Parola al primario

Ipertiroidismo: che cos'è e come viene trattato dall'endocrinologo

Sintomi, diagnosi e terapie: parola al direttore della Medicina Francesco D'Angelo e al suo staff

Ipertiroidismo: che cos'è e come viene trattato dall'endocrinologo
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L’Unità operativa di Medicina dell’ospedale Uboldo di Cernusco ha in carico il reparto di degenza con 30 letti per acuti e, nel contempo, gestisce numerosi ambulatori specialistici tra i quali si annovera quello di Endocrinologia con particolare interesse per la Tiroide, gestito dalla dottoressa Paola Ascoli (cofirmataria dell’articolo), specialista in Endocrinologia.

A cosa serve la visita endocrinologica?

La visita endocrinologica permette di valutare o monitorare disturbi e malattie associate alle ghiandole endocrine, gli organi che producono gli ormoni. Tra questi sono inclusi la tiroide, i testicoli, le ovaie, l’ipofisi, il surrene, il pancreas e il metabolismo osseo. I diversi ruoli svolti nell’organismo dagli ormoni li rende fondamentali per garantire un funzionamento ottimale del metabolismo, degli organi e dei tessuti.

Di cosa si occupa l'endocrinologo?

L’endocrinologo si occupa di identificare e trattare patologie associate al malfunzionamento delle ghiandole che li producono, che possono contribuire all’insorgenza di malattie come l’ipo/ipertiroidismo, l’osteoporosi, il diabete e a problematiche come l’infertilità e le complicanze della menopausa.

I problemi alla tiroide

Nell’ambulatorio di Endocrinologia le patologie più frequentemente valutate riguardano quelle della tiroide. Durante la visita presso l’Ambulatorio dell’ospedale di Cernusco risulta possibile effettuare l’esame ecografico della tiroide che risulta un valido aiuto nel definire l’iter diagnostico di alcune patologie tiroidee. In base alle caratteristiche ecografiche, lo specialista endocrinologo saprà valutare la presenza di noduli, alcuni dei quali potrebbero essere realmente a rischio di malignità e pertanto potrà eventualmente richiedere ad approfondimento un prelievo di cellule tramite agoaspirato, che sarà poi oggetto di analisi citologica al microscopio.

Questo permette poi di definire il miglior iter terapeutico con eventuale indicazione chirurgica e discussione collegiale con i colleghi preposti dell’ospedale di Vizzolo. Ma questa patologia verrà affrontata in modo più specifico in un successivo articolo.

Nel precedente articolo si è affrontato l’ipotiroidismo: disfunzione della tiroide caratterizzata da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei. Adesso ci soffermiamo sulla condizione opposta cioè l’ipertiroidismo.

L'ipertiroidismo, di cosa si tratta

L’ipertiroidismo è caratterizzato da un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei, dovuta prevalentemente a ipersecrezione di tiroxina (T4) e Triiodotironina (T3) da parte della tiroide complessivamente (malattia di Graves-Basedow) o da un iperfunzionamento dei noduli tiroidei (Malattia di Plummer) e più raramente a una loro liberazione da parte della ghiandola per una distruzione del tessuto (tiroidite sub acuta, tiroidite post partum, tiroidite da farmaci).

La forma più comune di ipertiroidismo è il "morbo di Graves-Basedow", una malattia autoimmune causata da una produzione di auto anticorpi contro il recettore del TSH (TRAb).
Questi anticorpi si comportano come il TSH ipofisario stimolando la ghiandola a produrre ormoni tiroidei. Nelle forme classiche si ha un aumento del volume della ghiandola stessa. In una quota minore di pazienti gli anticorpi TRAb possono causare un’infiammazione dei tessuti retro orbitari provocando una protrusione dei bulbi oculari verso l’esterno (esoftalmo). L’esoftalmo può manifestarsi con sintomi come irritazione degli occhi o protrusione del bulbo oculare per cui è impossibile la chiusura delle palpebre. L’esoftalmo è più frequente nei fumatori.

Quali sono le cause dell’ipertiroidismo

L’ipertiroidismo può derivare anche dalla presenza di un nodulo iperfunzionante (Malattia di Plummer), con iperproduzione di T3 e T4 e TSH ridotto (adenoma tossico), nel caso di un nodulo iperfunzionante con T3 e T4 ancora nella norma si parla di "adenoma autonomo".

