Mozione Ramelli, la Giunta trova un punto d'incontro con Fratelli d'Italia
A Fara Gera d'Adda non una via dedicata al solo militante di estrema destra ucciso 50 anni fa, ma un cippo o una targa in memoria di tutte le vittime dell’estremismo politico e ideologico in Italia

I Casi di Cassano e Brugherio
Fratelli d'Italia ha presentato una mozione in diversi Comuni della provincia di Milano, tra cui Peschiera Borromeo, Melzo, Tribiano, Paullo, Cologno Monzese, San Giuliano, San Donato, Gorgonzola e Bresso, per chiedere l'intitolazione di una via, una piazza o un giardino a Sergio Ramelli, giovane militante di destra assassinato a Milano il 29 aprile 1975.
La mozione, presentata nei consigli comunali, invita le rispettive giunte ad onorare la memoria di Ramelli, considerato vittima innocente degli "Anni di piombo".
Ramelli, studente milanese di 18 anni, militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano), fu aggredito il 29 aprile 1975 da un commando del gruppo terroristico Avanguardia operaia e morì un mese dopo a causa delle ferite riportate.
A Cassano d'Adda, con feroci polemiche, la Giunta di centrodestra a Ramelli ha dedicato il parco della biblioteca, mentre a Brugherio è stata dedicata una scalinata del Parco Increa.
A Fara mozione respinta, ma con un'alternativa
Lo Faro accoglie la decisione: "Una risposta concreta alla volontà popolare"
Di fatto, è stata data una risposta concreta all’importante partecipazione popolare che chiedeva un atto civile, non di parte. Un’iniziativa sostenuta da tanti cittadini, militanti e simpatizzanti.Sergio Ramelli non fu il simbolo di una parte, ma il volto di un’intera generazione ferita dalla violenza politica; così, come la memoria delle tante vittime degli anni di piombo, impone una lettura storica che non ammette doppi standardÈ stato dunque colto lo spirito della proposta.Le stesse parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa, più volte richiamate in questi mesi, trovano oggi piena coerenza nei fatti: la pacificazione nazionale passa dal riconoscimento di tutte le vittime, senza eccezioni, steccati ideologici o strumentalizzazioni.Da Fara, dunque, arriva un segnale politico e culturale atteso: il superamento delle logiche di contrapposizione, in favore di una memoria più condivisa. Non barriere, ma un ponte tra storie diverse, tutte degne di essere ricordate perché nessuno ha il monopolio del ricordo: come Sergio, nessuna vittima del terrorismo può essere dimenticata.