La protesta

Asilo nido comunale di Melzo: 60 posti, ma arriva la cooperativa. Ed è polemica

Dopo la scelta votata in Consiglio lunedì, nel weekend alcuni genitori hanno protestato appendendo striscioni fuori dal cancello dell'asilo

Asilo nido comunale di Melzo: 60 posti, ma arriva la cooperativa. Ed è polemica
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Gli obiettivi dell’Amministrazione di Melzo erano tre: aumentare i posti disponibili all’interno dell’asilo nido, tutelare i lavoratori e assicurare un servizio di qualità alle famiglie melzesi. E secondo la maggioranza sono stati centrati attraverso la scelta di mettere in gara la gestione della struttura "A piccoli passi" di via Boves.

Asilo nido in gestione esterna

Si è concluso con il voto del Consiglio comunale di lunedì 27 maggio 2024 il percorso che porterà all’esternalizzazione del servizio a partire da settembre. Un iter che era iniziato ormai oltre un anno fa quando era risultato evidente a tutti che bisognava dare una risposta concreta alle esigenze delle famiglie. Perché il nido comunale con soli 40 posti disponibili non era sufficiente a coprire le richieste dell’utenza.

I posti aumentano del 50%

Il primo fronte esplorato è stato quello delle convenzioni con strutture private, ma con esiti negativi. Così è iniziata la fase di confronto con i sindacati per arrivare a una soluzione che garantisse i posti di lavoro e, al tempo stesso, permettesse all’Amministrazione di raggiungere il proprio obiettivo. Il bando di gara per la gestione, infatti, avrà un riscontro immediato sin da settembre: indipendentemente da chi vincerà la gara, i posti disponibili passeranno da 40 a 60 con un incremento del 50%.

Ampliare il personale per garantire questa capienza sarebbe costato al Comune 100mila euro in più su base annua. Abbiamo avuto confronti con i sindacati e con le educatrici e abbiamo proposto loro tre possibilità: chiedere la mobilità per andare in altri asili nidi comunali, passare sotto la cooperativa che si aggiudicherà il bando con lo stesso stipendio ottenibile grazie a uno sforzo integrativo del Comune, oppure cambiare mansione e venire a lavorare in Municipio. Soltanto una persona ha scelto il trasferimento, le altre hanno preferito restare in Comune con un ruolo differente.

ha spiegato il sindaco Antonio Fusè.

Cosa cambia ora?

Il passaggio a una realtà esterna, per esempio, potrebbe permettere un’estensione degli orari e dei giorni di apertura, per avvicinare il servizio comunale a quello che viene svolto negli asili privati. Senza alcuna modifica alle rette che restano stabilite dall’Amministrazione e che non varieranno. La cooperativa (o la società) che si aggiudicherà la gestione, infatti, oltre a incamerare i versamenti dei cittadini (che con 40 utenti valevano circa 115mila euro) si vedranno riconosciuti un canone annuo di 270mila euro. Un esborso importante dal punto di vista economico da parte del Comune, che però sarà riassorbito nei cinque anni di gestione proprio grazie al "rimpasto" del personale: le ex educatrici, infatti, andranno a coprire pensionamenti e mobilità dei prossimi anni, garantendo così un equilibrio di spesa e risorse in più che l’Amministrazione potrà spendere anche su altri servizi.

La politica si divide

L'Amministrazione ha riaffermato a gran voce la bontà di una scelta che, secondo la maggioranza, risponde a tre obiettivi fondamentali. Ampliare il numero di posti che era insufficiente a fronte delle domande delle famiglie, garantire un servizio di qualità e non andare a incidere sul costo complessivo del personale comunale con il rischio di mandare in sofferenza altri settori per preservare il tetto massimo della spesa.

Fratelli d'Italia e Melzo si Rigenera hanno condiviso la scelta delle Liste civiche, ricordando però l'importanza di vigilare sulla stesura del bando e sulla gestione di chi entrerà a guidare l'asilo nido per assicurare alle famiglie un servizio sempre di qualità.

Fortemente contrario il Partito democratico che, per bocca dei consiglieri Rocco MartelliVeronica Banfi si è opposto alla scelta, rafforzando ancor di più la propria posizione attraverso un comunicato della segretaria della sezione locale Tatiana Tritone.

L’Amministrazione ha deciso di aumentare i posti, ma affidando la gestione del nido a un operatore esterno convenzionato, sacrificando la professionalità delle educatrici, che verranno riassegnate ad altri incarichi in ambito comunale. L’asilo sarà affidato a un operatore esterno a scapito del progetto educativo portato avanti egregiamente in questi anni. Inoltre siamo a inizio giugno e mancano solo due mesi all’avvio del nuovo servizio: siamo preoccupati che ci sia davvero pochissimo tempo per procedere con il nuovo progetto.

E sulla questione educatrici ha anche aggiunto:

Non riteniamo accettabile che siano state costrette a scegliere tra la loro professionalità e un contratto con giuste tutele. I posti di lavoro non vanno solo “salvati”, ma anche salvaguardati e tutelati. Comprendiamo che questa scelta porterà benefici alle casse comunali, ma amministrare la cosa pubblica non è come fare impresa e non conta solo il ritorno economico, ma anche quello educativo e sociale.

La protesta delle famiglie

Nel weekend è andata in scena una protesta organizzata da alcuni genitori di bambini che utilizzano il servizio del nido comunale: hanno appeso striscioni fuori dai cancelli della scuola per ribadire la loro contrarietà e hanno pubblicato un volantino molto esplicito con un je accuse nei confronti dell'Amministrazione e dell'assessore all'Istruzione Massimo del Signore oltre che del sindaco, rei, a loro dire, di non aver mai interpellato le famiglie sulla questione e di non averli nemmeno avvisati ufficialmente.

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