"Niente zona gialla? Sarebbe una beffa"
L'associazione di categoria prende posizione sul possibile mancato passaggio nell'area meno a rischio della Lombardia".
La Lombardia rischia, per una mera questione burocratica, di non diventare zona gialla da domenica. E la questione sta già susctiando polemiche.
Lombardia non in zona gialla? Una beffa
Sull'eventualità si è espressa Confcommercio.
Una questione (alla luce di numeri aggiornati) solo di rigidità burocratica e non di sostanza l’attesa delle canoniche due settimane per cambiare fascia. Si auspicano flessibilità e ragionevolezza oltretutto dopo una zona rossa del tutto ingiustificata. La possibilità che la Lombardia resti in zona arancione ancora una settimana ci sembra francamente una beffa-
Come abbiamo già sottolineato, il ritorno in zona gialla dovrebbe avvenire il prima possibile, se i numeri lo consentono, per garantire almeno un briciolo di certezza e di possibilità di programmazione alle attività commerciali. Passaggio che, in questo caso, potrebbe non verificarsi per una questione puramente formale: non sarebbero cioè trascorse le canoniche due settimane dall’ultimo cambio di colore”.
Ricordiamo, però, che la Lombardia – oltretutto non classificata dall’Europa come area a rischio - ha subito una chiusura del tutto ingiustificata dal 17 al 23 gennaio. Scoperto l’errore, in quell’occasione si è potuto procedere ad un cambiamento di colore già dopo sette giorni. Alla luce dei danni subiti dalle attività economiche lombarde auspichiamo, perciò, l’adozione degli stessi criteri di flessibilità e ragionevolezza, in modo da non perseverare in un errore dalle conseguenze gravissime per le imprese.
Danni incalcolabili
Il mancato passaggio in zona gialla rappresenterebbe una "mazzata" per tantissime attività già duramente provate dalla pandemia.
Bisogna chiarire – aggiunge Confcommercio Lombardia - che si tratta di una questione che ha un peso enorme per gli oltre 45 mila pubblici esercizi in tutta la regione: bar e ristoranti che, con la zona gialla, potrebbero tornare a compiere l’attività di somministrazione, almeno durante il giorno.
Nessuno vuole mettere in secondo piano le esigenze sanitarie; in questo caso, però, alla luce di numeri aggiornati, non tornare in zona gialla solo per una questione di rigidità della burocrazia ci apparirebbe, francamente, poco opportuno ed uno schiaffo per quelle tante attività già allo stremo. Attività per le quali ogni giorno di chiusura fa, davvero, la differenza.