Il titolare va in pensione, gli operai rilevano l'azienda e riassumono tutti i colleghi
E' l’impresa imprenditoriale di Gerardo Petruzziello, Muharemi Djabir e Salvatore Minnella. Accade a Monza.
Il titolare va in pensione, gli operai rilevano l'azienda e riassumono tutti i colleghi. Come spiega Primamonza, accade nello stabilimento Mpm Mechanics di via Boccioni a Monza. A supervisionare ci sono Gerardo Petruzziello, Muharemi Djabir e Salvatore Minnella. La loro non è una storia come tante. Perché, armati di coraggio, determinazione e competenza, hanno deciso di fare il grande salto, rilevando l’azienda per la quale lavoravano (attiva nell’ambito della meccanica di precisione) dal loro ormai ex capo Angelo De Franco che è andato in pensione a marzo del 2020, dopo oltre 40 anni di contributi. Una «scommessa» vinta la loro. E per di più in piena pandemia. Anche se, ammettono, le difficoltà, a livello burocratico, non sono mancate, soprattutto per quanto riguarda la gestione del personale.
Il titolare va in pensione, loro rilevano l'azienda e riassumono tutti i colleghi
"Abbiamo di fatto riassunto i nostri colleghi", hanno spiegato. Tredici dipendenti tutti con contratto a tempo indeterminato, tra i quali vi è anche Luciana Franzosi, la moglie dell’ex titolare, "perché non potevamo certo fare a meno della sua competenza", hanno commentato. "Poi a ottobre arriverà Luca, un ragazzo del Clerici di Brugherio che ha fatto il tirocinio da noi e che è davvero in gamba. Pensare che fino a pochi mesi fa c’eravamo noi dietro a questi macchinari", hanno quindi aggiunto sorridendo e indicando dalla finestra dell’ufficio l’ampio spazio sottostante. Gerardo Petruzziello è il «decano». Lavora in azienda dal 2001. Muharemi Djabir, italiano di origini serbe, ha invece iniziato come tornitore nel 2007. Minnella, che ha studiato all’«Ipsia» ed è il più giovane dei tre, è arrivato 12 anni fa. Di esperienza sul campo ne hanno accumulata molta.
Un'impresa iniziata in piena pandemia
"Certo però non eravamo preparati alle difficoltà burocratiche - hanno ammesso - Le banche ci hanno chiuso le porte in faccia e abbiamo faticato a trovare una soluzione. Forse, in piena pandemia, la nostra idea poteva sembrare folle. Ma noi credevamo e crediamo tuttora nel valore della nostra impresa. Gli ordini continuavano ad arrivare anche nel momento in cui è scoppiata l’emergenza sanitaria e quindi quando Angelo ci ha comunicato la sua volontà di andare in pensione, noi ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che avremmo dovuto fare qualcosa per portare avanti l’azienda".
L'ex titolare si gode la pensione ma non abbandona i "suoi ragazzi"
Insieme a loro c’è lo stesso De Franco, che ha ammesso di volersi godere la pensione (anche perché ha iniziato a lavorare ad appena 14 anni), ma che non rinuncia a far visita a quelli che chiama «i miei ragazzi». "Siamo una famiglia", ha rimarcato Franzosi. Una storia imprenditoriale che affonda le radici agli inizi degli anni Novanta quando - dopo decenni di esperienza e di diverse esperienze professionali - De Franco è arrivato in via Boccioni, avviando l’impianto. "Ho costruito tutto da zero - ha spiegato - Ci sono stati momenti difficili, in cui con una mano mi asciugavo le lacrime e con l’altra continuavo a lavorare. Ricordo poi la crisi del 2008. Quella sì che che si è fatta sentire. Avevo dovuto mettere tutti in cassa integrazione. C’erano dei giorni in cui venivo qui in azienda ed ero da solo". Piano piano, poi, con la ripresa economica (e soprattutto con una gestione oculata e ponderata dei conti) le difficoltà sono state superate. "Sono contento che l’abbiano rilevata i miei tre ragazzi più bravi. Certo... bravi... fanno un po’ dannare. Mi fossi presentato io al lavoro con la barba da giovane il mio capo mi avrebbe cacciato", ha scherzato strizzando loro l’occhio.
L'insegnamento e l'importanza dell'etica professionale
De Franco ha cresciuto professionalmente i neo imprenditori, così come tutti gli altri lavoratori dello stabilimento ai quali ha trasmesso una rigorosa etica del lavoro. "Mi ricordo ancora il mio primo giorno di lavoro - ha spiegato - Era il 4 luglio del 1974. Era un lunedì e ricordo ancora che c’era il sole. Ho cominciato in una ditta di carpenteria meccanica a Muggiò. E poi ho fatto un po’ di tutto. La mia ambizione mi ha portato a cambiare spesso. Ho lavorato anche a Bresso dove realizzavano pompe per impianti petroliferi. Mi sono quindi messo in proprio, prima a Milano, poi a Monza, qui in via Boccioni".
Una storia imprenditoriale di successo che prosegue ora grazie all’intraprendenza di tre uomini che non hanno mai smesso di rimboccarsi le maniche.