Polemica

Palazzina comunale concessa gratis all'Ats, Vivere Cernusco presenta un esposto alla Corte dei conti

Secondo gli esponenti della minoranza si profila un danno erariale

Palazzina comunale concessa gratis all'Ats, Vivere Cernusco presenta un esposto alla Corte dei conti
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Una palazzina comunale concessa gratuitamente ad Ats (l’Azienda tutela della salute) e all’Asst Melegnano Martesana (l’ex azienda ospedaliera). Il caso di Cernusco sul Naviglio finisce alla Corte dei conti, grazie a un esposto della lista di minoranza Vivere Cernusco.

Perché l'azienda sanitaria non paga?

La lista di minoranza Vivere Cernusco attacca la maggioranza.

Con l’apertura della Casa di comunità in via Uboldo negli spazi dell’ospedale, i servizi al cittadino che erano garantiti in via Turati sono stati trasferiti. Attualmente la palazzina, che è pubblica, è occupata solamente da uffici amministrativi di Ats e Asst. Così i membri della lista:

Ciononostante l’Amministrazione continua a concederli in comodato d’uso gratuito. Ci chiediamo come mai: anche il ministero dell’Interno paga un affitto per la caserma dei Carabinieri. Perché Ats e Asst no? Si tratta di spazi che potrebbero essere utilizzati a vantaggio della collettività: se si decide invece di concederli, almeno ci sia un vantaggio economico.

La palazzina di via Turati ha un’altezza di tre piani e ha una superficie interna di 2.150 metri quadrati. Il contratto di comodato d’uso gratuito è stato stipulato nel 2014 e ha una durata di vent’anni. Dunque scadrà il 31 dicembre 2033.

Secondo il sindaco la normativa è contraria

Sulla questione era già intervenuto il sindaco Ermanno Zacchetti che aveva spiegato che la normativa non consente all'Amministrazione di esigere un canone da un ente sanitario. Ecco la risposta che aveva dato al gruppo:

 Il comodatario si fa carico dei costi di natura ordinaria (spese energia elettrica, gas, acqua, riscaldamento, pulizia…) e di natura straordinaria in deroga. E’ anche bene precisare che a oggi Asl Mi2/Ats Milano non ha presentato alcuna richiesta di recesso da predetto contratto e questo aspetto rappresenta un presupposto fondamentale per ogni ragionamento di alienazione dell’immobile ovvero di affitto.

In particolare:

  • La questione è già stata in passato oggetto di sentenza e continua disquisizione con AslMi2/Ats, al termine delle quali si è sempre convenuto che alla fattispecie in esame si applichino gli articoli 65 e 66 comma 3 della Legge 833/1978 in forza dei quali, a fronte del trasferimento a patrimonio comunale in cui sono collocati, "è affidata alle unità sanitarie locali la gestione dei beni mobili ed immobili e delle attrezzature destinati ai servizi igienico-sanitari dei comuni e all'esercizio di tutte le funzioni dei comuni e loro consorzi in materia igienico- sanitaria".
  • Nella fattispecie in oggetto, è un dato incontrovertibile che l’immobile in questione è da sempre stato destinato (addirittura ab origine) allo svolgimento di servizi sociosanitari.
  • E’ altresì indubbio che, nell’ipotesi di immobile di proprietà comunale con vincolo di destinazione a funzioni socio-sanitarie alla data di entrata in vigore della Legge 833 del 1978 , la gestione del medesimo immobile spetta al soggetto titolare delle suddette funzioni socio-sanitarie. Il suddetto affidamento ex lege (art. 66 co.3 L.833/1978) alle unità sanitarie locali (ora Asl) della gestione immobili e delle attrezzature destinati ai servizi igienico-sanitari, pertanto, costituisce il titolo legittimante la detenzione ed utilizzo dell’immobile in questione da parte dell’Asl Mi2-Ats Milano.
  • Tale interpretazione è stata accolta anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza 98 del 18 aprile 1997: "I dubbi di costituzionalità sulla normativa impugnata non hanno dunque ragion d'essere, tanto più se si considera che, secondo giurisprudenza, il sopra menzionato articolo 66, terzo comma, della legge 833 del 1978 è tuttora vigente. Cosicché, allo stato, l'alternativa che il giudice rimettente implicitamente pone non è tra l'appartenenza dei beni contestati al patrimonio delle unità sanitarie e l'impossibilità di utilizzazione da parte delle stesse per i loro fini istituzionali. L'alternativa sarebbe infatti solo quella tra l'ascrizione dei beni contestati a uno o all'altro patrimonio, ferma restandone la gestione da parte delle unità sanitarie affidatarie".
  • A tale proposito, si precisa che agli atti dell’Avvocatura comunale risulta che già nel 1997 il Comune di Cernusco sul Naviglio aveva agito in giudizio contro l’allora Ussl 27, chiedendo la restituzione di due immobili (la dependance Villa Greppi e due locali in via Buonarroti) in uso, senza alcun contratto scritto, appunto all’Ussl per servizi sociosanitari.
    Con sentenza 4790/2002 il Tribunale di Milano, tuttavia, rigettava la domanda del Comune, accertando che i beni immobili, dei quali si chiedeva la restituzione, non erano detenuti sine titulo, ma erano "utilizzati dalla Ussl 27 proprio in virtù del terzo comma dell’articolo 66 della Legge  833/782".

