Polmoniti: come riconoscerle e come trattarle. L'eccellenza di Cernusco
Il dottor Zambon dell'Anestesia Rianimazione affronta una delle cause principali di ricovero in Terapia intensiva a seguito di infezione
Parola al dottor Massimo Zambon, direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione presso l'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio.
La polmonite è un’infezione che coinvolge il tessuto polmonare e, di conseguenza, può causare quadri più o meno gravi di insufficienza respiratoria. Nonostante le terapie avanzate oggi disponibili, figura ancora tra le cause di morte più frequenti nel mondo.
La polmonite grave
La polmonite grave è una delle principali cause di ricovero in Terapia intensiva ed è una delle più frequenti infezioni che si sviluppano durante la degenza ospedaliera. Sono maggiormente a rischio i soggetti anziani affetti da altre malattie croniche gravi, ma allo stesso tempo è frequente anche nei bambini e nei neonati. La polmonite è causata da diversi microrganismi, tra cui batteri, virus, micobatteri, miceti e parassiti. Talvolta può essere coinvolto più di un microrganismo: ad esempio, l’influenza (un’infezione virale) è spesso complicata da una polmonite batterica.
Come per ogni infezione, la chiave per migliorare la sopravvivenza è una diagnosi rapida che permetta un trattamento tempestivo e mirato. Tradotto, per curare meglio le polmoniti bisogna: capire immediatamente che l’insufficienza respiratoria della persona che arriva in ospedale è causata da una polmonite e non da altre malattie; valutare tempestivamente la gravità e l’andamento per decidere la terapia di supporto necessaria (ossigeno? Ventilazione non invasiva? Intubazione e ventilazione meccanica?); comprendere il prima possibile la causa (quale batterio o virus sta causando la polmonite) per poter iniziare una terapia mirata per quel patogeno
Diagnosi precoce e valutazione della gravità
Quando un paziente giunge alla nostra osservazione in Pronto Soccorso o in altro reparto dell’ospedale, vengono immediatamente eseguiti degli esami come una radiografia del torace o una Tac per avere al più presto un’immagine del coinvolgimento polmonare dell’infezione. Nel nostro ospedale a Cernusco, inoltre, tutti gli anestesisti rianimatori sono in grado di eseguire da subito un’ecografia polmonare, esame molto più rapido della Tac (si può fare al letto del paziente senza trasportarlo in altre aree dell’ospedale) e molto più sensibile e specifico della radiografia del torace.
Inoltre l’ecografia ha il vantaggio di evitare l’esposizione a radiazioni ionizzanti, aspetto particolarmente importante nei bambini. A Cernusco gli anestesisti-rianimatori collaborano con il reparto di Pediatria valutando l’andamento dei bambini ricoverati per polmonite tramite l’ecografia, permettendo così di evitare la ripetizione di esami radiologici con la conseguente esposizione a radiazioni. Oltre alla diagnosi iniziale infatti, con l’ecografia siamo in grado di valutare in ogni momento la risposta alle terapie, osservando la progressione in senso migliorativo o meno della malattia.
In caso poi di persone adulte con polmonite grave ricoverate in Terapia intensiva e sottoposte a ventilazione meccanica, lo svezzamento dalla ventilazione può essere condotto in modo più sicuro e affidabile, valutando quotidianamente con l’ecografia i polmoni, il cuore e i muscoli respiratori come il diaframma.
Comprendere la causa
Con un sospetto quadro di infezione è necessario eseguire quanto prima dei prelievi (da sangue, urine o secrezioni bronchiali) da inviare in laboratorio per l’esame colturale. Questo permette di identificare il microorganismo (batterio, virus o fungo) che sta causando l’infezione. Nel caso di polmoniti molto gravi abbiamo oggi la possibilità di eseguire un test molecolare che è in grado, in un lasso molto breve (generalmente un paio d’ore), di identificare il batterio o virus responsabile dell’infezione, quindi senza aspettare il tempo necessario per la crescita in un normale esame colturale che ci metterebbe almeno 24/48 ore. L’identificazione rapida ci consente di "aggredire" il patogeno da subito con un antibiotico mirato, anziché somministrare terapie antibiotiche cosiddette «empiriche», che si basano sulla probabilità di coprire la maggior parte dei batteri generalmente responsabili di polmoniti, ma che non sempre sono appropriate.
Insufficienza respiratoria grave da polmonite in Terapia intensiva a Cernusco: parte della nostra storia
Come molti lettori ricorderanno, durante le ondate di gravi insufficienze respiratorie da polmoniti legate alla pandemia Covid-19, la Terapia intensiva dell’Uboldo ha trattato decine di pazienti gravi, quasi tutti necessitanti l’intubazione e la ventilazione meccanica o comunque la ventilazione non invasiva. Anche nella primissima ondata pandemica, nonostante l’enorme numero di malati trattati e l’insicurezza di confrontarci con una polmonite di cui all’epoca non si sapeva quasi nulla, abbiamo ottenuto risultati di sopravvivenza significativamente superiori alla media della maggior parte degli altri ospedali.
Oggi, in un’epoca di medici "a gettone", di disinformazione, di decadenza della sanità pubblica e di disequilibrio nelle risorse economiche e umane degli ospedali, come direttore dell’Anestesia e Rianimazione di Cernusco ho la presunzione di poter dire che questi risultati sono stati il frutto di anni di studio e perfezionamento nel trattamento delle infezioni polmonari, nella Terapia intensiva, nella collaborazione con specialisti di altre discipline e con il laboratorio, nel lavoro di squadra e soprattutto nel credere in una medicina che mette sempre al centro la salute della persona.