Problemi di emorroidi: cosa sono, quali sono le cause, diagnosi, terapie e stili di vita
Il primario di Chirurgia di Cernusco sul Naviglio, il dottor Fabio Paladino, analizza un problema che colpisce tra il 5 e il 10% della popolazione italiana
Parola al direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale di Cernusco e Vaprio, il dottor Fabio Pietro Paladino, che affronta un tema molto diffuso: i problemi di emorroidi. Secondo alcune stime, ne soffre il 5-10% della popolazione adulta.
Emorroidi, di cosa si tratta
Le emorroidi (in termine anatomico: plesso emorroidale) sono strutture venose ricoperte da tessuto soffice, presenti normalmente in tutti gli individui e necessarie per il mantenimento della continenza del canale anale, soprattutto per ciò che riguarda la componente gassosa, consentendo la discriminazione rispetto al contenuto solido.
Quando queste strutture divengono patologiche, subiscono una deformazione e uno slittamento verso la parte esterna dell’ano, con esposizione di tali delicati tessuti a microtraumatismi esterni da frizione che danno esito a una infiammazione. Ciò causa persistente fastidio e disturbi come bruciore, prurito, sensazione di ingombro (prolasso: prominenza fuori dall’ano) e, spesso, sanguinamento. Quest’ultimo può anche determinare nel lungo periodo un’anemia, talora anche importante.
Le cause della malattia
La reale causa di questa malattia, molto diffusa nella popolazione, non è stata identificata, ma è verosimile che vi sia una importante componente genetica (predisposizione familiare). Inoltre la maggior prevalenza nei Paesi sviluppati lascia supporre che contribuiscano fattori come la dieta povera di fibre e ricca di grassi con la conseguente tendenza alla stitichezza. Anche la posizione nella evacuazione ha probabilmente incrementato il rischio di sviluppare il problema, passando da una fisiologica posizione accovacciata, alla turca, dei secoli passati a una comoda seduta sui moderni Wc con seduta «alta» e dunque con prolungamento dello sforzo espulsivo.
Diagnosi e terapia
La diagnosi e la terapia di questa malattia deve essere gestita da proctologi, super-specialisti di impronta chirurgica particolarmente preparati in tale settore e con alle spalle un percorso formativo specifico che comprende aspetti gastroenterologici, psicologici, ginecologici e urologici. Deve infatti essere considerato che in caso di disfunzioni particolarmente complesse del pavimento pelvico che coinvolgono anche l’apparato urinario o genitale oltre che ano-rettale, il paziente deve essere sottoposto a trattamento multidisciplinare ed eventualmente indirizzato in centri specifici (Unità di Pelvi Perineologia).
La terapia negli stadi iniziali si basa sulla correzione dello stile di vita, incrementando l’apporto di liquidi e di fibre nella dieta (frutta e verdura), riducendo il consumo di carni rosse, insaccati, spezie, combattendo la stitichezza con lassativi ad effetto massa (esempio: psyllium) e facendo attività fisica. Oltre a ciò possono essere utili le procedure ambulatoriali di legatura elastica oppure di scleroterapia, benché i risultati di queste metodiche non siano sempre duraturi.
Negli stadi più avanzati la terapia si basa sulla correzione chirurgica che, grazie ai progressi tecnici e tecnologici degli ultimi decenni, ha reso possibile modulare il trattamento su ogni paziente con approcci sempre più calibrati e indolori, con complicanze importanti molto rare e degenze ridottissime, prevalentemente svolte in regime di Day Surgery.
In caso di prolasso mucoemorroidario, la forma più frequente, viene eseguita una pessia, una sorta di lifting tramite suture interne che correggono lo slittamento emorroidario, risollevandolo, associando in caso di sanguinamento anche la legatura doppler-guidata dei vasi emorroidari. In caso di prolasso retto-anale, più impegnativo, viene invece eseguita una resezione rettale semplice, detta prolassectomia secondo Longo, oppure complessa, detta Starr, se vi è la cosiddetta sindrome da defecazione ostruita con rettocele (un cedimento della parete rettale che può manifestarsi esclusivamente nella donna e che ostacola l’evacuazione).
Solo sporadicamente, nei casi più gravi, si esegue la asportazione del tessuto emorroidario eccedente (tecnica Milligan Morgan), intervento tradizionale, un po' più fastidioso e che implica una convalescenza più lunga.
Nell'Asst Melegnano Martesana
Presso l’ospedale di Cernusco sul Naviglio è attiva una équipe proctologica di grande esperienza (un proctologo e due proctologhe) in grado di offrire la più completa gamma terapeutica