Didattica inclusiva

Una scuola per tutti

Una scuola per tutti
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Da tanti anni si sente parlare di didattica inclusiva all’interno delle mura scolastiche. Questa tipologia di didattica si qualifica come una didattica di qualità per tutti, ormai da tempo ha smesso di essere considerata come una metodologia solo esclusiva per alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. In questo articolo cercheremo di capire come poterla attuare e carcheremo di rispondere a delle domande di base sulla tematica.

Cosa significa la dicitura Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.)

I bisogni educativi speciali fanno riferimento all'attenzione speciale richiesta da quegli alunni che per varie ragioni possono presentare condizioni di disabilità fisica/intellettiva o sensoriale, disabilità non ancora certificata o provvisoria, disturbi specifici di apprendimento, disturbi evolutivi, difficoltà o svantaggi legati a condizioni ambientali, culturali, linguistiche o socioeconomiche. Per ognuno la scuola si organizza in modo da offrire una pluralità di risposte attente ai bisogni di ciascuno attraverso percorsi individualizzati e/o personalizzati attraverso la stesura di PDP (piano didattico personalizzato).

Che cosa sono PEI e PDP

I PEI e i PDP sono documenti scolastici stesi dagli insegnanti e condivisi con le famiglie e se c’è la possibilità con il personale sanitario da cui sono seguiti (es. neuropsichiatra infantile e terapisti) che permettono l’attuazione di un sistema di valutazione e obiettivi didattici personalizzati con l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi. Il PEI viene redatto in caso di disabilità certificata con legge 104 con il diritto di insegnante di sostegno e/o educatore e prevede anche un programma diversificato a seconda della funzionalità del soggetto, per tutti gli altri casi viene redatto un PDP.

Cos'è la didattica inclusiva?

La didattica inclusiva è un modus educandi che si basa sulla personalizzazione e sulla individualizzazione tramite metodologie attive, partecipative, costruttive e affettive al fine di garantire un’istruzione di qualità per tutti.

Qual è l'obiettivo fondamentale della didattica inclusiva?

L’obiettivo principale è creare delle condizioni di apprendimento ottimali per tutti gli studenti, appianare difficoltà e differenze, allo scopo di mettere ogni alunno nelle condizioni di scoprire, valorizzare ed esprimere al massimo il proprio potenziale.

Quali sono i principi fondamentali della didattica inclusiva?

Collaborazione: il principio dell’inclusione a scuola si concretizza solo in presenza di una forte collaborazione e co-partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel raggiungimento di questo ambizioso traguardo. Un principio destinato al fallimento se resta solo il frutto di qualche insegnante particolarmente volenteroso impegnato a creare piccole “isole felici”, dentro una scuola che alimenta altre priorità. La scuola inclusiva è, al contrario, una comunità dove tutti, dirigenti, insegnanti, allievi, personale scolastico, famiglie, enti locali, servizi, diventano potenziali agenti di reali cambiamenti culturali, metodologici, didattici, organizzativi e strutturali. La collaborazione tra tutte queste figure e tra i differenti sistemi si gioca proprio sulla loro capacità sinergica di saper accogliere e valorizzare le differenze individuali, così come di eliminare ogni ostacolo fisico, metodologico, curricolare, sociale ed emotivo alla partecipazione sociale e all’apprendimento, senza lasciare nessuno indietro.

Progettazione: una didattica inclusiva è una didattica pensata, progettata e pianificata, sin da principio, sulla base delle variabilità individuali, capace di essere accessibile per tutti gli allievi e non solo per alcuni che appartengono a specifiche categorie (vedi allievi con disabilità, bisogni educativi speciali). Progettare in modo inclusivo significa pensare, qualsiasi sia la disciplina scolastica o il contenuto da veicolare, a forme di insegnamento personalizzato, multi-modale e multi-livello, perché ogni allievo affronta l’apprendimento a livelli e modi differenti, evitando così “emergenze di percorso” che costringono, a posteriori, a modificare quanto progettato per una “classe ideale”, evitando così inutili sprechi di tempo e perdite di efficacia dell’azione didattica stessa. Una didattica mal progettata e mal condotta può correre il rischio di creare essa stessa ostacoli all’apprendimento e bisogni educativi speciali. La didattica inclusiva si prefigura, dunque, come uno “stile” di insegnamento innovativo e flessibile che facilita la partecipazione, la valorizzazione e il successo formativo di tutti gli allievi.

