L'intervista

Mare o montagna per i nostri bambini? I consigli dell'esperto ai genitori

I suggerimenti del dottor Giovanni Maria Traina, direttore dell'Unità operativa complessa di Pediatria e Neonatologia del presidio ospedaliero di Melzo

Mare o montagna per i nostri bambini? I consigli dell'esperto ai genitori
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Con il classico periodo delle vacanze estive ormai alle porte, ogni anno sorge l’atavica domanda: meglio il mare o la montagna per i nostri figli?

Mare o montagna per i nostri bambini? I consigli dell'esperto ai genitori

Il dottor Giovanni Maria Traina, direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria e Neonatologia del presidio ospedaliero di Melzo, ha voluto fornire alcuni utili consigli ai genitori per vivere le vacanze con i piccoli in tutta tranquillità.

Meglio il mare o la montagna per i nostri bambini?

"Vanno bene entrambi: nel caso della montagna, meglio la mezza montagna (circa 800 metri), soprattutto per i neonati. Ricordiamo in montagna la maggiore vulnerabilità dei bambini al freddo e ai raggi solari, che anzi qui sono potenziati dall’atmosfera più rarefatta".

Da che età i bambini si possono portare in spiaggia, in montagna o in piscina?

"Anche i bimbi molto piccoli possono recarsi in questi luoghi, attenzione solo agli orari: fino alle 9.30-10 di mattina e dopo le 16.30 il pomeriggio, tenendo comunque sempre conto delle temperature esterne. I neonati sotto i 6 mesi di vita non vanno mai esposti al sole e non devono stare troppo tempo sotto l’ombrellone, in quanto non è in grado di filtrare i raggi ultravioletti e la sabbia riflette i raggi solari e può facilitare l’insorgenza di scottature".

Da che età si può fare il bagno al mare?

"Dopo i sei mesi e comunque senza mai forzarlo. I bambini hanno una termoregolazione differente dagli adulti, quindi bisogna fare attenzione alla temperatura dell’acqua. Inoltre, dopo il bagno, occorre sciacquare il bambino con acqua dolce e asciugarlo per bene perché sia l’acqua salata sia la pelle umida a contatto con la sabbia possono facilitare irritazioni a livello cutaneo".

Quanto tempo dopo aver mangiato si può fare il bagno?

"Non esiste una regola scientifica che indichi quante ore aspettare dopo il pasto, anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti. Se il bambino ha consumato un pasto abbondante, magari con carne, grassi, salse e intingoli, è plausibile che la digestione sia più lunga ed ha senso aspettare le famose 3 ore. Se invece ha mangiato, come dovrebbe essere, un piatto di pasta condita con olio o pomodoro e magari un po’ di pesce, può fare il bagno anche dopo pranzo. La cosa molto importante, però, è immergersi in acqua gradualmente, bagnandosi prima le caviglie, i polsi, quindi lo stomaco e poi le tempie. Si deve cioè evitare lo sbalzo termico".

Quanto può durare il bagno?

"I segnali a cui prestare attenzione per capire quando è il momento di uscire dall’acqua sono tre: i brividi di freddo, il raggrinzimento della pelle delle dita e la colorazione bluastra delle labbra".

Qual è la protezione solare più indicata per i bambini?

"Al di sotto dei 6 mesi di vita le creme non sono consigliate in quanto la cute è molto sottile e delicata, dunque più permeabile alle eventuali sostanze chimiche presenti nelle protezioni. Non ci sono studi adeguati dal punto di vista della sicurezza per garantire che le creme solari possano, a lungo termine, non essere nocive. Inoltre le creme vanno ad alterare la termoregolazione del bambino e quindi la sua capacità di dissipare il calore. Dopo i 6 mesi di vita, invece, l’uso delle creme solari è obbligatorio e fino ai 3 anni meglio quelle con fattore di protezione 50+ e filtri fisici che non penetrano all’interno della pelle. Dopo i 3 anni si possono usare quelle con fattore di protezione 30+. Consideriamo sempre che più è chiaro e più è bene usare una protezione alta. La crema va applicata già 20 minuti prima dell’esposizione al sole e riapplicata ogni due ore, soprattutto dopo il bagno".

È bene che il bambino indossi cappello e maglietta?

"Quando il bambino gioca all’aperto, sotto il sole, è buona regola fargli indossare un cappellino, che però consenta l’aerazione del capo, meglio se di paglia bucherellato. Diversamente può trattenere il calore con il rischio che si surriscaldi la testa. Una maglietta di cotone, chiara, può essere utile perché diminuisce il rischio di scottature, però non basta: sulla pelle va comunque applicata la crema solare protettiva.

Cosa sono e come evitare le malattie da calore?

"Il caldo intenso, associato a umidità, luoghi chiusi, scarsa aerazione, vestiti spessi, può causare patologie da calore. Per evitarle è importante: educare i bambini a bere sempre molto prima e durante l’attività fisica praticata nella stagione estiva, anche se non hanno sete; far indossare abiti larghi, di colore chiaro e cappelli leggeri nelle giornate molto calde; bagnare frequentemente la testa e la nuca con acqua fresca se esposti al caldo per molto tempo; nei giorni caldi o umidi, limitare l’attività fisica all’aperto durante le ore più calde; educare i bambini ad andare in luoghi freschi riparati dal sole, e riposarsi e idratarsi immediatamente ogni volta che si sentono surriscaldati".

Cosa succede se il bambino beve l’acqua di mare o ingerisce della sabbia?

"Una piccola quantità d’acqua salata ingerita non può creare particolari danni. È consigliabile, comunque, quando succede, porgere al bambino dell’acqua dolce, utile per eliminare la quantità di sale contenuta nell’acqua marina assunta. Stesso discorso per quanto riguarda la sabbia: i rischi nell’ingerirla possono essere legati alla presenza di corpi estranei o al fatto di poter contenere germi e batteri che possono causare infezioni gastrointestinali. Di solito, però, piccole quantità di sabbia non si associano a grandi problematiche".

Quali indicazioni seguire per quanto riguarda l’alimentazione?

"È importante bere tanta acqua ed evitare le bevande gassate e con aggiunta di zuccheri. Se il bambino non gradisce l’acqua, a partire dai 3 anni si può somministrare del thè, deteinato, preparato in casa. È poi importante dar da mangiare ogni giorno frutta di stagione. A pranzo, soprattutto in spiaggia, preferire piatti unici e leggeri, che possano sostenere il bambino senza appesantirlo eccessivamente. Sì a gelato, granite e ghiaccioli, specialmente di frutta".

E se il piccolo viene punto da una zanzara?

"Si può applicare un gel di cloruro di alluminio al 5%, che ha un’azione sia sul prurito sia sulla tumefazione. In alternativa hanno la stessa azione gli impacchi di ghiaccio, da tenere sulla parte punta per qualche minuto".

E se mio figlio entra in contatto con una medusa?

"Per quanto riguarda le meduse, i consigli sono: grattare con una tessera di plastica le zone della cute venute a contatto, per impedire alla tossina di penetrare la cute ed entrare in circolo; applicare, senza frizionare, sabbia calda essendo la tossina termolabile. Successivamente detergere la parte con acqua salata e applicare gel al cloruro di alluminio al 5%. Non utilizzare l’ammoniaca e consultare un medico in caso di reazioni più gravi".

Giovanni Maria Traina

 

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