mese di ottobre, la Dirigenza scolastica ha chiesto al Comune la possibilità di poter usufruire degli spazi delle tensostrutture di via Trieste (in aggiunta alla palestra dell'istituto) per rispondere alla nuova legge, con una successiva richiesta di sollecito, alla quale, ci risulta, non è pervenuta risposta", si legge nel documento protocollato dalla capogruppo Doriana Marangoni.
I benefici fisici e psichici legati all'attività motoria sono ben noti, non solo per gli adulti ma anche e soprattutto per i bambini, per i più piccoli. L'attività motoria favorisce l'autostima, favorisce le relazioni sociali, permette di entrare in relazione con gli altri ed ha benefici per l'apprendimento".
Marangoni chiede quindi all'Amministrazione di trovare una soluzione per rispondere così alla necessità di destinare ore settimanali in aggiunta alle attuali all'Educazione Motoria per le classi della Primaria senza compromettere lo svolgimento dell'attività.
Sullo stesso fronte si è mossa anche l'altra lista di minoranza Uniti per Cassina, il cui capogruppo Emilio Calabretta sta preparando una richiesta analoga da discutere nel prossimo Consiglio, sottolineando proprio il ritardo nella risposta.
La nuova normativa introdotta lo scorso anno prevede che l'attività motoria alle elementari abbia due ore in più di insegnamento settimanale rispetto a quanto avveniva prima.
La questione degli arredi
Tutto ciò quando ancora non si è placata l'altro polemica, ossia quella delle cattedre e degli armadietti che sono stati buttati dal Comune.
Tutto il materiale che durante l'emergenza Covid non ci stava in classe, pena il mancato rispetto del distanziamento, fu portato in un deposito a pagamento in attesa di un suo riutilizzo.
Superati i rigidi vincoli sanitari, l’Amministrazione aveva la necessità di liberarsi della spesa per la collocazione degli arredi. E non avendo ricevuto risposte riguardo al loro ritiro, ha smaltito tutto.