Cernusco sul Naviglio lascia la guida del Distretto socio-sanitario, rabbia delle minoranze
Zecchini (Sinistra per Cernusco): "Perché disperdere la grande esperienza accumulata in tutti questi anni dal Comune di Cernusco?"
Il dado è tratto. Il Consiglio comunale di Cernusco sul Naviglio, nella seduta di mercoledì 31 gennaio 2024, ha approvato il nuovo corso dei Servizi sociali del Distretto socio-sanitario: dall'1 ottobre lo scettro di capofila passerà a Gorgonzola.
Il Piano di zona
L'ambito territoriale di Cernusco comprende anche i Comuni di Bussero, Carugate, Cassina de’ Pecchi, Cambiago, Bellinzago Lombardo, Gessate, Gorgonzola e Pessano con Bornago.
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Il Piano di Zona è lo strumento fondamentale per la realizzazione delle politiche di intervento nel settore sociosanitario sul territorio di riferimento, in particolare riferita alla capacità dei vari attori istituzionali e sociali di definire, nell’ esercizio dei propri ruoli e compiti, scelte concertate in grado di delineare opzioni e modelli strategici adeguati per lo sviluppo di un sistema a rete dei servizi sociosanitari.
Nel 2009 il capofila è diventata Cernusco, su impulso di Rita Zecchini, allora assessora alle Politiche sociali e oggi in minoranza con la lista La Città in Comune - Sinistra per Cernusco. Zecchini ha così svolto il ruolo di presidente dell'Assemblea dei sindaci per cinque anni.
La rabbia delle opposizioni
Tutte le minoranze in corso hanno criticato fortemente la scelta dell'Amministrazione. Così Zecchini:
E’ evidente che rinunciare alla funzione di Comune capofila significa abdicare al ruolo di coordinamento dei Comuni del distretto per la parte politica e di controllo gestionale dei fondi previsti per la realizzazione dei piani sociali di zona, all’affidamento di incarichi a terzi, alla predisposizione di gare d’appalto, alla stipula di convenzioni e alla definizione di collaborazioni con enti, organizzazioni cooperative e altri soggetti necessari per la realizzazione della programmazione sociale territoriale.
Inoltre ricordo che un punto di forza che nel 2009 fece maturare il passaggio inverso fu la valutazione circa la solidità della struttura complessiva del nostro Comune, perché oltre al personale del
settore sociale il Piano di zona richiede competenze nel settore economico- finanziario, del personale, gare e appalti.
Zecchini, d'accordo anche con gli altri esponenti delle minoranze ha evidenziato anche un altro aspetto:
Perché disperdere la grande esperienza accumulata in tutti questi anni dal Comune di Cernusco? Perché è stato importante il ruolo di un comune come Cernusco come capofila? Ha esportato
servizi e progetti dal piano comunale al piano sovracomunale come Sportello donna (che Cernusco ha aperto nel 2009) e Rete antiviolenza.
"Mi prendo la responsabilità della scelta"
Critiche simili sono piovute anche da Giordano Marchetti (Vivere Cernusco) e Daniele Cassamagnaghi (Forza Italia).
L'assessora alle Politiche sociali Giorgia Carenzi si è assunta tutte le responsabilità di una scelta maturata in questi mesi nell'Assemblea dei sindaci, nella quale si sarebbe evidenziato come per gli attuali e futuri compiti che il Distretto sarà chiamato ad assolvere serve un cambio di governance, con la costituzione di un Ufficio di piano autonomo e non formato da personale che dedica parte del proprio tempo ad esso e parte al proprio Comune. Ma per tale sviluppo la pianta organica di Cernusco creerebbe un ostacolo.
Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta della Martesana in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 3 febbraio 2024.