Bronchiolite nei bambini: rischi, complicanze e prevenzione. Parola al pediatra
Il pediatra Giovanni Traina fa una panoramica sulle infezioni delle vie respiratorie, particolarmente pericolose nei primi 24 mesi di vita
L’arrivo della stagione invernale costituisce motivo di preoccupazione per famiglie, medici curanti e ospedali per le ricorrenti infezioni respiratorie che possono colpire, anche gravemente, i bambini più piccoli. Tra queste, quella certamente più temibile è la bronchiolite, un' infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore a 24 mesi, soprattutto nei primi 6 mesi di vita, con maggiore frequenza tra novembre e marzo.
Bronchiolite di cosa si tratta
Il microrganismo infettivo più coinvolto, nel 75% circa dei casi, è il virus respiratorio sinciziale (Vrs), ma anche altri virus possono esserne la causa: metapneumovirus, coronavirus, rinovirus, adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali. L'infezione è conseguenza di una trasmissione che avviene primariamente per contatto diretto con le secrezioni infette. La fase di contagio dura tipicamente da 6 a 12 giorni.
Cause e fattori di rischio tra i bambini
L'infezione interessa bronchi e bronchioli, le parti più estreme del nostro albero respiratorio, proprio dove avviene l’ossigenazione, innescando un processo infiammatorio con aumento della produzione di muco, ostruzione, aumento della frequenza respiratoria e rientramenti al giugulo/intercostali, con difficoltà respiratoria.
Fattori che aumentano il rischio di maggiore gravità sono la prematurità e le patologie croniche eventuali. La maggior parte delle infezioni guarisce spontaneamente o con terapia domiciliare in 7-12 giorni, il 20% circa invece necessita di assistenza e ricovero ospedaliero e il 5% ha bisogno di una Terapia intensiva.
Precauzioni da adottare
Alcune semplici precauzioni da adottare sono:
- Evitare il contatto dei bambini più piccoli con altri bambini o adulti affetti da infezioni delle vie aeree;
- lavarsi sempre le mani prima e dopo aver accudito il bambino;
- favorire l'allattamento al seno e fornire una quantità adeguata di liquidi;
- fare frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica;
- non fumare mai in casa e negli ambienti dove può trovarsi il bambino.
Un farmaco disponibile per la bronchiolite
Da quest’anno anche in Italia è disponibile un farmaco estremamente utile nella prevenzione di questa affezione. E’ un nuovo anticorpo monoclonale, il Nirsevimab (non è un vaccino), che legandosi in qualche modo al virus ne impedisce la fusione con la cellula respiratoria. Prevede una sola somministrazione intramuscolo ed è in grado di proteggere il bambino per almeno cinque mesi riducendo del 77% le infezioni respiratorie da Vrs che richiedono ospedalizzazione e dell’ 86% il rischio di ricovero in Terapia intensiva.
Alcuni Paesi europei come la Spagna e la Germania hanno introdotto questo metodo di prevenzione universale già nella stagione epidemica 2023, confermando una riduzione delle ospedalizzazioni di almeno il 70%. Regione Lombardia, con apposita delibera, ha già recepito ciò e disposto una campagna di prevenzione che sarà operativa a partire dal prossimo 1 novembre. Il farmaco in oggetto è molto ben tollerato, le modestissime reazioni avverse di ipersensibilità, mai gravi, sono state osservate in meno dell’1% dei soggetti immunizzati. E’ certamente una importantissima opportunità di prevenzione, che andrà sfruttata appieno.
Informazioni in merito a tale campagna di prevenzione potranno essere chieste al pediatra curante ed alle strutture pediatriche ospedaliere.
Ringraziamo per il contributo il dottor Giovanni Traina, direttore Uoc di Pediatria e Neonatologia degli ospedali di Melzo e Cernusco sul Naviglio presso l'Asst Melegnano Martesana.