L’ipertiroidismo può anche essere causato dal "Gozzo multinodulare tossico", vale a dire da un gozzo nodulare in cui uno o più noduli divengono iperfunzionanti. Questo è più comune nelle persone anziane e si verifica maggiormente nelle zone a carenza iodica.

Altra patologia che può causare ipertiroidismo è la "Tiroidite sub acuta di De Quervain" e la "Tiroidite post partum", che sono caratterizzate da una fase iniziale transitoria di ipertiroidismo, seguita, in genere, da una fase di ipotiroidismo.

Un cenno a parte merita l’ipertiroidismo da incongrua somministrazione di iodio o prodotti iodati (dentifrici, colluttori, antisettici, sale iodato), capaci di innescare l‘iperproduzione di ormoni tiroidei da parte di una tiroide iperplastica o sede di struma plurinodulare definito come "ipertiroidismo iatrogeno".
Tra i farmaci più frequentemente responsabili di ipertiroidismo va ricordato l’amiodarone, particolarmente impiegato nella terapia delle aritmie cardiache e in grado di provocare sia ipertiroidismo che ipotiroidismo.

Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?

I sintomi più frequenti dell’ipertiroidismo sono perdita di peso, stanchezza e debolezza muscolare, stati d’ansia e nervosismo, battito cardiaco accelerato, intolleranza al caldo, aumento della sudorazione, anche notturna e aumento dell’appetito.

L’ipertiroidismo si manifesta clinicamente nel 2-3 % della popolazione nelle forme più lievi, e nel 5-6 % della popolazione in età più avanzata, con una frequenza più elevata nelle aree con carenza iodica.

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi dell’ipertiroidismo si fonda soprattutto su un’accurata anamnesi familiare e patologica del paziente che può essere condotta dal medico di Medicina generale che potrà richiedere la consulenza dello specialista endocrinologo, in modo da poter sottoporre il paziente a una razionale procedura diagnostica.

Il percorso consiste in una visita, raccolta di dati precedenti e programmazione di esami ematochimici (TSH FT3, FT4 e anticorpi TPO, TRAb), strumentali, radiologici e medico-nucleari atti a giungere in breve tempo a una corretta definizione diagnostica e a un’appropriata prescrizione terapeutica.

Nell’ambito dell’indagine radiologica, particolare importanza è oggi rivestita dall’ecografia della tiroide, l’esame più adatto a rilevare la presenza di noduli, definirne morfologia, dimensione, struttura e valutare ulteriori alterazioni a carico della ghiandola e la vascolarizzazione ghiandolare.

La scintigrafia tiroidea con TC99 o con I131 (iodocaptazione) è lo strumento a tutt’oggi più attendibile per la diagnosi differenziale tra Malattia di Graves Basedow e Malattia di Plummer e per svelare eventuali ipertiroidismi iatrogeni.

Quali sono le terapie dell’Ipertiroidism?

La terapia dell’ipertiroidismo può essere farmacologica, radiometabolica e chirurgica. La terapia farmacologica si avvale di farmaci di uso consolidato quali il metimazolo e il propiltiouracile in associazione con beta bloccanti. La terapia va in genere proseguita per parecchi mesi (fino a 18-24), mentre nel caso di nodulo tossico la terapia medica serve solo a ridurre gli ormoni tiroidei circolanti, in preparazione alla terapia elettiva che è o chirurgica o radiometabolica con Iodio 131. Nelle tiroiditi sub acute ci si avvale anche di Fans (Farmaci anti-infiammatori non steroidei) o Cortisone.

L’intervento chirurgico può essere richiesto per risolvere difficili situazioni di ipertiroidismo non altrimenti curabile. L’approccio chirurgico alla tiroide rappresenta un impegno notevole per il chirurgo specializzato in questa patologia, sia per la posizione anatomica della ghiandola, sia per le sue caratteristiche di vascolarizzazione e innervazione.

Estrema delicatezza ed esperienza sono necessarie per rispettare integralmente i decorsi dei nervi laringei ricorrenti (che garantiscono la perfetta mobilità delle corde vocali) e per salvaguardare le 4 ghiandole paratiroidi, fondamentali per il corretto metabolismo del calcio e del fosforo.

Per l'articolo si ringraziano: Francesco D’Angelo, direttore Medicina interna geriatrica Uboldo Cernu

sco e Crotta Oltrocchi di Vaprio e la dottoressa Paola Ascoli specialista in Endocrinologia dell'Asst Melegnano Martesana. 

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