Anche alla luce del suddetto precedente giudiziario, quindi, è da escludere per il Comune la possibilità di richiedere ad Ats la stipula di un contratto di locazione a titolo oneroso e a maggior ragione di alienare o locare il bene a terzi senza preventiva rinuncia al vincolo di destinazione ad attività sociosanitarie da parte di Ats Milano.

Considerazioni finali

Prima di tutto, a testimonianza di come il tema sia dibattuto da tempo e di come a tale conclusione il Comune di Cernusco sul Naviglio fosse giunto già dodici anni fa, si ricorda che nel 2012 l’Amministrazione comunale di Cernusco sul Naviglio, nella fase istruttoria per definire il contratto ventennale e tutt’ora vigente di utilizzo dell’immobile, deliberò inizialmente un atto di indirizzo per l’applicazione di un canone di 80mila euro annuali (con scomputo dei costi di manutenzione straordinaria), salvo poi rettificarne i contenuti con successiva delibera alla luce delle evidenze avanzate dall’allora Asl Milano 2 e dei pareri legali dell’avvocatura. Alleghiamo alla presente risposta la delibera di rettifica 319 del 15 novembre 2012, che dispone l’indirizzo – anziché di un contratto di locazione – di un contratto di comodato d’uso gratuito, con spese di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico di Asl Milano2.

Infine, fermo restando la competenza di Ats della definizione dei servizi socio-sanitari ospitati nella palazzina, l’interlocuzione per ipotizzare nuove evoluzioni non è mai mancata, non ultima in occasione del confronto per la localizzazione della nuova casa di comunità nella nostra città. A quanto ci è dato sapere, a oggi presso la sede di via Turati non sono presenti servizi aperti direttamente al pubblico, ma sono attivi uffici con oggetto materie quali veterinaria, prevenzione, vigilanza, integrazione socio-sanitaria ed economato.

L'esposto

Una ricostruzione che non ha convinto Vivere che ha presentato l'esposto:

Di fronte alle risposte insoddisfacenti dell'Amministrazione comunale alla nostra interpellanza sulla concessione gratuita dell'edificio ex Asl di via Turati, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale. Già dall'ottobre 2023, infatti, nella Casa di comunità di piazza Repubblica sono stati trasferiti i servizi al cittadino che prima erano situati nell'edificio di via Turati: l'ufficio di scelta e revoca dei medici di famiglia, il centro vaccinale, il servizio assistenza specialistica e cronicità, il consultorio familiare e altro ancora.
Questi servizi erano alla base della concessione in comodato d'uso gratuito dell'edificio comunale all'Asl Milano2. Il contratto, stipulato nel maggio 2014, indicava chiaramente che l'edificio doveva essere adibito a sede delle attività dei poliambulatori di ASL Mi 2 per attività socio sanitarie. Ora in via Turati questi poliambulatori non ci sono più, ma ci sono solo uffici amministrativi. Nessun servizio socio sanitario aperto al pubblico. Eppure la nostra Amministrazione comunale non intende rivedere il contratto, privando la città di risorse che potrebbero essere utilmente spese per servizi alla cittadinanza.

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