Il sindaco di Vignate non firma l’appello per Gaza: la minoranza non ci sta
Diego Boscaro ha scelto di non sottoscrivere il documento «Adesso basta!», inviato alla premier Meloni e al ministro Tajani, da parecchi sindaci italiani. Le minoranze hanno inviato una lettera, il primo cittadino ha replicato: “Sono inorridito da quanto accade a Gaza, ma non basta purtroppo un simbolo per fermare una guerra”

Si è accesa la polemica a Vignate a seguito della decisione del sindaco Diego Boscaro di non firmare l'appello «Adesso basta!», siglato da decine di primi cittadini anche in Martesana - Adda, e inviato alla premier Giorgia Meloni e al ministro Antonio Tajani. Un documento per denunciare la crisi umanitaria a Gaza.
Le liste di minoranza hanno presentato una lettera: "Non si può restare indifferenti"
Una scelta criticata dalle liste di minoranza, Vignate Futura e Insieme per Vignate, che nei giorni scorsi hanno presentato una lettera ufficiale per chiedere l’adesione dell’Amministrazione.
Non si può restare in silenzio di fronte a una tragedia umanitaria di tale portata, occorre porre fine al genocidio che si sta consumando in Palestina - si legge nel documento sottoscritto da entrambe le liste – Chi tace o resta fermo rischia di diventare complice, anche solo con l’inerzia. Se le tragedie del passato possono solo essere giudicate, quelle del presente possono e devono essere fermate.
Per questo si invita il primo cittadino a compiere un atto di coraggio e coerenza.
La replica del sindaco Boscaro
Sono profondamente colpito e inorridito da quanto accade in Medio Oriente, qualsiasi guerra è un abominio e genera solo sofferenza e distruzione - ha premesso - Ma una firma, per quanto simbolica, non può fermare un conflitto né risolvere una tragedia tanto complessa.
Non ho ricevuto alcun diktat dall’alto, non siamo il ministero degli Esteri, il nostro ruolo è amministrare, non generare divisioni ideologiche.
Genocidio è una parola drammatica che porta con sè il ricordo di orrori incancellabili - ha osservato - Usarla in modo errato significa banalizzare la storia e offendere la memoria di chi ha vissuto quella forma estrema di violenza.
Definirmi squadrista politico è un’offesa - ha replicato - Alimentare l’odio e le contrapposizioni non aiuta nessuno, tanto meno chi soffre. Oggi si parla di Gaza, ma ci sono dieci guerre attive in Africa. Siamo pronti a firmare un appello per ognuna di esse? La pace non si conquista con i simboli, ma con diplomazia, conoscenza e responsabilità. In quel contesto, una firma non sarebbe stata un gesto neutrale e bipartisan, bensì un’adesione a una linea politica precisa di opposizione - ha concluso Boscaro - Chi mi chiede perché non ho firmato, sa bene che sono contro ogni forma di violenza e repressione. Però sa anche che non basta desiderare la pace per ottenerla. Serve realismo, responsabilità, diplomazia vera. Apprezzo la sensibilità e l’indignazione di chi ha sollevato il tema. Quando si parla di dolore, fame, morte, occorre essere cauti, lucidi e misurati. Non voglio trasformare il Municipio in una cassa unilaterale di risonanza ideologica. Sono il sindaco di tutti. E come tale continuerò ad agire.