Efficacia: una didattica inclusiva sfida gli insegnanti a sviluppare un vasto repertorio di strategie didattiche considerate efficaci, non solo per allievi con bisogni speciali, ma per tutti. Si tratta di strategie che si sono dimostrate, in situazione di ricerca controllata, efficaci nel condurre ai risultati desiderati in una determinata popolazione di studenti. Ciò significa che ogni insegnante può migliorare la sua efficacia, prima di tutto conoscendo e poi utilizzando, monitorando e valutando la migliore evidenza disponibile, in modo da aiutare gli allievi a diventare anch’essi studenti più efficaci. Numerose sono le ricerche che mostrano quanto le strategie meta-cognitive, cooperative, il rafforzamento delle competenze sociali ed emotive, nonché la creazione di un positivo clima di classe, siano essenziali ad una didattica di tipo inclusivo. Sviluppare un ampio repertorio di strategie efficaci è indispensabile a patto che queste riflettano la conoscenza delle caratteristiche, delle necessità degli studenti e delle circostanze ambientali, nonché le conoscenze e abilità professionali e personali degli insegnanti.

Relazioni ed emozioni: Oltre alla dimensione dell’efficacia rispetto a scelte e azioni metodologico-didattiche da compiere, un insegnante inclusivo non può dimenticare la parte delle sue competenze relazionali ed emotive. Numerose ricerche mostrano quanto l’atteggiamento mentale appropriato degli insegnanti, l’“esserci”, la vicinanza emotiva e la capacità di dare feedback appropriati e positivi agli studenti, siano elementi decisivi per il loro successo scolastico e la creazione di un buon clima di classe. Non passa giorno senza il quale agli insegnanti non sia chiesto di esercitare capacità di tipo relazionale (con allievi, colleghi, famiglie, etc.) ed emotivo (attenzione alla propria sfera emotiva, quella degli allievi, gestione di momenti di rabbia, etc.). La formazione degli insegnanti rispetto alle loro abilità sociali ed emotive, in un contesto di scuola inclusiva, non può essere certamente sottovalutata. La qualità del clima della classe --- fatto proprio di relazioni e vissuti emotivi -- è determinante per la riuscita degli studenti, che imparano meglio quando si trovano in un ambiente emotivamente sicuro e prevedibile, che li motiva e li stimola verso obiettivi positivi ed inclusivi.

Quali sono le metodologie per favorire una didattica inclusiva?

  • Incoraggiare l'apprendimento collaborativo ("Imparare non è solo un processo individuale: la dimensione comunitaria dell'apprendimento svolge un ruolo significativo”);
  • favorire le attività a coppie, in piccolo gruppo e il tutoraggio;
  • promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere "al fine di imparare ad apprendere"
  • privilegiare l'apprendimento esperienziale e laboratoriale "per favorire l'operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa";
  • sollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative;
  • sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle proprie strategie di apprendimento
  • individuare mediatori didattici che facilitano l'apprendimento (immagini, schemi, mappe...). In particolare, il lavoro in coppia o in piccoli gruppi crea legami positivi e miglioramenti negli apprendimenti essendo questi profondamente influenzati dal contesto. L’apprendimento cooperativo facilita il successo di tutti gli studenti del gruppo e fa sì che ciascuno si senta competente.

Dott.ssa Erika Consonni – psicoepedagogista

Centro Il Girasole di Milano e Cologno Monzese

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