Regolazione Emotiva

Come aiutare i bambini a gestire le proprie emozioni

Come aiutare i bambini a gestire le proprie emozioni
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L’acquisizione della capacità di regolazione emotiva in età evolutiva si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diverse problematiche psicopatologiche, migliorando la qualità di vita dei bambini.

Otto sono le emozioni primarie integrate: rabbia, tristezza, paura, gioia, interesse, sorpresa, disgusto e vergogna. Le emozioni secondarie, come il risentimento e la violenza (che derivano dalla rabbia) o l’ansia (che viene dalla paura), riflettono la nostra reazione emotiva a sentimenti specifici e sono apprese dalle esperienze.

Un bambino punito a causa di un crollo emotivo, per esempio, si sentirà ansioso la prossima volta che si arrabbia. Un bambino ridicolizzato per aver espresso paura, proverà vergogna la prossima volta che si spaventa.

È quindi il modo in cui reagiamo alle emozioni dei nostri bambini ad avere un impatto sullo sviluppo della loro intelligenza emotiva.

Quando insegniamo ai bambini a identificare le loro emozioni, diamo loro una struttura che li aiuta a spiegare come si sentono, il che rende più facile per loro affrontare queste emozioni in modo socialmente appropriato.

Le emozioni vissute dai bambini variano a seconda dell’età. Andiamo a vedere alcuni consigli e strategie per insegnare a gestire le emozioni sia come genitori che a scuola.

Auto-regolazione emotiva sana: i bambini sono ottimi osservatori e tendono a imitare i comportamenti e le reazioni dei propri genitori. Mantenere un atteggiamento calmo e coerente, evitando, ad esempio, di urlare o assumere atteggiamenti intimidatori, a seguito di determinati comportamenti dei bambini (come non sistemare i giocattoli o sporcare casa), può incidere molto nell’aiutare i propri figli a imparare la regolazione emotiva e l’autocontrollo.

Riconoscere e validare le emozioni: è importante che i genitori, e in genere gli adulti, facciano attenzione allo stato emotivo dei bambini. In particolare, un atteggiamento giudicante e poco empatico risulta disfunzionale e può spingere i bambini a reprimere le loro emozioni, in quanto etichettate come “sbagliate”. Al contrario, un atteggiamento empatico degli adulti che riconosce e valida l’esperienza emotiva dei bambini, comunica che tutte le loro emozioni sono importanti e che queste, seppur alcune volte possano risultare scomode, non sono pericolose e possono essere gestite. A seguito di interventi empatici da parte dei genitori, i bambini iniziano ad accettare ed elaborare le proprie emozioni, ottenendo una migliore consapevolezza e controllo emotivo.

Data l’importanza di questo atteggiamento riportiamone un esempio: sei al parco, ed è ora di tornare a casa, quindi diciamo ai bambini: “Ancora cinque spinte nell’altalena e poi è ora di andare”. A questo punto, i bambini spesso si arrabbiano; quindi, il compito dell’adulto è quello di convalidare i loro sentimenti dicendo: “So che ti stavi divertendo. Dobbiamo andare, ma possiamo tornare un altro giorno o possiamo giocare con i tuoi giocattoli a casa”. In altri casi, se il comportamento dei bambini è pericoloso, si può dire: “So che ti piace, ma non è sicuro. Mi dispiace che tu sia arrabbiato (o triste, o deluso) … “.

Limita le loro azioni ma non le loro emozioni: quando i bambini sperimentano un’emozione, ad esempio rabbia, dire loro di calmarsi o punirli non cambierà il fatto che loro si sentano arrabbiati. Al contrario, interventi di questo tipo comunicano al bambino che le sue emozioni sono “cattive” o “sbagliate”, così, quest’ultimo cercherà di reprimerle con conseguenze dannose sul proprio sviluppo. Un approccio decisamente migliore è insegnare loro le abilità per gestire le emozioni.

Un altro fattore fondamentale è porre una netta distinzione tra le azioni e le emozioni che proviamo. In particolare, è importante insegnare ai propri figli che non possiamo scegliere le nostre emozioni, ma possiamo scegliere il modo in cui ci comportiamo; ad esempio, va bene arrabbiarsi, ma non è giusto colpire gli altri o lanciare gli oggetti.

Lascia che ti parlino: un’altra strategia che favorisce una buona regolazione emotiva è incoraggiare il bambino a parlare delle sue esperienze, come eventi accaduti a scuola o in altri contesti, con i pari e con gli adulti. Comunicare, non solo la descrizione dell’evento, ma il modo in cui i bambini si sono sentiti, il loro vissuto interiore e le loro reazioni, favorisce una maggiore elaborazione e organizzazione dell’esperienza, che li aiuta a esprimere e lasciar andare tristezze, paure o rabbia legate all’evento stesso. Questa strategia rappresenta un fattore di protezione, eliminando la possibilità di traumi irrisolti ed emozioni represse che tendono a ripresentarsi in futuro, incidendo negativamente sul benessere.

Aiutali a trovare sbocchi emotivi salutari: un’importante strategia che incide positivamente sulla qualità di vita, implica apprendere come incanalare le emozioni negative in modi positivi e costruttivi. Avere uno sbocco emotivo sano, come ballare, suonare uno strumento, dipingere, scrivere o intraprendere uno sport, consente al bambino, non solo di rilasciare qualsiasi emozione repressa, incidendo positivamente sulla loro salute mentale, ma anche di migliorare la propria vita sociale.

Non è possibile decidere che emozioni sperimentare, ma possiamo insegnare ai nostri figli come gestirle, guidandoli verso una modalità di auto- regolazione emotiva, in modo tale che queste non vengano vissute come pericolose, in quanto al di fuori della sfera del controllo. Sperimentare le emozioni in maniera adattiva incide positivamente su uno sviluppo sano del senso del sé, sulla salute mentale e sul benessere sociale.

Dott.ssa Erika Consonni – psicologa Centro Il Girasole Milano e Cologno Monzese

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