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Parola al primario: la colonscopia per prevenire il tumore

La dottoressa Ivana Raguzzi ha fatto un focus sul tumore colon-retto e sulle strade da intraprendere nell'ottica della prevenzione

Parola al primario: la colonscopia per prevenire il tumore
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Terzo appuntamento con la rubrica Gazzetta in salute e dopo aver affrontato problematiche ginecologiche e pediatriche, passiamo a un altro tema fondamentale: la prevenzione. Parola dunque a Ivana Raguzzi direttrice della Uoc di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva degli ospedali di Melzo e Cernusco.

Parola al primario di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva

Molto spesso, in ambulatorio, raccogliendo l’anamnesi dei pazienti che arrivano alla mia attenzione per i più svariati disturbi, accade di trovarli restii ad aderire a programmi di prevenzione. Restii per la paura di un eventuale seguito fatto di esami e accertamenti, anche invasivi, o per superficialità… e i dati di adesione alle campagne di prevenzione, ancora relativamente bassi, lo confermano.

Il nostro centro è un riferimento per lo screening del colon retto nell’area della Martesana ormai da oltre 15 anni e i risultati della campagna di prevenzione sono a oggi più che incoraggianti. La ricerca del sangue occulto non deve essere scartata a priori per il timore di sottoporsi alla colonscopia o per il timore di risultati negativi. Si tratta di un test banale, eseguito a domicilio, che non deve destare alcun allarme in caso di esito positivo, ma solo incentivare a sottoporsi a un esame che, fortunatamente, negli anni è diventato sempre meno fastidioso sia nella preparazione, che risulta molto più palatabile, che nella sua esecuzione, resa del tutto indolore dalla sedazione.

L'importanza della diagnosi precoce

Ogni anno in Italia, secondo i dati dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica, sono circa 48mila le nuove diagnosi di tumore del colon-retto. In circa il 20% dei casi la malattia viene purtroppo scoperta quando è già in metastasi. Si tratta di un tumore che si sviluppa e cresce, nella maggior parte dei casi, senza sintomi di particolare evidenza. Nel tumore del colon-retto prima si arriva alla diagnosi, prima si interviene e maggiori sono le probabilità di superare la malattia. Per questo motivo qualsiasi intervento di diagnosi precoce è fondamentale, così come riveste un ruolo rilevante eseguire gli esami di diagnosi precoce che consentono di segnalare la presenza di polipi o individuare la malattia a uno stadio iniziale.

Il tumore del colon-retto

Il tumore del colon-retto infatti ha una lenta evoluzione: un polipo impiega dai 5 ai 10 anni prima di degenerare in neoplasia maligna. La colonscopia di screening permette, qualora vi fossero neoformazioni polipoidi, di intercettare queste lesioni e asportarle durante l’esame stesso, interrompendo così il processo di degenerazione. In questi casi, sulla base dell’istologia, il paziente sarà indirizzato a controlli endoscopici successivi negli anni.

Nella peggiore delle ipotesi, l’esame consente di visualizzare lesioni cancerose in uno stadio iniziale, senza secondarismi in altri distretti anatomici, e di intervenire chirurgicamente in modo precoce e tempestivo.
In una considerevole percentuale di casi, la colonscopia risulta negativa e il paziente rientra nel programma di screening con ripetizione della ricerca del sangue occulto ad intervalli regolari.
Ivana Raguzzi

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