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Adolescenti e disagio: intervenire presto, intervenire bene

Parola all’equipe del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze, diretto dal dottor Federico Durbano, che si occupa di questa fragile fascia d’età

Adolescenti e disagio: intervenire presto, intervenire bene
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Parola all'equipe del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze dell'Asst Melegnano Martesana: Eleonora Sasso, Teresa Lamanna e Silvia Carnevali (Psicologhe e psicoterapeute); Federico Durbano (Psichiatra, direttore del dipartimento).

Come abbiamo già presentato in precedenti interventi, uno degli obiettivi più importanti nel nostro operare è l’intervento precoce, finalizzato a riconoscere in tempo quelle condizioni che dal semplice e adattivo disagio possono evolvere in condizioni più serie.  La necessità di intervenire "presto" si lega alla possibilità che i trattamenti (tutti, non solo quelli farmacologici) possano avere una più alta probabilità di risposta, ma anche alla necessità di evitare che l’evoluzione dei quadri clinici possa cronicizzarsi, determinando quindi una condizione di inabilità. Per questo obiettivo nel Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze dell’Asst Melegnano Martesana abbiamo attivato da anni diversi progetti, integrati tra loro e correlati ad altri aziendali, proprio con questo obiettivo.

Gli adolescenti e il "disagio psichico"

Qui di seguito descriviamo brevemente una di queste esperienze, e i possibili esiti che ha avuto, su una popolazione ad alto rischio: gli adolescenti che frequentano le scuole superiori. Si tratta di una fascia di popolazione a particolare rischio perché è una fase delicata dello sviluppo neuro-psichiatrico: in questo periodo evolutivo assistiamo a profondi rimaneggiamenti del cervello, siamo in presenza dello sviluppo di tutto il mondo emotivo ma, contemporaneamente, nell’assenza di qualsiasi freno (mente razionale) che possa modulare questo sobbollimento emozionale.

Abbiamo in essere due importanti progetti dedicati alla fascia adolescenziale, oltre alle attività istituzionali già stabilizzate quali il tavolo di transizione tra minore età ed età adulta, composto da tutte le componenti del Dipartimento (neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, psichiatria adulti e dipendenze). Uno è un progetto regionale ad hoc, l’altro si inserisce nell’organizzazione dei servizi delle dipendenze. Negli ultimi 2 anni abbiamo provato a integrare i due progetti per poter erogare prestazioni più utili, efficaci e integrate, cercando di evitare sovrapposizioni e sdoppiamenti di servizi che sarebbero solo fonte di confusione nel pubblico e di criticità organizzative per noi.

Prevenzione e trattamento precoce

Il progetto regionale "Prevenzione, individuazione e trattamento precoce dei disturbi psichici in età giovanile" ha tra i suoi obiettivi la realizzazione di interventi di prevenzione primaria, volti a coinvolgere le agenzie educative e sociali che lavorano con i giovani, al fine di sensibilizzare e avvicinare ai temi della salute mentale, ridurre lo stigma, promuovere una maggiore consapevolezza sia dei comportamenti e segni che possono essere indicatori di un disagio, sia dei servizi presenti sul territorio di appartenenza ai quali poter chiedere aiuto. Differenziare il "disagio" (normale meccanismo di adattamento a una condizione di stress) dalla "malattia" è un passaggio fondamentale: medicalizzare il disagio potrebbe essere pericoloso, in quanto inibirebbe un percorso di crescita e di maturazione che vede nel confronto con lo stress uno dei meccanismi fondamentali. Ma anche non riconoscere i prodromi di una malattia mascherati da una minimizzazione è altrettanto pericoloso.

Il lavoro con e nelle scuole

Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale il lavoro e la collaborazione con gli istituti scolastici. Le equipe dedicate a questo progetto lavorano per aprire e consolidare degli scambi con le scuole presenti sui rispettivi territori, proponendo degli interventi di sensibilizzazione rivolti agli studenti.

Nell’ambito della prevenzione, all’interno del nostro dipartimento, direttamente coinvolto nel lavoro con gli istituti scolastici, opera in sinergia il Centro informazione e consulenza (Cic) originariamente dedicato al tema dell’esposizione alle sostanze di abuso. Infatti, per la prevenzione del disagio e la promozione del benessere, il Cic, costituito a seguito del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti, Dpr 309 del 9/10/1990, rappresenta un luogo di incontro reale tra diverse agenzie educative e formative da una parte (scuola, servizi, famiglie) e le richieste di aiuto e sostegno degli adolescenti dall’altra.

La finalità del Dpr 309 rispetto alle sostanze psicotrope non è solo di regolamentare il loro uso ed eventualmente sanzionare l’abuso, ma anche la prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza. A tale scopo sono previsti, per legge, i Cic, il cui fine è far fronte alle esigenze di formazione, approfondimento e orientamento sulle tematiche relative all’educazione, alla salute ed alla prevenzione delle tossicodipendenze. Con la loro istituzione, il sistema scolastico diventa protagonista centrale della prevenzione del disagio e della promozione del benessere giovanile.

Le nuove sfide per i giovani

Dalla pubblicazione del Dpr 309 il mondo e la società sono cambiati drasticamente e il lockdown ha rappresentato un acceleratore di queste modifiche. Si sono presentate nuove sfide da fronteggiare: dall’alcol alle droghe sintetiche, dai problemi alimentari, alle malattie sessualmente trasmissibili dall’inserimento nel difficile mondo del lavoro all’inclusione degli studenti stranieri. Lo sportello di ascolto si è quindi trasformato in una sede privilegiata dove gli studenti possono trovare supporto e aiuto nel fronteggiare diverse difficili sfide e non solo quelle della tossicodipendenza "classica" per cui lo sportello era nato.

Come conseguenza di questo processo, il tipo di sostegno che oggi viene fornito all’interno dei servizi dello sportello di ascolto è spesso più comunemente incentrato sul versante psicopedagogico piuttosto che su quello sociosanitario classico dei Cic, con un aumentato interesse per l’individuo e il contesto socio-relazionale in cui è inserito.

In questa ottica di intervento precoce e di tentativo di demedicalizzazione degli interventi, per favorire l’accesso dei giovani che, a oggi, è scarso a seguito della paura di essere etichettati (stigma sociale), abbiamo pensato di riunire i due progetti a un livello più basilare, intervenendo sulla popolazione scolastica. Lo scopo del progetto, che coinvolge il nostro dipartimento di concerto con le scuole, è quindi sensibilizzare e avvicinare i ragazzi ai temi della salute mentale e alla conoscenza dei servizi dedicati. Abbiamo coinvolto un campione di classi quarte e quinte di istituti superiori afferenti al territorio del Dipartimento Salute mentale e Dipendenze dell’Asst Melegnano e Martesana.

Per i progetti di intervento precoce, quindi, la collaborazione tra le diverse equipe è fondamentale e permette di mettere in rete le diverse competenze tecniche utili a rispondere ai diversi e sempre più complessi bisogni della popolazione adolescenziale. Pertanto, nel nostro modello integrato, agire preventivamente potrebbe non voler dire solo fare riferimento all’informazione, al dialogo e alla consulenza, ma anche vedere la scuola come un’organizzazione in grado di offrire un’opportunità concreta e reale nel processo di costruzione dell’identità degli adolescenti, nell’appoggiarli nella manifestazione delle loro capacità e nei necessari processi di orientamento.

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