Case di comunità, cosa sono e a cosa servono
La dottoressa Daniela Luigia Invernizzi, direttore del Distretto Alta Martesana, approfondisce la grande novità della riforma sanitaria regionale
Ancora oggi non tutti sanno cosa sia la Casa di comunità. Ce lo spiega la dottoressa Daniela Luigia Invernizzi, direttore del Distretto Alta Martesana.
Case di comunità, di cosa stiamo parlando?
Nel territorio del Distretto Alta Martesana, che comprende ben nove comuni (Gorgonzola, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Carugate, Bussero, Gessate, Pessano con Bornago, Cambiago e Bellinzago Lombardo) ci sono due Case di comunità, a Cernusco e a Gorgonzola.
Come ben espresso dal nome, si tratta di un luogo per la comunità, dove tutti i cittadini possono rivolgersi per cercare una risposta ai loro bisogni sanitari, bisogni che il più delle volte sono anche sociali, meglio definiti quindi "bisogni sociosanitari".
Cosa si trova al loro interno?
Nella Casa di comunità lavorano in modalità integrata e multidisciplinare moltissimi professionisti, collegati funzionalmente o presenti fisicamente come i medici di Medicina generale e di Continuità assistenziale (ex guardia medica), i pediatri di libera scelta, gli infermieri di famiglia e comunità, i medici specialisti ambulatoriali, gli assistenti sociali, gli psicologi, coadiuvati da personale amministrativo di accoglienza e di supporto, mediante il Centro unico di prenotazione (Cup) e il servizio di Scelta e revoca del medico. Sono presenti anche il servizio prelievi, il servizio radiologico e il Centro dialisi. A Gorgonzola presso l’ex ospedale Serbelloni ci sono anche il Centro vaccinale, il Consultorio familiare e adolescenti, i Servizi di salute mentale e dipendenze e la Neuropsichiatria infantile.
Di cosa si occupano?
Parole chiave per comprendere l’attività della Casa di comunità sono: prossimità, proattività, coproduzione.
Prossimità: significa l’intento di portare il più vicino possibile ai cittadini l’assistenza sociosanitaria. Vicinanza, anche fisica al cittadino, soprattutto cronico e fragile, privilegiando l’assistenza domiciliare, quale miglior luogo di cura, attraverso la realizzazione e messa a punto di sistemi di telemedicina e telesorveglianza.
Proattività: significa la medicina di iniziativa, modello assistenziale di prevenzione e di gestione delle malattie croniche, orientato alla promozione della salute che prende in carico in modo proattivo il paziente, seguendolo nel percorso di cura, nell’aderenza alla terapia, nel mantenere corretti stili di vita, come il movimento e la corretta alimentazione. Medicina proattiva sono gli importantissimi screening per la prevenzione dei tumori, a cui i pazienti sono invitati ad aderire. Le donne, in età dai 45 ai 74 anni, ricevono a casa un appuntamento già prefissato per eseguire la mammografia, per la prevenzione secondaria del cancro al seno. Uomini e donne fra i 50 e i 74 anni vengono invitati ad andare in farmacia per ritirare il kit utile ad eseguire la ricerca del sangue occulto nelle feci, per intercettare precocemente il cancro dell’intestino. Tutte le donne fra i 25 e 65 anni sono invitate a eseguire il pap test per la prevenzione del tumore del collo dell’utero.
Coproduzione: significa l’apporto della comunità a livello di programmazione ed erogazione di servizi di supporto, ovvero l’apporto degli enti locali e delle associazioni di volontariato.
Cosa sono gli infermieri di famiglia
Una novità fondamentale della Casa di comunità è la preziosa presenza degli Infermieri di famiglia e comunità (Ifec): sono i professionisti che assicurano l’assistenza infermieristica, collaborando con gli altri professionisti, con un forte orientamento alla gestione proattiva dell’assistito, coinvolti nei processi di salute del paziente e nella sua gestione da parte della famiglia. Gli Ifec, insieme all’assistente sociale ricevono nella Casa di comunità i pazienti e le loro famiglie attraverso il Punto unico di accesso (Pua). Ascoltano i bisogni e orientano il cittadino per la presa in carico delle necessità espresse, anche in integrazione con i servizi sociali dei Comuni.
Gestiscono anche l’ambulatorio infermieristico, aperto tutti i giorni feriali, per prestazioni quali ad esempio terapie iniettive, medicazioni, cambi catetere, addestramento alle terapie ed educazione sanitaria, previa richiesta del medico di Medicina generale.
Assistenza domiciliare integrata
Sempre in collaborazione con il medico di Medicina generale, nella Casa di comunità viene attivata l’Assistenza domiciliare integrata (Adi), qualora la presa in carico necessiti di prestazioni infermieristiche o riabilitative e dell’intervento di specialisti, psicologi e altre figure relative alla cura della patologia, al domicilio. La Casa di comunità per sua vocazione si rivolge quindi a tutti i residenti del suo territorio, dai sani ai pazienti in cure palliative.
Lo psicologo di comunità
All’interno delle strutture vi lavora anche lo Psicologo di comunità (al momento tutte psicologhe donne), una figura importantissima oltre che una novità assoluta che, attraverso incontri personalizzati con i pazienti o i loro familiari, al domicilio o in Casa di comunità, assicura una presa in carico per favorire il benessere psicologico. Attività che dopo la pandemia si è resa quanto mai indispensabile.
La direzione del Distretto si occupa di garantire e armonizzare tutte le attività e di favorire i percorsi dei residenti attraverso tutte le strutture del territorio, dall’ospedale agli ambulatori. Si può consultare il sito istituzionale dove si trovano informazioni, orari e numeri di telefono.